ROMA | CASA VUOTA | Fino al 31 luglio 2021
di DAVIDE SILVIOLI
Casa Vuota, realtà espositiva romana che nell’anno corrente festeggia quattro anni di attività, propone, fino al 31 luglio, Eden, prima personale nella Capitale di Elisa Filomena. A cura di Sabino de Nichilo e Francesco Paolo Del Re, la mostra, inaugurata lo scorso 15 maggio, tesse spazio e opera in un unico continuum narrativo, attraverso l’allestimento. Difatti, in primis, si avverte la grande operazione compiuta dall’artista nel concepire un intervento che – sempre spontaneamente – riprende le mosse dell’architettura, occupandola completamente. Una considerazione del luogo, dunque, pari a quella di una sorta di secondo supporto per il progetto pittorico dell’autrice, la quale – in questa occasione – manifesta una dimensione espansa del proprio linguaggio, declinandolo nei ranghi di una medesima installazione su scala ambientale. Pertanto, come un fregio ininterrotto o una scenografia disseminata, si veda come il dettato espositivo pervada qualsivoglia sezione della struttura domestica di Casa Vuota, forse mai così ampiamente coinvolta.
Questo aspetto, a un livello di lettura iniziale, appare prevalente, poiché il visitatore vi è inserito immediatamente, costituendo il primo termine di confronto con l’esposizione. In secondo luogo, ciò nondimeno, concentrando l’attenzione sul particolare, diventa possibile cogliere i caratteri dell’alfabeto della pittrice, sia semantici che stilistici, nonché gli intenti curatoriali alla base dell’evento. Da una parte, perciò, facendo appello a quanto già suggerito dalla titolazione, Eden – come spiegano i curatori – “è una condizione primigenia e privilegiata della pittura che si dispiega come un flusso di segni e di storie e sente di bastare a se stessa nel suo scorrere silenzioso e irrefrenabile. Nell’andamento liquido di una pittura leggerissima e gioiosa, vedute campestri o fluviali fanno da fondale come nell’arte antica a figure umane solitarie o in gruppo, che sono soprattutto soggetti femminili. Artificio, schermo, scenografia teatrale e diorama: la pittura si mostra in tutto il suo potenziale immaginifico, sorprendente e impetuoso”. Dall’altra – come qui sotteso – soffermandosi esclusivamente sulla sintassi dell’interprete, si riconosce una cifra espressiva composta da tinte calde insieme a connotazioni dall’eco arcadica e simbolista, che fanno da sfondo a un lessico mediamente delicato, talvolta più asciutto e altre più morbido, sì ricercato ma mai ridondante o dai toni meramente reverenziali.
L’impressione complessiva, quindi, è quella di un luogo avvolto da un racconto visivo persistente, svolto su rotoli di tela, di modo da restituire, con pertinenza maggiore, la sensazione di una trama di immagini in progressione.
Rievocando – mutatis mutandis – l’esperienza dei grandi cicli d’affreschi della tradizione storico-artistica, Elisa Filomena, con la mostra Eden, rinnova il legame simbiotico della pittura con l’architettura, ponendo al centro della sua visione, di concerto, tanto le suggestioni implicite al proprio alfabeto quanto la condizione dell’osservatore.
Elisa Filomena. Eden
a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo
15 maggio – 31 luglio 2021
Casa Vuota
via Maia 12, int. 4A, Roma
Info: +39 392.8918793 – 328.4615638
vuotacasa@gmail.com