PESCARA | YAG/GARAGE | FINO AL 19 NOVEMBRE 2024
di MIRIAM DI FRANCESCO
Non è la prima volta che l’arte contemporanea, a Pescara, prende a prestito suggestioni e riferimenti, più o meno espliciti, dalla cultura rom. Ancor più interessante è come la città abbia accolto e sia cresciuta con le contraddizioni di una comunità tra emarginazione e integrazione nei vicoli di quei quartieri, talvolta sconosciuti ai cittadini del centro pescarese. C’è, però, un momento felice, un simbolo per eccellenza che accorcia le distanze mescolando le tradizioni. Quel momento sono le feste dei quartieri, le luci dei luna park, le oscillazioni o le brusche interruzioni delle giostre su cui salire e scendere ripetutamente.
Due soli al crepuscolo, l’installazione collettiva di Sebastián Contreras, Devin Kovach, Giorgia Mascitti e Daniele Caggiano accolta negli spazi della YAG/Garage, dal 19 ottobre al 19 novembre, è un attivatore della memoria di un tessuto della città oscurato, seppur fervido.
Di primo acchito, l’installazione allude ad una giostra e, ad alimentare tale sensazione, è la sua collocazione nello spazio della YAG/Garage, ai piedi dei colli pescaresi non distanti dalla Basilica della “Madonna dei Sette Dolori”, diventata simbolo di culto per i rom che si immedesimano nel dolore di una Madonna trafitta, nel loro immaginario, dalle spade della persecuzione e dell’emarginazione.
Così intesa, la giostra nel suo leggero volteggiare cela i cumuli di una triste storia in festa, carica di paradossi, come suggerisce il titolo “due soli al crepuscolo”. Ed è proprio sul filo degli opposti che ogni artista ha riflettuto e restituito la propria opera all’interno di uno spazio negato e ricostruito. Le pareti, solitamente utilizzate per l’allestimento, sono rimaste intonse e annientate dal buio; al contrario, il centro della grande sala si è trasformato in una rievocazione di una nuova struttura realizzata da Sebastián Contreras che ha dato vita a una narrazione del tutto inaspettata. Un grande telone a strisce rosa e marrone, a voler richiamare le questioni di genere e razza che hanno contraddistinto la storia dell’umanità, funge da cappello introduttivo del racconto corale. Si tratta di un telone volutamente sgualcito, accartocciato da un lato, allusivo delle tante storie di libertà negate. La struttura si costituisce di uno scheletro di profili per cartongesso, come base orizzontale e verticale, su cui gli altri artisti intervengono con le loro opere.
Devin Kovach utilizza tre rotoli di carta giapponese su cui stampare, a dominante azzurra, la veduta laterale della nota “Nave di Cascella”, la fontana monumentale costruita nel 1987 da Pietro Cascella. La “negatività” della tecnica xilografica consente all’artista di porre uno dei simboli di bellezza architettonica cittadina in netto contrasto con la morte in mare dei migranti, svelando il profondo interesse di Kovach per il rapporto tra esperienza visiva e impressione psicologica.
Giorgia Mascitti pone al centro i suoi linguaggi per eccellenza: disegno e scultura. È interessante notare come per Mascitti dalla scultura scaturisce il disegno e non viceversa. Il suo approccio alla scultura è immediato e istintivo, mentre il disegno è pensato a seguito della realizzazione delle sculture dai colori cangianti, da materiali come pongo, giocattoli, cartone. Anche in questa occasione il disegno con grafite su carta dialoga in opposizione con la scultura-giocattolo liberamente ispirata da una delle miniature del Libro delle Meraviglie di Marco Polo.
Infine, la ricerca pittorica di Davide Caggiano si fonda sulla presenza di luce e buio, cultura e ignoranza, pesantezza e leggerezza attraverso la compartecipazione di corpi umani, animali, creature fantastiche in un ordine volutamente caotico da cui trarre ispirazione.
Due soli al crepuscolo è un invito all’immaginazione con i mezzi del disorientamento, ad abbandonarsi agli istinti dionisiaci, a dialogare con la propria città e lasciarsi suggestionare dagli stimoli di umanità. Non è un invito retorico, né si prende troppo sul serio. Al visitatore è consentito scendere i diversi livelli interpretativi di una “giostra” che è simbolo di una festa che unisce le culture lontane che abitano lo stesso territorio. E lo fa con l’arte contemporanea che, in questo caso, parla il linguaggio universale della vicinanza.
Sebastian Contreras, Devin Kovach, Giorgia Mascitti e Daniele Caggiano
Due soli al crepuscolo
Testo critico di Andrea Bardi
19 ottobre – 19 novembre 2024
Yag/Garage
Via Caravaggio 125, Pescara
Orari di apertura: venerdì e sabato dalle 16:00 alle 19:00
Info: +39 085 7951672
info@yag-garage.it
www.yag-garage.com