TORINO | PAV – Parco Arte Vivente | 18 marzo – 26 giugno 2016
di ELEONORA ROARO
Non si avrà alcuna vera risposta alla crisi ecologica se non su scala planetaria e a condizione che si operi un’autentica rivoluzione politica, sociale e culturale che sappia riordinare gli obiettivi della produzione dei beni materiali e immateriali. Una tale rivoluzione non dovrà dunque riguardare soltanto i rapporti di forza visibili su grande scala, ma anche i territori molecolari della sensibilità, dell’intelligenza e del desiderio.
Le Tre Ecologie, Félix Guattari, 1989
La questione ambientale non ammette confini politici e nazionali: emerge negli anni ’70 ovunque nel mondo, sia ad Est sia ad Ovest. Anticipa un’istanza che diventerà normalmente condivisa dopo l’89, e quindi con la globalizzazione, ovvero la consapevolezza che non esistano fenomeni parziali, poiché ciò che accade al di qua o al di là della Cortina di Ferro ha ripercussioni in tutto il pianeta. Con la mostra ecologEAST, curata da Marco Scotini e dedicata alle avanguardie dell’Est Europa degli anni ’70, il PAV di Torino prosegue l’analisi del rapporto tra pratiche artistiche ed ecologia, già iniziata con Earthrise, sulla scena italiana sempre di quegli anni. Sono artisti del centro Europa (ex-Cecoslovacchia, Romania, Ungheria, ex-Jugolsavia) che agiscono al di fuori dell’arte ufficiale e rivendicano una soluzione politica mettendo in evidenza una crisi che è in primo luogo ambientale. La collaborazione è spesso alla base delle pratiche di queste avanguardie, in una condivisione di pensiero, lavoro e vita come critica al soggettivismo di matrice romantica e contro lo stereotipo dell’individualismo. Tuttavia, è innegabile che vi siano delle diversità interne a questi aree d’azione.
La Croazia o la Slovenia sono per esempio più aperte e in rapporto con l’Ovest, tanto che alcuni artisti si formano nelle Accademie e partecipano ad importanti occasioni espositive internazionali, come il gruppo OHO (Slovenia) che espone ad Information (1970) al MOMA. Diversamente, dopo il 1968 di Praga gli artisti in Cecoslovacchia, disillusi sulla possibilità di rinnovamento, si ritirano in un isolamento auto-indotto e sono meno presenti in un contesto internazionale, ad eccezione di Stano Filko (Slovacchia) che partecipa a Documenta7 nel 1982. Sono pratiche artistiche di carattere effimero, in linea con la smaterializzazione dell’arte in atto in Occidente: numerosissime sono le performance di cui resta una documentazione fotografica o in forma di fotocopia. Soprattutto tra le artiste donne come Ana Lupas (Romania), Teresa Murak (Polonia), Zorka Saglova (Repubblica Ceca) vi è un forte uso degli elementi naturali, come fiori o paglia. Le opere di queste avanguardie sono mostrate in studi o appartamenti, ovvero in luoghi che hanno poco a che fare con l’arte ufficiale, o sono delle azioni nello spazio urbano o nella natura.
Non a caso la ecologEAST si apre con la gigantografia della documentazione di una Mostra casuale per gli animali della fattoria (1974) dell’artista-agronomo Imre Butka (Ungheria). Vi sono esposti dei grandi fogli di carta bianchi fissati con degli strumenti arcaici dell’agricoltura, che evidenziano ironicamente la mancanza di un pubblico reale per questo tipo di arte: la possono vedere solo mucche e galline. Il gruppo TOK (Croazia), con azioni nello spazio urbano in cui lavano i marciapiedi di Zagabria e installano dei bidoni trasparenti, evidenziano che l’ecologia non riguarda solo l’elemento naturale, ma la dimensione politica nel suo complesso, anche in scenari che sembrano del tutto marginali. Non si tratta di interrogare e criticare un modello di sviluppo piuttosto che un altro, poiché non porterebbe non solo alla risoluzione di un problema ma nemmeno alla sua comprensione.
Il problema forse sta a monte ed è legato alla modernità, che è il presupposto dell’industrializzazione sia ad Est sia ad Ovest. Come scrive André Gorz in Ecologie et Politique (1975, 77): «Tutti coloro che, a sinistra, rifiutano di affrontare il problema di un’equità senza crescita, dimostrano che il socialismo, per loro, non è che la continuazione con altri mezzi dei rapporti sociali e della cultura capitalistica, del modo di vita e dei modelli di consumo borghesi».
ecologEAST
Arte e Natura al di là del Muro
a cura di Marco Scotini
Artisti: Peter Bartoš, Imre Bukta, Stano Filko, Ana Lupas, Teresa Murak, Gruppo OHO, Pécsi Műhely, Zorka Ságlová, Rudolf Sikora, Petr Štembera, Gruppo TOK, Jiří Valoch
18 marzo – 26 giugno 2016
Via Giordano Bruno 31, Torino
Info: +39 011 3182235
info@parcoartevivente.it
http://parcoartevivente.it/