GENOVA | PALAZZO DUCALE | Fino al 23 febbraio 2025
di FRANCESCA DI GIORGIO
Mentre si avvicina l’ultimo week-end per vedere la mostra Impression, Morisot, in corso fino al 23 febbraio a Palazzo Ducale di Genova, a Torino si continuerà a “parlare” di Berthe Morisot (Bourges, 1841 – Parigi, 1895), fino al 9 marzo, nella mostra Berthe Morisot. Pittrice impressionista, alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.

Berthe Morisot (1841-1895) Eugène Manet in giardino con sua glia, 1883 Olio su tela, 60 × 73,5 cm Collezione privata, CMR 138 © Christian Baraja SLB
Parliamo della più grande pittrice impressionista già riconosciuta in vita come l’unica esponente e fondatrice femminile del movimento artistico più famoso di sempre. Certo, la sua figura è passata attraverso lo sguardo maschile dei colleghi, uno su tutti Manet di cui fu la musa prediletta in molti dipinti: il più famoso Berthe Morisot con un mazzo di violette, del 1872, da cui apprendiamo che la giovane amava vestire di nero, un dato fashion affatto superficiale visto che nell’Ottocento gli abiti neri simboleggiano potere economico, sociale e morale ad appannaggio del mondo maschile, alle donne il nero era riservato al lutto che, si sa, poteva durare anche un avita intera.
Tra le famose note biografiche anche il dato della “moglie di” – la Morisot sposò nel 1874 il fratello di Édouard Manet, Eugène, anche lui pittore – ma non turba più di tanto visto che ancora oggi ahimè è una nota resistente nelle biografie di donne famose per i loro indiscussi meriti, sempre tutti da certificare. Così sulla tomba di Berthe, nel cimitero di Passy, nessun riferimento alla sua carriera, attestate da oltre quattrocento opere straordinarie realizzate in vita, ma un desolante “Berthe Morisot, vedova di Eugène Manet“; idem sul certificato di morte che riporta un “senza professione“. Invece, che avesse in mano l’arte del dipingere era chiarissimo e non lo dichiara solo una tecnica raffinata e per certi versi volutamente “sfuggente”. Il non finito, l’incompiuto che si percepisce nei suoi dipinti ha qualcosa di rivoluzionario perché tramuta un difetto in valore inconfutabile, una caratteristica che libererà le scelte di tanti artisti ed artiste in futuro.
La spontaneità di luce e colore sono di certo un leitmotiv nei quadri della Morisot, oltre ottanta quelli in mostra a Genova – aperta a fine 2024 in occasione delle celebrazioni dei 150 anni del movimento – dove scopriamo che i verdi e gli azzurri non a caso simbolo di una natura vista in presa diretta e in en plein air restano la sua grande sfida perché là fuori nulla è immobile, nulla sta fermo e ci voleva una grande tenacia e passione per affrontare il sole, il vento e la vita che girava attorno al suo cavalletto, in luoghi dove l’artista non chiedeva permesso a nessuno perché l’atto del dipingere doveva essere libero proprio come la natura e si rinnovava di pari passo con essa.
I soggetti dipinti dalla Morisot, per lo più ritratti di donne e scene di vita domestica e giardini in fiore, assecondano le convezioni dell’epoca legate a ciò che si riteneva fosse conveniente rappresentare per una donna che costruisce un’esistenza sui sentimenti e sugli affetti. Grandi protagoniste nei quadri: la figlia Julie e la sorella Edma e non ultimi i luoghi visti nei suoi due soggiorni in Riviera Ligure, negli inverni 1881-1882 e 1888-1889, che hanno avuto una grande influenza sullo sviluppo della sua pittura.
In questi luoghi è come se Berthe raggiungesse una sua maturità pittorico-espressiva, liberandosi progressivamente dalle influenze dei vecchi maestri, Manet primo fra tutti, schiarendo la sua tavolozza e muovendo le sue pennellate come a seguire i moti ondosi del mare che aveva tanto osservato nelle sue giornate liguri.

Berthe Morisot (1841-1895), Barca illuminata,, detto anche Il Namouna, 1889 Olio su tela, 26 × 20 cm, Collezione privata, CMR 238 © Christian Baraja SLB
Questa evoluzione per la curatrice della mostra genovese, Marianne Mathieu, massima esperta della Morisot e direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi, è la conseguenza naturale dell’approccio radicale che Berthe ha impresso alla sua pittura, che non aveva bisogno di vendere o compiacere i suoi clienti.
Un’artista ottocentesca che ha saputo giocare con astuzia con il suo status facendolo diventare una risorsa e non una gabbia e che idealmente sembra dialogare con un’altra grande figura femminile, Lisetta Carmi, a cui la Fondazione Palazzo Ducale dedica una personale, in occasione dei 100 anni dalla sua nascita, negli spazi di Ducale Spazio Aperto fino al 30 marzo.
Impression, Morisot
a cura di Marianne Mathieu
un progetto di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura con Electa, in collaborazione con il Museo di Belle Arti Jules Chéret di Nizza
sostenuta dalla Regione Liguria e dal Comune di Genova
mostra inserita nel calendario delle celebrazioni ufficiali del 150° anniversario dell’Impressionismo, inclusa nella stagione commemorativa avviata dal Museo d’Orsay di Parigi, patrocinata dall’Ambasciata di Francia.
con il sostegno dell’Académie des beaux-arts e del musée Marmottan Monet di Parigi, di Villa et jardin Ephrussi de Rothschild.
Fino al 23 febbraio 2025
Palazzo Ducale – Appartamento del Doge
Piazza Matteotti 9, Genova
Info: Centralino +39 010 8171600
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