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ROMA | RICHARD SALTOUN GALLERY | FINO AL 28 OTTOBRE 2023

La personale di Giulia Napoleone (Pescara, 1936) alla Richard Saltoun Gallery di Roma è un lungo viaggio antologico che parte da alcuni Senza Titolo del 1965 – due esattamente – e risale i gradini del tempo per giungere via via a una serie di Ombre del mattino del 2022.

Se ad aprire la mostra sono due preziosi olii su carta del 2001, indicazione preziosa (questa) che rompe la fissità filologica e gioca piuttosto con piccoli ma eleganti grappoli di tempo (con accenti intuitivi, con accenni riflessivi, con nuclei investigativi), subito dopo, da man destra della longilinea galleria divorabile a colpo d’occhio troviamo appunto quei suoi primissimi lavori del sessantacinque in cui l’artista lavora a punta di matita intercettando non solo un versante analitico ante litteram ma avviando anche una impareggiabile analisi euritmica del gesto e del colore. Di fronte a questi lavori, dopo Trame 26 e Trame 27 (entrambe del 1979) in cui la forma elementare del quadrato vibra per toccare le soglie dell’infinito, troviamo un favoloso Profilo del 1997 e Orizzonti del 1981. Straordinaria, etimologicamente parlando, la serie di Organi del 1980 – numerati rispettivamente da 1 a 4 – in cui l’artista sembra magistralmente giocare con l’ostranenie (estraneamento) poetica messa in campo da Viktor Shklovsky nel 1917.

Giulia Napoleone: Il Blu, installation view, Richard Saltoun Gallery, Roma, 2023. © Giulia Napoleone. Courtesy Richard Saltoun Gallery, London and Rome e Galleria Il Ponte, Firenze

Il percorso, dopo un gradino, quasi una soglia che separa qualcosa e che esige di essere attraversata (prima dallo sguardo, poi dal corpo), mostra un’atmosfera che buca lo sguardo dello spettatore per dar luogo a un unicum plastico, a un locus in cui tutto è impulso creativo, élan vital (Giulia Napoleone è raffinatissima nel toccare con mano il mistero d’una linea d’orizzonte): qui c’è Sentieri di sole (2011-2014), un Senza titolo del 1998 e uno del 1988, ci sono tre olii su tela del 2012 – Misura della memoria XIII, Misura della memoria XXI e Misura della memoria XIX – in cui si avverte il pennello che scivola sulla tela per creare trame incredibili e magnetiche, tessiture inaspettate (a dir poco incomparabili), forme insperate che tolgono la voce alle parole e raggiungono la purezza (aristotelica) del pensiero che pensa il pensiero stesso.

Giulia Napoleone: Il Blu, installation view, Richard Saltoun Gallery, Roma, 2023. © Giulia Napoleone. Courtesy Richard Saltoun Gallery, London and Rome e Galleria Il Ponte, Firenze

In una saletta un po’ appartata, prima degli uffici, la purezza della geometria lascia il posto a composizioni più organiche, a Mutamenti (1980) e a sei Ombre del mattino (la 10, la 11, la 12, la 13, la 14 e la 16) che ci invitano in una pulsante moltiplicazione vegetativa, quasi una boscaglia dove si infila il sole per giocare con l’articolarsi dei rami: qui, per dirla con Leopardi, in fuga van l’ombre e le sembianze.

Tutta l’esposizione è, mi pare, una analitica dell’azzurro: e che sia mare o cielo, questo colore si riarticola anancasticamente, nel lavoro di Napoleone, per vibrare, per far sentire la porosità della carta e lo scricchiolio del pigmento che si dirige sicuro nel creare figure del desiderio.

«L’azzurro è denso di storia […], è il colore dell’intelligenza, del pensiero, della poesia francese», avverte l’artista, quasi a richiamare alcune riflessioni di Kandinsky che vi trova, proprio nell’azzurro, il sovrasensibile: «quando io adopero il blu non penso al mare, non penso al cielo. […]. Il blu è un colore versatile, un colore che mi permette tutte le sfumature che voglio. […]. Il blu è un’astrazione, un pensiero».

Giulia Napoleone: Il Blu, installation view, Richard Saltoun Gallery, Roma, 2023. © Giulia Napoleone. Courtesy Richard Saltoun Gallery, London and Rome e Galleria Il Ponte, Firenze

Ma l’azzurro, per Giulia Napoleone, è questo e altro: è solitudo riflessiva, è ineffabile, è melancholia philologica, è studio e stupore e lucidità, è leonardesco monte azzurrino, è pensiero vicino alla sua cosa, è sospensione e trasparenza e pneuma, è sogno dove non ci sono più immagini ma solo intense vibrazioni emotive, è infinito intrattenimento, è presenza lirica o anche ricordo del ricordo, ricomparsa di quei luoghi abitati nel passato – lei che è uccello migratore (Francia, Australia, Inghilterra, Tunisia, Germania e Russia sono alcuni dei luoghi attraversati dal suo sguardo cristallino e curioso), lei che entra nella scena culturale romana dove frequenta Ennio Flaiano (che le presenta Sinisgalli e Moravia), Peppino Appella, Dario Durbè o Giovannino Russo – che tornano sempre, vestiti di nuovo.

Giulia Napoleone: Il Blu, installation view, Richard Saltoun Gallery, Roma, 2023. © Giulia Napoleone. Courtesy Richard Saltoun Gallery, London and Rome e Galleria Il Ponte, Firenze

Giulia Napoleone: Il Blu

12 settembre-28 ottobre 2023

Richard Saltoun Gallery
Via Margutta 48a-48b, Roma

Orari di apertura: martedì – venerdì: 10.30–19.00; sabato: 11.00- 19.00

Info: rome@richardsaltoun.com
+39 06 86678 388
www.richardsaltoun.com

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