BOLOGNA | SPAZIO& | fino al 29 marzo 2013
Intervista a MICHELANGELO SETOLA di Viviana Siviero
Edo Chieregato e Michelangelo Setola firmano il nuovo libro a fumetti editato da Canicola e da D406, che ripercorre le fantasie, le esperienze e le evoluzioni di quasi un decennio di crescita di talenti. Parallelamente, il festival BilBOlbul, dedica a Setola una mostra di tavole originali (fino al 29 marzo, presso lo Spazio& di Bologna), per toccare con mano il talento visionario dell’artista, già ampiamente apprezzato a livello internazionale, fin dalla sua radice più intima.
Cinque storie brevi e meno brevi, già apparse su Canicola e su altre riviste internazionali: cosa significa raccoglierle in un solo libro? Di che tipo di libro stiamo parlando?
I racconti, accorpati in un unico libro, prendono nuova vita e si mette un punto su una produzione e collaborazione durate otto anni. Le storie sono diverse fra loro, ma fanno parte di un unico universo, che è l’universo narrativo nel quale Edo ed io ci siamo mossi fin dalla prima storia. Un universo che nasce a partire dalla nostra collaborazione: Edo, come sceneggiatore, ha lavorato con altri disegnatori, su storie estranee a quel mondo, che parlano d’altro. Il libro racconta di rapporti interpersonali fra persone ai margini, bulli di provincia, bambini che vogliono emularli, paure e senso di inadeguatezza, macchine, usi e musiche di un passato non troppo lontano, con nostalgia ma anche distacco e del misterioso potere magnetico che la natura ha sull’uomo…
Il volume, dal titolo Dormire nel fango, mette in evidenza alla perfezione le differenze stilistiche fra le varie storie, nate in momenti diversi ma soprattutto per motivi diversi: ci racconti come sono cambiati i soggetti ma soprattutto il tuo segno e perché?
Il mio segno è cambiato, come credo fosse inevitabile. Ho iniziato a disegnare queste storie a venticinque anni, ora ne ho trentatré, sarebbe stato strano il contrario; detto questo, per entrare nello specifico, il tratto nelle prime storie era più legato ad un modo di disegnare e di pensare al disegno lontano dal fumetto. Ho cominciato relativamente tardi coi fumetti, prima facevo disegni su A4, con scene singole senza una narrazione, avevo un segno più libero. A volte, erano solo schizzi veloci a suggerire anatomie senza curare troppo la forma, erano più che altro schizzi evocativi che, di volta in volta, sondavano scene o atmosfere senza descriverle troppo, ed erano un gesto o particolari sparsi qua e là a dare senso al tutto.
Man mano che cresceva la passione per il fumetto, con uno sguardo più attento anche verso altri autori, i disegni sono diventati più descrittivi, messi al servizio della sceneggiatura, ma sempre inclini a un’interpretazione molto personale, senza trascurare mai il piacere del disegnare. Questo spiega l’inevitabile distanza stilistica tra Isole, la prima storia e Musi di camion, l’ultima…
Per le sceneggiature mi sembra si possa fare un discorso analogo, si è partiti quasi per gioco, quando abbiamo cominciato. Edo non aveva ancora provato a sceneggiare ed io avevo solo abbozzato qualche prova incerta. Col passare del tempo Edo mi è parso più a suo agio, più sciolto; le sceneggiature sono diventate più complesse e ricche, con più attenzione alla narrazione, ai tempi di lettura, è stata un’evoluzione in sincronia con quella dei miei disegni (credo).
Qual è il rapporto che ti lega ad Edo Chieregato e cosa ti ha regalato a livello di crescita ed ispirazione?
Il rapporto con Edo è di forte amicizia. Abbiamo cominciato a frequentarci per produrre le storie apparse su Canicola (rivista a fumetti di cui siamo insieme ad altre sette persone, i fondatori). All’inizio ci conoscevamo appena, ci vedevamo al parco o a casa sua e parlavamo quasi esclusivamente delle storie; si affrontavano i problemi della sceneggiatura, si beveva qualche birra e quando pensavamo di esserci detti tutto, tornavo a casa. Col tempo però gli incontri dedicati al confronto sulle storie si sono ridotti sempre più, abbiamo cominciato a frequentarci a prescindere dal nostro lavoro, ci vedevamo per tutt’altro anche se il tempo trascorso insieme è andato sempre più ad alimentare le storie, in maniera involontaria, ma molto naturale. Adesso i confronti sul lavoro sono relegati a incontri sporadici ma più frequentemente a lunghe e-mail, ad oggi i nostri colloqui sono quasi esclusivamente incentrati sulle migliaia di foto che mi manda, di Volvo antiche e moto d’epoca, che vuole costringermi ad acquistare…
Penso questa collaborazione mi abbia dato molto, mi ha permesso di realizzare fumetti e vederli pubblicati subito, che è un regalo enorme per un fumettista alle prime armi, e mi ha regalato la possibilità di confrontarmi da disegnatore con un’idea diversa di raccontare, suggerendomi storie e atmosfere che ormai fanno parte anche del mio mondo immaginario.
Progetti per il futuro?
Un nuovo libro a fumetti a partire da una vecchia storia di trenta pagine Bar miki, realizzata in occasione di una personale al festival del Fumetto di Lucerna diversi anni fa. Un libro di disegni su paesaggi industriali apocalittici. Un libro per bambini sulla lotta tra polpi, granchi, meduse e calamari. Trovare casa e un lavoro…
Michelangelo Setola. Dormire nel fango
Nell’ambito del festival del fumetto BilBOlbul
Fino al 29 marzo 2013
SPAZIO&
via Guerrazzi 1, Bologna
Orari: da lunedì a sabato 10.00-17.30
Dormire nel fango. Edo Chieregato / Michelangelo Setola
192 pagine
Canicola edizioni 2012
collana jaroslav falta
italiano e inglese
17 euro
www.canicola.net