MILANO | Hangar Bicocca | Fino al 30 luglio 2017
di KEVIN McMANUS
Il marchio di fabbrica dell’HangarBicocca, oltre alla notevole qualità delle proposte, è oggi costituito dall’approccio ambientale, contestuale, delle mostre, e non solo nei casi in cui gli artisti coinvolti lavorano principalmente con l’installazione. La conseguenza di una visita all’Hangar è sempre una sorta di intensificazione dei sensi, la percezione di un cambiamento a livello di esperienza del corpo.
Miroslaw Balka (1958), del resto, fa di questo tipo di sensazione uno dei cardini del proprio operare. L’allestimento complessivo dei lavori scelti per Hangar è rigoroso e votato alla poetica dello spazio vuoto: le opere ci si presentano come in un percorso vissuto di istante in istante, più che in un “layout” dato in partenza a comunicarci “quello che c’è da vedere”.
Balka rispetta insomma la natura attiva del fruitore, il suo agire come soggetto alla ricerca dell’arte. Come sempre, molti dei lavori presentano stimoli insistenti su livelli di lettura diversi: dalla pura esperienza sensoriale alla narrazione storica e biografica, senza che la conoscenza della seconda sia condizione necessaria per la prima (ad esempio in Primitive, o in Hard Skull).
Anche laddove ricorre la componente del corpo (il corpo dell’artista come unità di misura poetica), la consapevolezza di questo dato non fa che confermare un’impressione di relazionalità fisica che si riceve comunque, anche in una fruizione ingenua dell’opera: è il caso dei numerosi interventi “minimi”, come il celebre corridoio di sapone presentato alla Biennale di Venezia del 1995 e qui riproposto in una versione rivista appositamente per gli spazi dell’Hangar, o nell’altrettanto esemplare The Right Path (2008), un gioco di fiducia reciproca tra fruitore e artista, entro il quale il corpo si trasforma in una sorta di ricetrasmittente che riconfigura l’esperienza dello spazio buio attraverso sensi alternativi alla vista. L’effetto si incarna e potenzia nella forma particolare della scultura percorribile che espande la dimensione del visuale fino ad abbracciare il tatto e l’olfatto.
Miroslaw Balka, insomma, si conferma ancora una volta – grazie anche a un progetto complessivo di estrema efficacia – artista capace di offrire sensazione di prima mano, rispetto alle quali la risposta del pubblico è lasciata libera e non imposta dall’intervento autoriale. In questo, Balka è a tutt’oggi, forse, la miglior risposta europea a Richard Serra.
Uscendo dall’Hangar – anche grazie alla contemporanea mostra di Rosa Barba – ci sentiamo proiettati nel profondo dei nostri sensi, capaci di indagarli con un’acutezza che prima ci mancava.
Miroslaw Balka. Crossovers
a cura di Vicente Todolì
Fino al 30 luglio 2017
Pirelli HangarBicocca
via Chiese 2, Milano
Orari: da giovedì a domenica 10.00-22.00
Info: +39 02 66111573
info@hangarbicocca.org
www.hangarbicocca.org