MILANO | Acquario Civico e Conca dell’Incoronata | 15 settembre – 11 ottobre 2015 e 15 settembre – 25 ottobre 2015
Intervista a OMAR GALLIANI di Cristina Casero
Si è inaugurata a Milano una bella mostra di Omar Galliani (1954) che, articolata su due sedi, si incentrata sul tema dell’acqua, soggetto a lui caro e spesso frequentato nel corso degli anni. Anche le sedi dell’esposizione, intitolata Il disegno nell’acqua e curata da Raffaella Resch, sono state scelte con cura, in stretta relazione con i lavori esposti: l’Acquario Civico, dove viene allestita una ricca antologica che raccoglie opere anche inedite, e la Conca dell’Incoronata in via San Marco, un luogo storico e significativo, per il quale l’artista ha ideato un intervento site-specific.
Abbiamo incontrato l’artista nella fase di preparazione di questo suo nuovo progetto per fargli alcune domande:
Ci può sinteticamente descrivere il progetto sotteso alla mostra Il disegno nell’acqua?
L’acqua ha caratterizzato una parte importante dei miei primi lavori della fine degli Anni Settanta sulla rivisitazione di alcune pagine della storia dell’arte, fra questi alcuni fogli “siamesi” tratti dagli studi sulle acque realizzati da Leonardo. L’acqua poi si è mossa attorno al mio lavoro rileggendo miti classici Aretusa o letterari Ophelia. Opere in cui l’acqua aveva un ruolo simbolico e attivo consumando o mutando l’origine del disegno.
Nell’Acquario Civico di Milano sono esposte queste opere insieme ad altre meno conosciute come i Rami, lavori della fine degli Anni Ottanta in cui, attraverso un processo alchemico, il disegno galleggia e si imprime letteralmente attraverso una soluzione di acido nitrico e acqua, fino al film Fluire realizzato da mio figlio Massimiliano, epifania di un’opera inedita presente in mostra. Nella Conca dell’Incoronata, impresa idrica disegnata da Leonardo per gli Sforza, ho installato una nuova grande opera (un polittico) sul fondo asciutto del canale. Il disegno è tratto da una crocchia di capelli della perduta Leda e il cigno di Leonardo e, realizzato con sale dell’Himalaya e albume d’uovo, si scioglierà con la pioggia e, riassorbito nell’etere, si dissolverà come ogni altra opera dell’uomo in un flusso perpetuo, ciclico.
Spesso nel suo lavoro i segni grafici si susseguono e si sovrappongono, come a rappresentare il sedimentarsi dei ricordi nella memoria. Perché la memoria è così importante per lei? Possiamo intendere allo stesso modo la memoria culturale, da cui il guardare a Leonardo?
Come nel processo omeopatico dell’acqua, in cui alcuni scienziati hanno ravvisato l’ipotesi che l’acqua abbia memoria, credo che anche la condizione storica del “segno” abbia la stessa natura.
Il mio disegno non è “mio”, in quanto sedimentazione ancestrale e storica di un’evoluzione che nonostante il web resiste e si trasmette quale condizione primaria del “dire” o del “fare”. Leonardo quindi è per me un’omeopatia del disegno.
Come si coniuga l’uso di una tecnica “tradizionale” come il disegno con la dimensione ambientale dell’installazione?
Il disegno che realizzo ha spesso esiti “esagerati” per dimensioni. Non è quindi un disegno convenzionale, se pensiamo a dimensioni come quattro metri per quattro o cinque metri per sei. Il disegno nella storia dell’arte ha avuto quasi sempre una funzione progettuale, quasi mai la dimensione di un’opera finita. Questa “infinitezza” del disegno mi ha portato ad allungare il segno nello spazio, nell’ambiente, non più soltanto in funzione della parete o della cornice.
Nella sua ricerca si è costantemente attuata una sintesi tra l’antico e il contemporaneo. Anche in base all’esperienza di quest’ultima mostra milanese, quali sono per lei le prospettive future per una prassi espressiva come quella da lei praticata?
Nel 1978 Demetrio Paparoni mi invitò ad una mostra a Siracusa: L’Annunciazione di Antonello. Alcuni noti artisti concettuali lavorarono sull’opera di Antonello e io scelsi il disegno quale mezzo per indagare la “pelle” del dipinto. Qualche anno dopo, Flavio Caroli mi invitò con Luigi Ontani, Michelangelo Pistoletto ed altri a rivisitare Lorenzo Lotto, La ruota del Lotto. In quegli anni era pionieristico, mentre oggi è diventata una consuetudine. È un boomerang storico che porta i visitatori a rivedere e a confrontare la storia dell’arte con gli occhi del contemporaneo. Non è una sfida e neppure un confronto ma semplicemente… omeopatia.
Omar Galliani. Il disegno nell’acqua
a cura di Raffaella Resch
mostra di Comune di Milano, Acquario e Civica Stazione Idrobiologica Milano, Archivio Omar Galliani
con il patrocinio di Città di Locarno
in collaborazione con Navigli Lombardi
allestimento di Mario Botta
parte del palinsesto di Expo in Città
con il supporto di Landirenzo
catalogo Silvana Editoriale
15 settembre – 11 ottobre 2015
Acquario Civico
Via G.B. Gadio 2, Milano
Orari: dal 1 maggio al 31 ottobre in occasione di Expo 2015 sarà esteso l’orario d’ingresso; da martedì a domenica ore 9.00-19.30 (ultimo ingresso ore 19.00); chiuso lunedì
Ingresso intero €5.00; ridotto; €3.00; gratuito ultima ora di apertura; tutti i martedì dalle ore 14.00; ogni prima domenica del mese del 2015
15 settembre – 25 ottobre 2015
Conca dell’Incoronata
via San Marco, Milano
Info: +39 02 88465750
C.acquario@comune. milano.it
www.acquariocivicomilano.eu