Si aggiunge un altro tassello al quadro delle iniziative in programma per MiArt 2010. Questa volta a rispondere alle nostre domande è Milovan Farronato. Il suo intervento si concentra su una nuova concezione di incontri vis à vis, convegni, tavole rotonde, performance e interviste, articolate in quattro sezioni tematiche, che animeranno tre giornate dedicate ciascuna all’approfondimento di un tema specifico: De Arte Disputatio. Un’arte in cui le idee si offrono al confronto e si mettono alla prova, stabiliscano un dibattito e, perché no, danno forza e addirittura ribaltano le convinzioni di chi partecipa, d’altronde come insegna la disputatio medievale: «Nessuna verità può essere veramente capita e predicata con ardore se prima non sia stata masticata dai denti della disputa»…
Francesca Di Giorgio: De Arte Disputatio e relative sezioni tematiche: Eorum vox, Libera opinione expositio, Interem artem et elegantiam peregrinationes, Interludium. Il “rigore” della lingua latina unito ad una vocazione più salottiera?
Milovan Farronato: Mi piaceva dare una parvenza di qualificante classicità agli incontri in programma ed evacuare il ricorrente “international English”. Un latino non da puristi ovviamente e, di certo, adeguato alle esigenze moderne.
Il rigore di De Arte Disputatio sta più che nella lingua della titolazione, nella struttura degli incontri. Un programma ufficiale distino in tre incontri giornalieri di differente tipologia; inoltre una controprogrammazione di altrettanti incontri a cura di artisti e Artist Run Space per offrire “pause” suggestive con proiezioni, performance, installazioni sonore, e quasi-lecture. Tre giornate dedicate ad altrettanti temi.
L’arte e le donne, il ruolo delle istituzioni e proposte indipendenti, spazi liberi sono le linee guida su cui ha imbastito la tre giorni di convegni, incontri e performance. Ci racconta come ha coordinato il progetto e alcune delle personalità che vi prenderanno parte?
Ripercorro il “trittico” attraverso la tipologia di incontri: Eorum Vox. Si tratta di doppie interviste a collezionisti italiani attivi sulla scena internazionale finalizzate a definire il profilo eteroclita del collezionista d’oggi, il suo statement, il suo ruolo, la sua etica e la sua eventuale metodologia. Nella giornata dedicata alle istituzioni, saranno di turno Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e Tullio Leggeri, entrambi collezionisti privati che hanno affrontato una dimensione pubblica attraverso le lore rispettive fondazioni. Nella giornata dedicata all’arte al femminile, sarà la volta di Valeria Napoleone la cui collezione include unicamente artiste donne. In questo caso, a confronto con le prospettive più eterogenee di Flavio Albanese. Sabato 27 marzo in cui il programma prevede uno speciale focus sulle “libere iniziative” sarà di turno la leggerezza (come la definiva Calvino nelle sue Lezioni Americane) di Nicoletta Fiorucci e la posizione assertiva di Acacia attraverso le parole di uno dei membri dell’associazione, Emilio Giorgi.
Nell’area “tavole rotonde” (libera opinione expositio) segnalo da un lato l’incontro in cui i nuovi direttori di altrettante prestigiose istituzioni pubbliche italiane raccontano le linee guida delle loro direzioni e dall’altro, in Salon Des Refusés, Gli Indipendenti, il nutrito gruppo di curatori indipendenti, di vario profilo e generazione, che si interrogano sulle ragioni, limiti, e possibilità di questa vera, presunta, necessaria indipendenza.
All’interno di Libera opinione expositio verrà presentata la nuova edizione di Premio Veuve Clicquot Italia 2010 dedicato all’arte al femminile. Quali sono le sue finalità?
Il premio pone al centro l’evento espositivo, e con esso, quindi, tutti gli “attori” che hanno contribuito alla sua realizzazione. Una prima giuria di critici e giornalisti ha selezionato sette mostre avvenute in Italia durante il 2008 e 2009, in spazi pubblici e privati, eventi che si sono contraddistinti per aver promosso il dibattito sull’arte al femminile. Una seconda giuria invece stabilirà la mostra vincitrice, distribuirà i premi che Veuve Clicquot mette a disposizione (la produzione di un’opera o un periodo di residenza per l’artista; un viaggio di ricerca per il curatore e la coproduzione di un’altra mostra al femminile per lo spazio espositivo). E, congiuntamente a questo, eleggerà la nuova Grande Dame 2010 tra le direttrici degli spazi che hanno ospitato le mostre finaliste. Le candidate sono: Angela Vettese, Letizia Ragaglia, Emi Fontana, Francesca Minini, Francesca Kaufmann (nominata per due volte) e Chiara Bertola.
Rispetto alle nuove strategie di collaborazione, sempre più frequenti, tra arte e moda, ci indica gli aspetti più interessanti sotto il profilo della ricerca artistica contemporanea?
La sezione Inter artem ed elegantiam peregrinationes vuole fare proprio questo, capire se siano in atto delle vere e proprie qualificanti sinergie o se, invece, l’arte e la moda rimangano due primedonne solo apparentemente in collaborazione per mutuo soccorso. Fra i tre interventi proposti sono abbastanza convinto che solo in quello che vede protagonisti Christian Holstad e Bernhard Willhelm sia in atto una vera e paritetica collaborazione. Si tratterà di un’inedita performance, o quasi-lecture, in cui la creatività dell’uno si giustappone (forse addirittura si fonde) in perfetto equilibrio con quella dell’altro. Per Goshka Macuga e la fashion designer di Boudicca si tratta invece di confrontarsi su un ambito di ricerca che interessa entrambe… forse in direzione di una collaborazione futura. Anche per Sissi e Angelo Figus il carteggio immaginario pregresso all’incontro potrebbe offrire in MiArt fiorescenze inaspettate.
Credo si tratti ancora di sperimentare e rendere sempre più convincente e bilanciato questo ineludibile dialogo.
Oltre all’attività delle istituzioni più consolidate in Italia si parlerà anche di iniziative no-profit e spazi indipendenti… quale futuro?
Vorrei confrontare l’esperienza del passato con quella del presente e capire quali sono le nuove motivazioni, e quindi il futuro, di queste iniziative.
È difficile rispondere ora in modo puntuale a questa domanda, sostanzialmente le risposte si avranno durante i talk previsti.
È sorprendente come in Italia negli ultimi cinque anni siano rinati gli artist run space. Una sorta di “re-enactment” di collettivi, organizzazioni che in Italia avevano trovato il loro momento, come risposta a un bisogno molto pratico, negli anni ’80 e soprattutto ’90. Una lunga pausa e ora di nuovo una moltitudine che restituisce una specie munita di un’ampia gamma di specifiche. Per citarne alcuni che contribuiranno a vario titolo a De Arte Disputatio: Brown Project (Milano), Cherimus (Sulcis Iglesiente, Sardegna), Cripta747 (Torino), L’indiano in giardino (itinerante), Gum studio (Carrara), Mars (Milano), Motel Lucie (Milano), Paloma Presents (attualmente in residence presso L’istituto Svizzero di Milano).
La fiera in breve:
MiArt 2010
26
29 marzo 2010
Inaugurazione giovedì 25 marzo (su invito)
fieramilanocity, padiglioni 3-4
Ingresso Porta Teodorico 11
viale Scarampo, Milano
Info: + 39 02 48550420
www.miart.it
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Vedute spazio conferenze, MiArt 2009