MILANO | Studio Masiero | 12 novembre 2015 – 15 gennaio 2016
di KEVIN McMANUS
Alcuni decenni fa, che un’opera d’arte appartenesse alla categoria “pittura” o alla categoria “scultura” era una questione fondamentale. Interi edifici critici venivano costruiti su questo bisogno di specificità, e il lavoro di artisti più o meno importanti poteva trarne vantaggio ingiustificato o, al contrario, un danno immeritato. Oggi questo problema è comprensibilmente uscito di moda, e chi se ne occupa – salvo le prevedibili eccezioni – lo fa non per stabilire una norma del fare arte, ma piuttosto per analizzare le potenzialità di ciascun mezzo e la sua capacità di dialogare con gli altri. Il confine, insomma, non è più indagato per poterci costruire sopra una barriera, ma perché si possa meglio intenderne la natura.
Valdi Spagnulo rientra nella categoria degli artisti che indagano (anche) questo tema. Non lo fa però dal punto di vista squisitamente teorico, partendo cioè da un’idea forte del mezzo specifico per testarne eventualmente i confini. Lo fa da un punto di vista empirico, trattando i medium artistici non come postulati ma come forme di interazione viva tra fruitore e opera, e tra opera e spazio. Lo si può ben capire sfogliando qualsiasi catalogo di mostra in cui sia compreso il suo lavoro. Tuttavia, l’esposizione in corso presso lo Studio Masiero, curata da Claudio Cerritelli, sembra aggiungere nuovi spunti di riflessione a una ricerca fin qui estremamente coerente.
Il soggetto della domus, di per sé assai affascinante, è sviluppato da Valdi Spagnulo come una riflessione a più voci su temi quali il progetto e la sua dimensione estetica, il rapporto tra spazio e forma, in generale le modalità con cui l’uomo, anche grazie all’arte, può abitare lo spazio attraverso la forma, lasciando un segno consapevole. Le forme delle Domus articolano nello spazio, a partire dalla parete, il disegno di una planimetria, mettendo in discussione tutti i ruoli fissi che un occhio pigro attribuirebbe ai diversi elementi dell’opera: la forma che a prima vista sembra appesa alla parete, poggia in realtà sul pavimento, e usa la parete come semplice sfondo; quella che a prima vista sembrerebbe una cornice si rivela essere lo sviluppo verticale di un solido scultoreo; quella che, insomma, appare come un’esperienza puramente visiva, si rivela invece come uno sfruttamento tattile, ingombrante di uno spazio fisico. Soprattutto nei due grandi lavori (Domus di Persefone, Domus di Zeus) pensati appositamente per la galleria di Monica Masiero, e in particolare per le due quinte in cemento che lo caratterizzano, l’impressione è quella di una tensione insolubile tra pittura e scultura, con l’architettura a fare capolino qua e là.
Proprio l’insolubilità del rapporto distingue questo lavoro da tanti giochi illusionistici sulle due e tre dimensioni visibili nell’arte di oggi: le “scoperte” elencate poche righe sopra possono infatti essere lette anche in senso opposto, dallo spazio alla parete, dalla scultura alla pittura. Perché qui sta il punto: pittura e scultura, oltre ad essere ovviamente due medium distinti con caratteri e limiti propri, sono modi di guardare, sono relazioni. Così che i pochi, ma determinanti, inserti di colore proposti da Valdi portano l’apparente austerità della struttura in una misurata dimensione lirica, la quale – una volta capito che l’austerità è appunto apparente, tanta è la libertà con cui si gioca con lo spazio – si fa atmosfera, tonalità (nel senso musicale del termine), complicata e stimolata dal raffinato gioco delle ombre sulla parete/fondale.
Oltre ai due lavori inediti, la mostra propone due sculture di dimensioni più ridotte, oltre a una serie di carte, ricchi “studi” che pur prefigurando possibili sviluppi della ricerca costituiscono già, in sé, altrettanti punti d’arrivo.
Valdi Spagnulo. Domus Mentis
a cura di Claudio Cerritelli
12 novembre 2015 – 15 gennaio 2016
Studio Masiero
Via E. Villoresi 28 (secondo cortile), Milano
Orari: da martedì a venerdì 15.00-19.00, in altri giorni e orari su appuntamento; ingresso libero (chiusura dal 23 dicembre al 6 gennaio, con possibilità di visita su appuntamento).
Info: +39 3358455470
info@monicamasiero.it