PISA | Passaggi Arte Contemporanea | Fino al 27 giugno 2015
Inseguire per comprendere la fenomenologia della materia, questo l’obbiettivo che si pone Darren Harvey-Regan (Exeter, Inghilterra 1976) con la mostra The Erratics negli spazi della galleria Passaggi Arte Contemporanea di Pisa. L’esposizione pone in dialogo la scultura con la fotografia, strumenti utilizzati per indagare la corporeità dell’oggetto e la sua rappresentazione. Come ricorda l’artista: «È un modo di trasportare materia in altra materia, aggiungendo nuovi significati e pensieri nel corso di questo processo», sostiene l’artista. «Penso che fotografare i materiali sia un modo per prendere in considerazione le modalità di creazione di significato, è un processo tattile nel quale mi sento coinvolto. Toccare, spostare, creare è il mio impegno con il mondo e con la mia arte».
In questa occasione l’artista inglese sceglie di analizzare alcune formazioni rocciose in gesso presenti nel deserto egiziano, e lo fa dopo essersi imbattuto nel saggio “Astrazione e empatia” di Wilhelm Worringer. Risulta necessario sottolineare quanto sia fondamentale la data in cui fu scritto questo testo (1906) in quanto anticipa, ed in qualche maniera pre-teorizza, quei concetti che un anno dopo diedero vita al movimento del Cubismo.
Worringer porta a termine uno studio sull’intenzionalità artistica che se da un lato celebra la necessità di entrare in empatia con il mondo visibile attraverso la rappresentazione di forme concrete e realistiche, dall’altro sottolinea l’importanza di astrarre tali forme evitando così il rischio di una sovrabbondanza del mondo fenomenico e proiettando gli oggetti in una dimensione altra non più fatta di forme riconoscibili.
Il titolo della mostra si rifà alle “rocce erratiche” che, in geologia, indica quelle rocce che differiscono dall’ambiente in cui si trovano, essendo state trascinate lontano dal loro luogo d’origine, da un ghiacciaio. Per questo motivo il titolo è strettamente connesso alla pratica fotografica di “levare” un oggetto dalla sua dimensione.
Tuttavia Harvey-Regan non si limita all’atto fotografico en plein air, quando rientra in studio è interessato a riprodurre le forme che ha visto nel deserto, e quindi ricerca nella sua Inghilterra piccole pietre in gesso da cui prima ne ricava sculture dalla forte intenzionalità astratto-geometrica, e poi una serie fotografica che sembra volersi interrogare sul ruolo della scultura nell’era contemporanea.
La mostra si compone dei due cicli di opere The Erratics (exposure) e The Erratics (wrest). Exposure è da intendersi come più documentativo, serve come punto di riferimento per la realizzazione delle sculture, prima e delle relative fotografie, poi.
In un certo senso Harvey-Regan qui gioca sul piano della linguistica, laddove i grandi monoliti sono esposti (exposure) all’erosione millenaria del vento mentre il processo fotografico comporta una necessaria esposizione di materiale fotosensibile ad una certa quantità di luce. Allo stesso modo fa con Wrest, termine che si riferisce all’azione di portar via qualcosa da un luogo o un concetto da un contesto. La stessa parola, pronunciata in inglese è strettamente riconducibile al termine rest, il cui significato più attinente in questo caso è residuo.
Se nel primo “processo”, quindi, l’artista si affida ai tempi di esposizione della natura e della macchina fotografica per documentare un certo fenomeno/oggetto, nel secondo attiva un processo di dislocamento della realtà che lo porta in studio prima a produrre manualmente e poi di nuovo riprodurre fotograficamente.
Darren Harvey-Regan. The Erratics
Fino al 27 giugno 2015
PASSAGGI Arte Contemporanea
Via Garofani 14, Pisa
Orari: dal martedì al sabato 16.00 – 20.00 e su appuntamento
Info: +39 050 86 67 468
+39 338 35 25 236
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