CATANIA | Palazzo della Cultura di Catania | 16 maggio – 28 giugno 2015
di GIUSEPPE ALLETTO
Il Palazzo della Cultura di Catania ospita la mostra collettiva Eterogenesi della Forma – esperienze di pittura e scultura all’inizio del XXI secolo, a cura di Alberto Mattia Martini. L’esposizione, promossa dal comune di Catania, vuole essere una sorta di ricognizione nei territori della pittura e della scultura figurativa emerse negli ultimissimi anni, dando quindi la possibilità allo spettatore di conoscere alcune delle tendenze più nuove nel campo dell’arte contemporanea. L’evento ha quasi un carattere “informativo” o addirittura “formativo”, quel carattere che dovrebbe accomunare tutte le operazioni culturali.
Il titolo, Eterogenesi della forma fa riferimento al termine coniato a metà ‘800 dal biologo tedesco Rudolf Albert Von Kolliker per indicare la teoria evoluzionistica. Gli organismi viventi si trasformano in maniera discontinua, differenziandosi da una generazione all’altra, in base alla “legge di perfezionamento”. Un processo simile a quello vissuto dall’Arte nel corso del tempo. Ogni nuova generazione di artisti, infatti, ha cercato di superare, affinare, migliorare i risultati raggiunti dai “padri”, finendo per prenderne le distanze, per “differenziarsi” da essi.
È proprio ciò che sembrano aver fatto gli oltre trenta artisti in mostra a Catania. Da veri e propri protagonisti della nuova figurazione italiana, operano nel segno della piena contemporaneità, una rielaborazione profonda della Tradizione o del recente passato, spaziando da istanze classiciste, barocche, fiamminghe, caravaggesche, all’influenza del Surrealismo, della Transavanguardia o della nuova arte inglese.
Gli artisti in mostra, pur nella diversità, talvolta anche profonda, che li distinguegli uni dagli altri dimostrano il medesimo amore per il saper fare e per la lavorazione della materia (si pensi al virtuosismo di Agostino Arrivabene o alla sapienza artigianale di Aron Demetz).
Ad accomunarli è ancora la capacità di veicolare un’originale visione sul mondo e, allo stesso tempo, un’arguta riflessione sull’arte stessa, sui suoi mezzi e sui suoi codici. Pittura e scultura, infatti, sono sempre intese da questi artisti come meta-linguaggi, capaci di esprimersi non solo su ciò che è esterno a loro ma anche su sé stessi. Questa nuova generazione di artisti italiani sembra aver colto pienamente, e forse anche meglio di certi colleghi stranieri, il senso del Postmoderno nella sua più nobile accezione.
È sufficiente un rapido excursus degli autori più rappresentativi tra quelli in mostra per rendersi conto della varietà e della complessita del percorso espositivo: dalla straordinaria potenza della pennellata di Alessandro Papetti alla romantica lotta ingaggiata da Nicola Samorì con la grande pittura antica; dalle dolenti figure fantasmatiche di Livio Scarpella al sorprendente universo visivo di Nicola Verlato; dal realismo minimalista del compianto Andrea Di Marco alla costante e irrisolta tensione verso il sacro che attraversa le sculture di Michelangelo Galliani; dal caravaggismo inquietante e antinaturalistico di Alfio Giurato allo sperimentalismo pittorico di Velasco; dall’intelligentissima decostruzione dell’immagine fotografica e digitale condotta da Davide La Rocca all’intenso bianco e nero della pittura di Andrea Chiesi; e ancora il tocco arcaico eppure modernissimo di Girolamo Ciulla, il rimpianto di Luca Pignatelli per una classicità devastata eppur ancora viva, il mistero profuso da Aron Demetz nelle sue sculture, le tele di Giovanni Frangi e l’irriducibile dicotomìa tra natura e cultura, gli “enfants terribles” di Gerard Demetz, le oscure metamorfosi e la preziosa materia pittorica di Agostino Arrivabene, i colori acidi e le sgrammaticature transavanguardiste di Alessandro Bazan, le figure enigmatiche, distanti eppure quotidiane, di Giuseppe Bergomi.
L’allestimento rende conto della vitalità della sezione figurativa nel vasto e complesso campo dell’arte contemporanea. La pittura, da una parte, appare rivitalizzata dal confronto con altri linguaggi visivi (Davide La Rocca), dall’altra non sembra soffrire alcuna sudditanza psicologica nei riguardi di mezzi più “giovani”, quando si volge a rielaborare in forme e con esiti nuovi la propria gloriosa tradizione (Arrivabene). Tutto ciò fa ben sperare su quelli che saranno i prossimi sviluppi del figurativo in Italia.
Eterogenesi della Forma – esperienze di pittura e scultura all’inizio del XXI secolo
a cura di Alberto Mattia Martini
Artisti: Daniele Alonge, Elisa Anfuso, Agostino Arrivabene, Alessandro Bazan, Matteo Bergamasco, Giuseppe Bergomi, Bertozzi&Casoni, Alessandro Busci, Andrea Chiesi, Girolamo Ciulla, Aldo Damioli, Aron Demetz, Gerard Demetz, Andrea Di Marco, Fulvio Di Piazza, Giovanni Frangi, Daniele Franzella, Michelangelo Galliani, Alfio Giurato, Federico Guida, Davide La Rocca, Giorgio Ortona, Marco Pace, Alessandro Papetti, Marco Petrus, Luca Pignatelli, Franco Politano, Nicola Samorì, Livio Scarpella, Bernardo Siciliano, Wainer Vaccari, Dany Vescovi, Nicola Verlato, Fabio Viale, Velasco Vitali, William Marc Zanghi.
16 maggio – 28 giugno 2015
Palazzo della Cultura
via Vittorio Emanuele 121, Catania
Info: +39 095 7428008