di FRANCESCA DI GIORGIO
In che modo l’arte e le sue istituzioni diventano pubblici e quindi resi parte del bene comune? Questo è l’interrogativo condiviso da Adam Szymczyk (direttore artistico di documenta14) e da Katerina Koskina (Direttore del Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Atene – EMST). Cosa significa, quindi, “pubblico” oggi, a tutti i livelli, artistico, politico e finanziario è al centro della riflessione della prossima edizione di documenta14 lo storico “simposio” internazionale d’arte contemporanea a cadenza quinquennale il cui fulcro geografico di Kassel, città nell’Assia settentrionale (Germania centro-occidentale), per la prima volta nella sua lunga storia (la prima edizione è del 1955), decide di delocalizzare oltre confine, avviando una collaborazione con Atene.
Un asse ideale unisce quindi Germania e Grecia avviando uno scambio che si pone a partire dal titolo della rassegna, Learning from Athens, sul piano della conoscenza, della condivisione e dello scambio.
Da sabato 8 aprile documenta14 ha aperto la sua mostra ad Atene che si estende in più di 40 differenti location: pubbliche istituzioni, piazze, cinema, sedi universitarie, e librerie.
Oltre 160 gli artisti internazionali coinvolti che hanno lavorato ad opere inedite. In questi giorni è stato diffuso anche il programma della settimana di inaugurazione (a questo link un riepilogo: http://www.documenta14.de/en/news/16741/inauguration-week-program). Qui invece trovate la lista degli artisti invitati con relativa mappa dei luoghi: http://www.documenta14.de/en/public-exhibition/
Durante l’ultima conferenza stampa, del marzo scorso, al Museo Fridericianum di Kassel e al Museo Nazionale d’Arte Contemporanea di Atene (EMST) sono emerse le molteplici dimensioni della nuova collaborazione che si estende in entrambe le istituzioni così come nelle città d’appartenenza. Il Museo Nazionale di Arte Contemporanea (EMST) sin dalla sua fondazione, nel 2000, ha raccolto opere di artisti greci e internazionali dal 1960 ad oggi e la collezione è riuscita ad instaurare un dialogo con opere provenienti da altri musei e istituzioni internazionali nonostante l’austerity, causa la grave crisi economica degli ultimi anni in Grecia.
La proposta di Adam Szymczyk – capo curatore alla Kunsthalle di Basilea dal 2003 al 2014 e nel 2008 co-curatore della V Biennale di Berlino – di organizzare documenta14 ad Atene e Kassel come ha dichiarato il curatore ha radici politiche – risarcire la Grecia dei danni causati da una spietata politica d’austerità, tale da ridurre Atene nella condizione in cui si trovava Kassel nel dopoguerra – e culturali – un ritorno alle origini della cultura europea ovvero all’arte classica: riflettendo sul futuro dell’arte contemporanea riprendendo e riscoprendo il “dialogo” con artisti per certi versi trascurati.
Szymczyk, inoltre, ribalta e mette in discussione il concetto di ospite. Per decenni documenta ha ospitato molti artisti e operatori culturali provenienti da tutto il mondo e, per la prima volta, è ospite ad Atene.
La tensione tra i due poli Nord e Sud si riflette nella produzione culturale contemporanea come sfida di equilibrio dinamico tra spazio e tempo. La distanza tra Kassel e Atene dall’esperienza dei visitatori sarà radicalmente alterata. Una sensazione di perdita e di nostalgia causata dallo spostamento geografico e mentale creato da due luoghi lontani stravolgendo il presupposto radicato e diffuso di una necessaria unità d’azione, luogo e tempo. Per documenta14, gli artisti sono stati quindi invitati a pensare e produrre all’interno della dinamica tra queste due città.
Al momento dell’inizio dei lavori, nel 2014, la Grecia rappresentava un caso emblematico della situazione globale e incarnava i dilemmi economici, politici, sociali e culturali dell’Europa di oggi, molto di più di Kassel quando nel 1955 doveva affrontare il trauma della distruzione causata dal regime nazista e, allo stesso tempo, fungere da posizione strategica durante la Guerra Fredda. Se Atene esemplifica i problemi attuali, che si estendono oltre la nozione proverbiale di “Crisi greca”, queste istanze rimangono al momento irrisolti eppure ci presentano l’opportunità di aprire uno spazio di immaginazione, di pensiero e azione. I parametri socio-politici che hanno reso documenta urgente nel 1955, e che hanno permesso lo sviluppo del progetto, ora non sono più in gioco. Il senso di urgenza, quindi, deve essere trovato altrove.
/ La prima opera work in progress
Nell’ottobre 2016 è partita la chiamata pubblica per donare i libri che costituiranno l’opera The Parthenon of Books (Il Partenone di libri) dell’artista argentina Marta Minujín (che riproduce una storica installazione del 1983). Attraverso un’opera di crowdfounding 100.000 libri provenienti da tutto il mondo saranno convogliati sulla Friedrichsplatz a Kassel, lo stesso luogo in cui, nel 1933, numerosi libri considerati “degenerati” furono bruciati dai nazisti. A Kassel, nel giugno 2017, Il Partenone di libri sarà costruito, utilizzando i libri raccolti, come una replica fedele in scala del tempio sull’Acropoli di Atene. Il tempio come archetipo di ideali estetici e politici della prima democrazia. Un simbolo di resistenza a qualsiasi censura o persecuzione degli autori.
documenta14. Learning from Athens
direttore artistico Adam Szymczyk
Curatorial team: Pierre Bal-Blanc, Hendrik Folkerts, Candice Hopkins, Hila Peleg, Dieter Roelstraete, Paul B. Preciado, Monika Szewczyk and Bonaventure Soh Bejeng Ndikung
Friedrichsplatz 18, Kassel (DE)
Sedi varie, Atene
8 aprile – 16 luglio 2017
Sedi varie, Kassel
10 giugno – 17 settembre 2017
Info: www.documenta.de