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FIRENZE | GALLERIA IL PONTE | Fino al 30 dicembre 2020

di LUCA SPOSATO

Sebbene già nell’utilizzo di archetipi tardogotici sosta una reminiscenza meditativa trasudata dai gesti rilassati e i colori pastello impregnati di luce, la pittura di Lorenzo Bonechi possiede un’aura mistica e distante, frutto di un sapere tecnico ed immedesimazione totale nella ricerca d’autore, inevitabilmente risultante quieta e prudente.

Lorenzo Bonechi, Tre figure o Figure su Paesaggio, 1986. Olio su tela 120×150 cm

La galleria il Ponte di Firenze gli dedica una puntuale e interessante retrospettiva (Lorenzo Bonechi, delle opere radicali. Dipinti e carte 1982 – 1994 a cura di Carles D. Marco), fino al 30 dicembre 2020, francamente utile a risvegliare una fruizione semplice (affatto semplicistica) e riposante, nonché oltremodo valida per riscoprire un artista capace (affatto accademico) e profondo.
Il percorso del Bonechi, quasi unicamente incentrato sulla pittura, si avvale in pieno della lezione anacronistica o pittura colta sviluppatasi come orientamento critico proprio negli anni Ottanta, distinta stilisticamente nei riferimenti territoriali sempiterni, di quella toscana sofisticata e potente nella sua immanenza, già mostratasi in forme medievali intimamente rivoluzionarie, predisposte alla conquista di un tracciato storico.

Lorenzo Bonechi, Figura, 1982.
Carboncino su carta intelata, 150×120 cm

Lorenzo Bonechi, Città Celeste, 1988.
Olio su tela, 100×70 cm

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Emerge dalla mostra fiorentina, in virtù della scelta in allestimento di un progressivo assetto cronologico e mediale, distinguendo organicamente Grafica, Olio e Tempera,
un’interessante dicotomia formale tra le opere cromatiche ed i disegni, non soltanto per chiari riguardi tecnici, ma per un’intuibile volontà concettuale: la costruzione tonale, evidente negli oli e nelle tempere, precisa un’estetica sfumata tra il fisico ed il metafisico, in contrasto con la freschezza dinamica dei segni grafici, dolci e rapidi, che portano i disegni ad una resa più espressiva ed emozionale.

Veduta della mostra, LORENZO BONECHI
delle opere radicali dipinti e carte 1982 – 1994, courtesy Galleria Il Ponte, Firenze

Le figure del Bonechi, tanto posate quanto monumentali, assorbono un insegnamento che pare venire dal primo Capogrossi, ovviamente del periodo figurativo, quando l’approccio stilistico si incentrava proprio sul colore e sulla dialettica tra architettura e anatomie, astraendo lo spazio in un continuum cromatico. Nella grafica, invero, l’artista del Valdarno rispecchia un indirizzo marcatamente personale, dove il chiaroscuro accentua particolarmente i valori plastici del suo lavoro, definendo un dinamismo che non si riscontra per le tele.

Veduta della mostra, LORENZO BONECHI
delle opere radicali dipinti e carte 1982 – 1994, courtesy Galleria Il Ponte, Firenze

Da notare, infine, l’incredibile attualità della mostra, a limite di un’urgenza, in quanto riesce a fugare la retorica della storicizzazione a favore di una lettura drammaticamente veritiera con la sospensione coatta del presente vissuto -un Limbo offuscato dalla ridondanza mediatica che abbacina il vuoto poetico di questo inizio millennio – ora più che mai mancanza terribilmente sentita.

LORENZO BONECHI
delle opere radicali
dipinti e carte 1982 – 1994
A cura di Carles D. Marco

Galleria il Ponte
Via Di Mezzo 42/B – Firenze

Fino al 30 dicembre 2020

Orario: lunedì / venerdì 15.30 – 19.00. Sabato su appuntamento, chiuso i festivi
Info: +39 055 240617
info@galleriailponte.com
www.galleriailponte.com

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