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Intervista a Marisa Graziati di Livia Savorelli*

Marisa Graziati, Amministratore Delegato di F/ART

Il nome dell’azienda, così come la sua storia, è intimamente connesso al mondo dell’arte. Ripercorriamo con Marisa Graziati, Amministratore Delegato di F/ART, la mission e la visione, costantemente proiettata al futuro, che ha portato l’azienda a sempre più ambiti traguardi…

Nel 2017, l’azienda da lei guidata intraprende un processo di ridefinizione della sua immagine, che parte dal naming – divenuto F/ART – fino all’offerta, indirizzata ad un mercato internazionale…
L’azienda di mio padre era presente, fin dalla metà del secolo scorso, nel mondo dell’arte e del design come principale fornitore di prodotti (trasformatori per illuminazione a catodo freddo – neon) per opere realizzate da artisti e designer di tutto il mondo per l’alta qualità dei prodotti, interamente realizzati in Italia, e per la notorietà di F/ART, leader mondiale di prodotto fin dagli Anni ’80. Già nei primi Anni 2000, l’azienda era stata anche partner di importanti manifestazioni internazionali come fornitore tecnico, scelto sempre con le stesse motivazioni, ma le operazioni non facevano ancora parte di una progettualità di lungo periodo.
Nel 2017, invece, forti di questi valori e attività, per mia volontà – succeduta nel 2017 come amministratore delegato a mio padre Bruno, fondatore dell’azienda – avviai una fase di riposizionamento della stessa nel mercato, fino al quel momento puramente B2B, per espanderci su un mercato di dimensioni e portata maggiore. Nacque così il nuovo naming
F/ART al posto di F.A.R.T. – e la conseguente nuova immagine coordinata, più user friendly e adatta alla nuova mission che l’azienda stava delineando in quel periodo.
Il nome porta con sé ed esalta il termine ART, già insito nella denominazione aziendale, perché unica nel suo settore a sposare l’arte nel suo insieme, non solo per la parte della fornitura ma anche per i valori e le motivazioni che spingono l’azienda a ricercare sempre le qualità e le tecnologie migliori nel suo operato.

Come è stato sviluppato il concept attorno cui ruota la nuova identità aziendale, ovvero trasformatori di idee, che collega efficacemente l’attività principale – la produzione di trasformatori ad alta tensione per lampade a neon – con il suo sguardo verso il futuro. Tracciamo un breve bilancio di questi ultimi due anni…
Il concept di base è bene rappresentato dalla vision aziendale, pubblicamente dichiarata e rivendicata, che in sintesi vuole promuovere e sostenere gli artisti, i designer e quelle Aziende che desiderano cimentarsi in modo professionale nella forma espressiva rappresentata dalla tecnologia del neon, da sempre di grande fascino visivo e raffinato spessore concettuale, attraverso la nostra assistenza tecnica e di prodotto. Con l’obiettivo ultimo di rappresentare un solido e competente riferimento a livello globale per l’ideazione, lo sviluppo, la produzione, la conservazione e il restauro di ogni tipologia di opera d’arte o di design basata sulla tecnologia del neon.
Questo nuovo concept nasce, quindi, dagli oltre settant’anni di attività e dalla nostra volontà ferrea di mantenere viva e attuale la forma espressiva e comunicativa della luce al neon che, grazie ai suoi 100 anni di storia, può tuttora esprimere qualità e vantaggi assolutamente superiori ad altre forme di illuminazione, come il miglior rapporto tra luce prodotta ed energia consumata e la più lunga durata dei suoi componenti, ben oltre le 50.000 ore di operatività.
Il 2017 è stato l’anno di avvio di un percorso che ha portato partnership con istituzioni e organizzazioni di livello internazionale, pur fermandoci a quelle localizzate in Italia, per espressa volontà dell’azienda: Artissima di Torino, Biennale di Venezia, Triennale di Milano, Hangar Bicocca Milano e Biennale del disegno di Rimini, solo per citarne alcune.
Sono stati due anni intensi, con riconoscimenti anche a livello accademico (con le Università Ca’ Foscari e Accademia di Belle Arti di Venezia e un paio di tesi di laurea sul caso F/ART), che abbiamo vissuto positivamente e allegramente, comunque consci delle difficoltà e possibilità che un percorso simile può offrire.

F/ART srl, veduta esterna

La sinergia con l’arte è una tappa fondamentale di questa mission. L’azienda sviluppa e promuove, infatti, in collaborazione con artisti e istituzioni, progettualità volte alla creazione di opere d’arte realizzate con i neon oltre alla promozione della cultura del neon in diversi ambiti, come nel design e nella pubblicità: dalla partnership con l’Hangar Bicocca per la mostra Lucio Fontana. Ambienti/Environments del 2017 a quella con Artissima dello scorso anno…
Come scegliete, in generale, i progetti da sostenere?
La scelta dei progetti da sostenere e il rapporto con gli artisti viene gestito sinergicamente da diversi ruoli aziendali: direzionale, marketing, direzione artistica, ricerca&sviluppo, produzione, logistica.
La scelta delle proposte, che ogni settimana riceviamo, segue un filo logico e un percorso di lungo termine definito direttamente con i nostri direttori artistici, Marotta & Russo, preferendo progetti e opere che esaltino le qualità tecniche, artistiche ed espressive del neon assieme ad una costante ricerca di innovazione tecnologica. Si crea così con gli artisti un rapporto che si costruisce e cresce nel tempo. Il passaggio successivo è riservato ai reparti marketing e direzionale, per la valutazione sul rapporto costi/benefici di una possibile collaborazione e co-progettazione dell’intervento da realizzare o sostenere e, infine, ai reparti produttivo e di ricerca&sviluppo per le valutazioni tecnico-progettuali.
Proprio per la complessità di questi passaggi e la cura che dedichiamo ai progetti più interessanti per la nostra filosofia, non possiamo parlare di sponsorship o di fornitura verso il mondo dell’arte e del design, quanto di una vera e propria collaborazione o partnership, che, nella maggior parte dei casi, porta a co-progettare le opere e i manufatti assieme ai progettisti, siano essi artisti in senso stretto o meno.
Anche per questi motivi le collaborazioni non superano le 5 ogni anno, ma assicurano all’azienda grande visibilità e un sempre maggiore riconoscimento del ruolo tanto ambito: essere un riferimento a livello globale per le opere realizzate con il neon.

Flavio Favelli. Il bello inverso, Cà Rezzonico Museo del Settecento Veneziano, Venezia, 2019. In primo piano: Eternity. Ph. Dario Lasagni

L’ultima partnership a Venezia, con la mostra Flavio Favelli. Il bello inverso, all’interno della rassegna MUVE contemporaneo…
Nel caso di Flavio Favelli, abbiamo lavorato per oltre un anno insieme su nuove idee, non solo perché Favelli rappresenta una delle massime espressioni del neon nell’arte ma anche per la sua capacità di utilizzare e riutilizzare opere e manufatti dando loro nuova vita. Per la mostra Il bello inverso, che si affaccia sul Canal Grande di Venezia, serviva un elemento iconico da utilizzare in modo inusuale, che acquisisse anche un valore ideologico. Nacque così Eternity, una stella rossa realizzata al neon, creata con la nostra collaborazione, in cui anche il trasformatore F/ART diventa parte integrante dell’opera per i valori stessi che l’azienda esprime e che negli anni hanno affascinato molti artisti.

F/ART è da sempre attenta al tema della sostenibilità, producendo prodotti che hanno una lunga durata, in controtendenza rispetto al dictat dell’obsolescenza programmata, secondo quanto teorizzato da Serge Latouche… Proprio l’economista e filosofo francese è stato tra gli ospiti del convegno da voi promosso – USE, USE, USE E POI RE.USE. Ripensare il consumismo per costruire una società sostenibile – che si è tenuto a Treviso a fine maggio. Ci riassume i risultati e i concetti principali espressi in questa sede?
Abbiamo lavorato, per oltre settant’anni, alla creazione di prodotti che rispettassero le prerogative teorizzate infine da Serge Latouche, celebre per aver sviluppato teorie contrapposte all’obsolescenza programmata, e ci siamo accorti che poche aziende al mondo potevano sostenere pubblicamente un confronto con l’economista francese. Noi eravamo tra quelle, e così l’abbiamo invitato a confrontarsi con noi, pubblicamente. Il filosofo francese ha ribadito l’importanza della “frugalità necessaria” come alternativa all’obsolescenza, apprezzando molto il nostro modo di operare. La necessità di “inventare un futuro sostenibile fuori dalla crescita, una società di abbondanza frugale in cui quest’ultima è necessaria per la sostenibilità dell’ecosistema e per soddisfare i bisogni delle persone. Una grande sfida, mentre i governi cercano di mantenere il mito della crescita distruggendo sempre di più il sistema”.
Riprendendo i suoi temi e la sua teoria, ho ribadito l’importanza che ha per noi la capacità di realizzare prodotti che garantiscano un basso impatto ambientale, dotati della massima efficienza energetica e di una lunga (lunghissima) durata, elementi ancora più importanti del comunque necessario ciclo del riciclaggio, in quanto più a lungo si utilizza un prodotto tanto minori sono le risorse estratte e consumate, in termini di materie prime e di energia.
La lampada a catodo freddo (neon), infatti, è stata riconosciuta dall’organizzazione americana UL – Underwriters Laboratories Inc. – come la fonte di luce più sostenibile al mondo in quanto altamente performante e con consumi minimi.
Nell’ottica della creazione di economie, ricchezza e lavoro, la nostra azienda propone servizi di manutenzione programmata che coinvolgono personale specializzato per la revisione e il mantenimento degli impianti e una distribuzione del lavoro che limita gli spostamenti di materiali e di persone, nel rispetto dell’ambiente. Importanti sono, inoltre, la ricerca di materie prime a basso impatto ambientale e sociale e lo sviluppo di attività volte al miglioramento costante del ciclo produttivo.

Conferenza USE, USE, USE e poi RE.USE, Auditorium del Museo di Santa Caterina, Treviso, 29 maggio 2019. Da dx: Marisa Graziati, CEO di F/ART, l’economista e filosofo francese Serge Latouche, il moderatore Massimo Bordin, docente di filosofia e collaboratore della rivista La Chiave di Sophia e Carlo Sala, curatore della Fondazione Fabbri e docente al Master IUAV in Photography

Anticipazioni sui futuri progetti di F/ART?
Il prossimo sarà un anno molto importante per due motivi: il primo è il festeggiamento del 75° anno di attività; il secondo è l’apertura di un percorso accademico, attraverso residenze d’artista e la formazione sulla soffiatura del vetro per insegnare il know how ad artisti e creativi che vogliono cimentarsi nella creazione vera e propria di opere al neon.

*Intervista tratta da Espoarte #106.

Info: www.fart-neon.com

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