MONOPOLI (BA) | Rifugi Antiaerei Bunker Museum | Fino al 30 settembre 2022
di TOMMASO EVANGELISTA
Sotto le palpebre del giorno è la mostra personale di Erich Turroni (Cesena, 1976), a cura di Roberto Lacarbonara, realizzata in occasione del centenario di uno dei più grandi narratori del Novecento, Kurt Vonnegut, autore del drammatico romanzo Mattatoio N° 5, considerato tra i massimi documenti dedicati alle crudeli vicende della Seconda Guerra Mondiale.
L’esposizione, ideata e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Monopoli in collaborazione con la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, è ospitata nei Rifugi Antiaerei al centro della città e si caratterizza per un allestimento altamente suggestivo, capace di evocare attraverso poche e calibrate immagini gli spettri del conflitto e, più in generale, i fantasmi di ogni guerra combattuta.
Erich Turroni presenta una selezione di dieci sculture in dialogo con venti disegni realizzati in grafite e resina. Nel percorso sono leggibili alcuni passaggi molto duri del testo di Vonnegut, che fu diretto testimone del conflitto, quali prosecuzione dell’allestimento. La figura umana, sempre leggibile nei lavori dell’artista, si disperde nell’ombra delle sue sparizioni divenendo materia corrosa dalla brutalità dell’azione. La superficie logorata delle sculture, come l’indefinitezza del disegno, ci comunicano l’incompiutezza dell’essere liberato dalla decorazione e raffigurato nella vitalità del dramma, quale ipotesi di individualità distrutta. Non più mito o anima, il corpo presentato come rappresentazione del possibile è manifestazione insostenibile, irrazionale e gratuita dell’orrore. Anziché esercizio della comprensione e dell’umanità le opere in mostra determinano la negazione della emancipazione umana, nel senso di liberazione dal limite, e così la forma diviene autentica ed esplicita riconfigurazione dell’atto che distrugge la fantasia e la scelta presentando un corpo trasformato in assenza, in pura materia.
Nei cunicoli del bunker assistiamo ad una sorta di memorie dal sottosuolo, alla determinazione di una consapevolezza che si vuole conoscenza razionale ma che determina una riedificazione orrorifica e angosciante. La proiezione nel passato è voluta ma in modo tale da distaccare la presenza, il cui venire meno comunica una condizione d’umanità frutto di incertezze, depressioni, confusioni, violenze le quali implicano un distanziamento inconscio. L’introduzione dell’angoscia, la rappresentazione della crisi, la rievocazione di una primitività elementare e “antigrazionsa” sono tutte caratteristiche che ritroviamo nelle trasformazioni figurative di Turroni, in quella macellazione e macerazione interna del pensiero che individua una profonda instabilità e che materialmente si concretizza con l’utilizzo di una resina grezza adoperata quale logoro sedimento.
Anche nei disegni la poetica delle forme anatomiche si scontra con l’inquietudine dell’invisibile, dell’inevitabile, e visualizza presenze spontanee che si compongono e si ricompongono in modo sempre nuovo, in una danza dai ritmi essenziali che avvolge l’anima liberandola dalla purezza e dalla pace. In ciò risiede il carattere catartico della mostra che esprime nel modo più autentico e insieme più universalizzato tutte le sfumature dell’animo umano, del mistero della forma che si abbandona al caos ed emerge nel perenne martirio di sé stessa.
Inevitabile il riferimento al recente conflitto; come scrive il curatore “Questa mostra è stata concepita qualche settimana prima dell’attuale conflitto in Ucraina e purtroppo oggi rimanda ad una atroce attualità. L’intento della mostra è quello di riportare l’attenzione e la memoria sui luoghi e gli episodi più drammatici della nostra storia. Una storia che produce ancora i suoi effetti, le sue catastrofi”.
Ci sembra così che, nel segno dell’ombra e del celato, si infili una verità capace di corrodere le finzioni e le propagande, scoprendo una linea d’ombra intesa come principio di verosimiglianza. L’analisi dell’artista – ed in ciò la selezione dei lavori è impeccabile – ha dimostrato che gli oggetti visibili, nascosti dal giorno, percepiti ad occhi socchiusi, per quanto lacerati e corrosi vengono dominati da una norma interna di carattere contemplativo. Anche nel sottosuolo è possibile l’educazione dello sguardo, soprattutto nella tragedia.
Erich Turroni
Sotto le palpebre del giorno | Omaggio a Kurt Vonnegut
a cura di Roberto Lacarbonara
Organizzazione: Comune di Monopoli, Assessorato alla Cultura
In collaborazione con: Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare
25 aprile – 30 settembre 2022
Rifugi Antiaerei Bunker Museum
Piazza Vittorio Emanuele, Monopoli
Orari: venerdì, sabato e domenica ore 17-20, domenica e festivi
anche ore 10-12.