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MILANO  | Manuel Zoia Gallery | Fino al 29 marzo 2025

di MATTEO GALBIATI

Per chi ben conosce le ricerche, le poetiche e le intenzionalità espressive di Vincenzo Merola (1979) e Angelo Demitri Morandini (1975) ben sa che il loro linguaggio potrebbe apparire come inconciliabile e non confrontabile in termini di analisi reciproca, eppure la mostra Frammenti di libertà, allestita in misura direi site-specific per la Manuel Zoia Gallery di Milano – in un altro luogo andrebbe del tutto ripensato l’equilibrio intimamente perfetto tra i lavori esposti in questo luogo e la loro distribuzione nei suoi ambienti – offre l’occasione per riconsiderare una interazione più specifica e inattesa tra le loro opere.

Frammenti di libertà. Vincenzo Merola | Angelo Demitri Morandini, veduta parziale della mostra, Manuel Zoia Gallery, Milano ph. Gabriele Salvaterra

Questa doppia personale di Merola presenta una serie di recenti e nuovi dipinti in cui si apprezza ulteriormente il rigore del suo esercizio pittorico astratto-aniconico che, votato ad una puntualità della stesura cromatica, si avvantaggia della risonanza di piccole, impercettibili, variazioni per attivare lo sguardo dell’osservatore; mentre di Morandini ci sono alcune delle sue sculture-dispositivo, capaci di emancipare, dal proposito dato a priori dell’artista, il risultato finale del singolo lavoro, e una sofisticata opera in cui l’AI è mezzo, con i naturali limiti del caso, che autogenera sia “l’arte”, sia la sua esegesi critica. Nulla di più diverso, quindi, eppure sottili spigolature leganti sussistono e non sono pretestuose nella conversazione che ne scaturisce.

Angelo Demitri Moranini, Disegno cinetico, 2025, grafite su carta, 10 x 10 cm e Rasoio cinetico con tre matite corte, 2025, rasoio elettrico, matite, supporti in pla, scotch elettrico Courtesy Galleria Contempo e Manuel Zoia Gallery Ph. Angelo Demitri Morandi

Se il principio chiave del progetto, curato da Gabriele Salvaterra, è stato quello di intendere il doppio spazio della galleria come fosse un encefalo diviso nei suoi due lobi – interdipendenti ma autonomi nel sovrintendere alcune funzioni e processi cognitivi – i due artisti allora “ragionano” simultaneamente sul proprio fronte ideativo e si allontanano nei processi estetici per poi riavvicinarsi nell’intenzione e nella riflessione, a loro data come spunto, sul concetto di libertà.

Frammenti di libertà. Vincenzo Merola | Angelo Demitri Morandini, veduta parziale della mostra, Manuel Zoia Gallery, Milano ph. Gabriele Salvaterra

L’interrogativo che si solleva è come sia possibile affrontare un tema così complesso e articolato attraverso due polarità tanto distanti, ma entrando nel merito di una parallela – vicina, ma non mai sovrapponibile – espressione, si comprende come, per entrambi, il valore incidentale, l’accadimento non prefigurabile, la distorsione, il disallineamento siano quegli elementi fondativi che aprono una prospettiva di libero accesso all’illogica natura del disequilibrante.
Il rigore, la ragionevolezza, l’assoluto vengono da loro perseguiti a tal punto da conoscerli e dominarli con esattezza tale, per restituirli in modo tale che risultino alterati, “disturbati”, persino quasi compromessi, da un innalzamento o un abbassamento delle frequenze stabilite; entrambi si permettono di contemplare, ammettendola, la bellezza inestricabile dell’errore. Merola e Morandini fanno silenziosamente e sommessamente risaltare qualcosa che, di “diverso”, disturba lo statuto dell’ordine, sballa il calcolo misurato, corrompe l’a-priori perfetto. Entrambi guardano e scrutano nell’intercapedine del glitch.

Vincenzo Merola, 215 Dice Rolls and 1 Fixed Line, 2020, tecnica
penna a sfera su carta, 42 x 30 cm

Lo fa Merola quando in 215 Dice Rolls and 1 Fixed Line una linea inspiegabilmente si estende oltre le dimensioni ir-regolari di tutte le altre; quando in Wrong Pattern 250215 quattro colori primari cercano una comune dimensione in altrettanti quadrati regolari anche se, uno, si estende oltre il margine disarticolando la regolarità dei campi; ancora, quando, la texture regolarissima di Wrong Pattern 241007 non persuade fino in fondo l’occhio che, impegnandosi un poco, trova quella ripetizione stonata che rompe la solidità delle ripetizioni ricorrenti di tutte le geometrie a lei simili.
Anche Morandini avvia dei marchingegni che, data la loro  meccanica processuale, dovrebbero stabilire, nella ripetizione identica di ritmi e azioni, immagini ricorrenti e uguali, eppure, come nei Disegni cinetici, nella Macchina cinetica ad impulsi luminosi o in Dispositivo d’ascolto per inconsci artificiali, qualcosa sopraggiunge ad alterare programmazioni preventivate, spezzando ogni sentore di sicurezza, ogni esito intuibile.

Frammenti di libertà. Vincenzo Merola | Angelo Demitri Morandini, veduta parziale della mostra, Manuel Zoia Gallery, Milano ph. Gabriele Salvaterra

Su tutto incombe il caso a determinare quelle il-logiche variabili che rendono sempre il tutto così tanto coerente e determinato nella matrice della propria libertà frammentata, perché mai unitaria, assoluta, verificata, ripetibile.
Quelli di Merola e Morandini sono due mondi che, diversi eppure complementari, riescono a trovare utili connessioni di senso avvicinando l’installazione meccanica e multimediale di uno alla pittura di impronta analitica dell’altro; insieme danno dis-equilibrio all’errore, valore insperato all’imprevisto, all’eccezione che conferma la regola, come principi chiave per i sofisticati meccanismi della nostra riflessione visiva.
La loro è un forte impulso all’espressività poetica di una libertà che non finisce né si limita nelle regole del rigore, ma si eleva da quei frammenti che cercano un’evidenza. È da qui che ci sembra possa proprio trovare quell’energia fondamentale per cominciare ad affermarsi con maggior valore.

Frammenti di libertà. Vincenzo Merola / Angelo Demitri Morandini
a cura di Gabriele Salvaterra

12-29 marzo 2025

Manuel Zoia Gallery
via Maroncelli 7, Milano

Orari: da mercoledì a sabato 15.00-19.00

Info: +39 333 4914712
info@manuelzoiagallery.com
www.manuelzoiagallery.com

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