Gradisca d’Isonzo (GO) | sedi varie | 19 – 20 – 27 giugno 2015
Intervista ad ALFIO DI LENA di Francesca Di Giorgio
Sinestesia è contaminazione dei sensi e della percezione, condicio sine qua non per mettere in scena uno dei più originali festival estivi in corso a Gradisca d’Isonzo (GO).
La decima edizione di Omissis International Performing Arts Festival quest’anno affida a Synesthesia il suo messaggio, indicativo delle scelte artistiche in programma ma, soprattutto, dello spirito che anima il festival sin dai suoi esordi.
Se è vero che l’Italia e l’Europa, in generale, non sono “habitué” di festival della performance Omissis non corrisponde, per volontà, ai canoni rassicuranti del teatro e dello spettacolo tradizionali ma mira a coinvolgere i sensi del pubblico mischiando le carte: tra tecnologia e linguaggi dell’arte.
«Omissis è sempre stato difficile da descrivere al potenziale spettatore ancora “vergine”. Non si occupa di teatro, o meglio non solo, ma più in generale di “spettacolo” e dei suoi legami con la tecnologia, il corpo, la società. L’interazione e l’integrazione tra questi diversi elementi contraddistingue sempre il lavoro delle compagnie e dei gruppi che scegliamo di portare al Festival» Racconta il direttore artistico Alfio Di Lena. «Quest’anno la spinta principale nella selezione era quello di ricreare delle esperienze molto personali e singolari nello spettatore. Tale proposta è data anche dall’uso, negli spettacoli proposti, di prassi innovative che ancora non hanno trovato uno sviluppo commerciale».
In attesa della giornata conclusiva del Festival ci siamo fatti raccontare la “strana natura” di Omissis e cosa ci aspetta sabato 27 giugno…
Negli anni avete sempre guardato dentro (il Friuli Venezia Giulia) e fuori i vostri confini fisici. Gli appuntamenti di quest’anno arrivano da otto Paesi differenti (Finlandia, Olanda, Spagna, Stati Uniti, Colombia, Polonia, Bulgaria e Gran Bretagna). Qual è il filo conduttore che mette in dialogo le diverse realtà “in scena”?
Potrei parlare della direzione artistica e delle linee guida alla base della scelta delle produzioni in programma. Invece mi voglio soffermare sui “contenuti” del nostro festival da un altro punto di vista, spesso sottovalutati nell’organizzazione di un evento. Noi cerchiamo di creare un clima sereno ed umano tra chi va in scena, gli angeli dello staff che ci danno annualmente una mano a realizzare Omissis, gli spettatori che partecipano, la cittadina e il comune che lo accolgono nei suoi spazi storici. Più di ogni altra cosa conta l’alchimia tra tutti questi soggetti per la riuscita del Festival. Non sempre ci si riesce, ma se c’è tempo facciamo conoscere agli ospiti il territorio, li scorrazziamo in giro tra Collio, Carso, Isonzo e il litorale adriatico. Davanti ad un bicchiere di vino e ad un bel paesaggio, certo, è sempre più facile stringere delle relazioni durature. E questo è l’unico criterio che conosciamo per creare un reale dialogo tra tutte le persone coinvolte in modo diverso all’interno di un evento singolare come OmissisFestival.
Dieci anni di esperienza possono essere uno spunto per riflettere su come è cresciuto il vostro progetto che ha sempre guardato al futuro…
Ogni tanto mi chiedo se dopo tutte queste edizioni il Festival è cambiato anche nei contenuti e nelle modalità di partecipazione del pubblico.
Sicuramente e per fortuna in dieci anni tutti coloro che contribuiscono annualmente alla realizzazione di Omissis sono cambiati, e posso dire anche cresciuti, e hanno inserito qualcosa di personale nel progetto.
Rispetto all’edizione del 2012, l’evento ha cambiato volto ed è diventato molto più radicato e sorprendente. C’è stato un nuovo inizio, una sorta di primavera inaspettata e vitale. Certo non è possibile proporre un festival che sposi spettacolo ed innovazione, e che allo stesso tempo possa anche rimanere fedele a se stesso negli anni. È un’operazione senza senso.
Inoltre quello che mi ha sempre colpito è che crei un evento dedicato principalmente alla relazione tra spettacolo, corpo e tecnologia, tra presente e futuro, e negli occhi di molti rimane il “passato” ovvero le locations storiche che ospitano parte delle proposte in programma.
Questo è solo un esempio che descrive bene come il pubblico si porta a casa un’esperienza molto soggettiva ad ogni edizione.
Sembra assurdo, ma per ognuno di loro Omissis è sempre diverso dal precedente.
Rispetto ad altri festival performativi quale carattere avete voluto dare ad Omissis e com’è cambiata la vostra visione nel tempo?
Non vorrei sembrare indisponente, quando invece sono solo ignorante, ma non conosco altri Festival performativi in Italia. Sono pochi anche in Europa. Sicuramente sono molti di più i Festival teatrali, ma non li frequento molto spesso. Anzi, per essere sincero, non ci vado mai. Il teatro non è in cima alla lista dei miei interessi, lo trovo un medium piuttosto logoro. Sono pochi i registi o gli spettacoli che riescono a stupirmi in questo campo.
Omissis ha un orizzonte diverso, sviluppatosi nel tempo soprattutto dopo la svolta nel 2013, legato al progresso tecnologico e ai suoi riflessi sul corpo messo in scena.
Un’impostazione originale magari anche “fumosa”, ma che gli dona un certo fascino imprevedibile agli occhi di chi gli si avvicina con una certa curiosità.
Venerdì 27 giugno appuntamento per l’anteprima assoluta di “Amanthia” dei RTVIEW. Ci racconti chi sono e cosa fanno?
Un breve avviso: per ragioni dovute alle pessime previsioni meteorologiche abbiamo spostato lo spettacolo in Galleria Spazzapan. Gli Rtview sono Saul Clemente ed Alessandro Passoni, due instancabili lavoratori e veri creativi. Per creativi intendo due artisti che oltre all’idea hanno anche le competenze tecniche per realizzarla al meglio. Spiegare cosa siano capaci di fare è al di là delle mie competenze. È come chiedere ad uno scolaro delle elementari di dimostrare la teoria della relatività. Posso intuire ciò che fanno, ma non spiegarlo. Sono stato presente, davanti ad una bella birra, in una fase di brainstorming e di rifinitura nella creazione della performance. Ma quello che mi hanno fatto “vivere” in Amanitha tramite la tecnologia Oculus è stato totalmente sorprendente anche per me. Bisogna provare. Di sicuro continueremo a collaborare, considero questo solo il primo passo assieme a loro. Vorrei però nominare anche altri due spettacoli che completano il percorso di quel giorno in Galleria Spazzapan. I Me&themachine, gruppo anglo-spagnolo in scena con “The Show of your life”, uno spettacolo cinematografico con visore, molto ironico e divertente, sempre per una persona alla volta e della stessa durata di Amanitha. Un’esperienza magari per alcuni versi meno spettacolare ma anche molto più fisica… ma non voglio svelare altro!
E chiude la “zona chillout”, vale a dire il Brain Pong di Jestern, ovvero il primo videogioco mai inventato dall’Atari, il famosissimo ed archetipico Pong, che sarà questa volta completamente controllabile dai “giocatori” con le proprie onde mentali. E non si tratta di uno scherzo.
Il Festival si chiude al Teatro Nuovo con la performance del gruppo finlandese WHS… Può darci qualche anticipazione?
I WHS sono il nostro grande spettacolo di chiusura. Si tratta di una storia d’amore: una coppia in crisi affronta alcune difficili prove, sostenendosi nei momenti di difficoltà. Una storia molto comune, raccontata in modo originale ricreando suoni, immagini e situazioni con diverse tecniche narrative, mutuate dal teatro d’illusione e dall’uso di tecnologie d’avanguardia.
LÄHTÖ / DÉPART è uno spettacolo emozionante, dall’atmosfera sospesa e senza tempo, coinvolgente ma allo stesso tempo anche sconvolgente.
Kalle Nio è già stato presente in programma nel 2012. È lui la mente dietro a questo spettacolo e a molte delle produzioni dei WHS, secondo noi è un autore molto interessante ed una persona di grande spessore umano, oltre ad essere un amico. Siamo i primi a voler capire tutti i trucchi che si celano dietro le quinte e a osservare dal vivo il loro effetto finale. Veramente non stiamo nella pelle e non vediamo l’ora di incontrarli di nuovo davanti ad un bicchiere di buon vino bianco del Collio.
SYNESTHESIA
Omissis. International Performing Arts Festival
Un progetto di ma++a+oioscenico
19 – 20 – 27 giugno 2015
sedi varie, Gradisca d’Isonzo (GO)
Info: www.omissisfestival.it
Per prenotazioni: +39 388 17 10 531