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BORCA DI CADORE | ex Villaggio Eni | 31 agosto ore 15,30

Progettoborca  – ideato e  svilupato da Dolomiti Contemporanee – è un progetto articolato, attraverso il quale si intende riflettere e operare sull’ex Villaggio Eni, favorendo la sua valorizzazione culturale, con l’obiettivo di rifunzionalizzare alcune sue parti. L’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore è un sito formidabile e complesso, risultato dall’ambizione, al contempo visionaria e strategica, di Enrico Mattei, e realizzato, tra gli anni ’50 e ’60, dall’architetto Edoardo Gellner, con la collaborazione, per alcune sue parti, di Carlo Scarpa. Il suo valore culturale è elevatissimo, in virtù di una serie di elementi peculiari che lo rendono unico.
Il progetto non intende dunque porsi come l’ennesimo rilievo o rappresentazione dell’immagine di questo sito: non si vuole tornare a guardarlo ma, finalmente, avviare su di esso un processo attivo, lavorando dal suo interno, culturalmente e strategicamente, ad immaginare per esso dei modelli innovativi concreti di riattivazione, una serie di funzioni, un destino nuovamente attivo.

Colonia, capanna media, plateau project, primo giorno
Tra le molteplici iniziative intraprese, una di queste consiste nel far lavorare in situ gli artisti, attraverso un programma di Residenza artistica internazionale. Tra gli artisti che hanno partecipato a programmi di residenza attivati per l’estate 2014 da Dolomiti Contemporanee per progettoborca, c’è Elisa Bertaglia (Rovigo, 1983) che presenta, domenica 31 agosto alle ore 15,30, l’opera grafico-installativa Plateau project alla capanna media della Colonia dell’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore.

Colonia, capanna media, plateau project, primo giorno
L’idea che ha mosso il progetto dell’artista è quella di realizzare un enorme disegno a carboncino e grafite sul pavimento di uno dei saloni del Villaggio.

Il disegno, fissato solo parzialmente, deve essere qualcosa di mimetico, un intervento non immediatamente leggibile: una miriade di piccole figure tracciate sulla trama originale della pavimentazione del salone che svanirà progressivamente al passaggio dei nuovi “abitatori” del villaggio. Le sagome, tanti, tantissimi bimbi in caduta, richiamano la funzione originaria di quel luogo (in chiave simbolica e in armonia con la mia poetica) e sfruttano le fortissime suggestioni che quel luogo stesso mi ha dato.
L’immagine, la traccia presente delle vite che hanno abitato il villaggio, ricorrevano in modo ossessivo nei miei pensieri durante e dopo la visita. L’ossessione è determinante per capire quanto un progetto, un’idea abbia attecchito nel profondo. Da un lato, nella progettazione architettonica l’attenzione reiterata alla funzione vera e propria del luogo, ossia ospitare dei bambini in vacanza (i phon regolabili ad altezze diverse di bimbo, i lettini in piccole cuccette, le lampade azzurre a forma di “fungo” nel giardino, la struttura di collegamento degli spazi labirintica eppure intuitiva al tempo stesso,…), dall’altro la forte traccia di vissuto che le stanze, seppur disabitate, emanano, hanno suscitato in me idee e pensieri attinenti alla mia ricerca, incentrata infatti sulla tematica dell’infanzia, dell’identità, e sulla rappresentazione di luoghi e visioni in chiave onirica.”

Colonia, capanna media, plateau project, primo giorno

Info: www.dolomiticontemporanee.net
www.progettoborca.net

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