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PAVIA | Castello Visconteo | 6 settembre – 18 ottobre 2015

Si conosce la figura del premio Nobel per la letteratura Dario Fo (1926) per il suo lavoro di autore, attore, scenografo, regista teatrale, ma il suo talento versatile lo vede anche impegnato come pittore, attività che, per alcuni, resta in lui prioritaria.
Da sempre, infatti, la pittura si fa completamento della sua attività drammaturgica e, rafforzato dalla sua inesauribile carica creativa, Fo ha scelto ora di immergersi con decisione nel linguaggio dell’arte visiva. Gli esiti delle sue ricerche e dei suoi lavori lo portano a spingersi oltre i confini abituali e a sperimentare con un personalissimo virtuosismo nuove e stimolanti tecniche espressive.

Dario Fo, Isabella e Colombo

La mostra Dario Fo. Mistero buffo a colori. Manuale minimo dell’attore, nella Sala Mostre del Castello Visconteo di Pavia, riunisce un significativo nucleo di oltre 130 opere, completamente inedite al grande pubblico, con le quali si documenta il lavoro di Fo nel corso della primavera-estate del 2015, svolto in occasione della pubblicazione del suo libro intitolato Manuale Minimo dell’attore 2, prosecuzione del volume del 1987 edito da Einaudi, in uscita per Chiarelettere.
Di questo testo, nato dalle lezioni che ha tenuto con Franca Rame in diverse università americane per la tournée americana di Mistero buffo (1986), scrive in catalogo la curatrice della mostra pavese Susanna Zatti:

“Il nuovo testo è il racconto di oltre sessant’anni di intensa vita teatrale di Dario e Franca, dell’esperienza umana, politica e artistica della coppia, degli incontri e degli eventi più memorabili, dai tantissimi spettacoli nelle Case del Popolo e alla Palazzina Liberty ai dibattiti con il pubblico a fine rappresentazione, dall’incontro parigino con Jean Paul Sartre al viaggio in Cina, dai fastosi allestimenti scaligeri alla denuncia di fatti e misfatti della cronaca contemporanea. Come d’abitudine, in parallelo con la narrazione letteraria, Fo ha condotto un racconto puntuale attraverso la pittura, recuperando alla memoria visiva scene e personaggi della nostra storia collettiva, e dedicando un ulteriore, personale splendido omaggio a Franca, musa ispiratrice e passione della sua vita.”

Dario Fo, Gesù prende a calci Bonifacio VIII

Queste opere pittoriche, per la prima volta in mostra, raccontano le nuove tecniche espressive impiegate da Fo: collage di immagini accostate sulla tela, fotocopie e fotografie digitali dei suoi lavori incisi a tratto e/o con il colore. Qui conferisce nuove spazialità e profondità alle sue tele fotocopiandole in modo capovolto ed elaborando l’immagine che risulta poi quasi un mosaico surrealista.
I suoi strumenti sono le matite, gli acrilici e i pennarelli in tonalità fluorescenti che portano nuova energia – visiva – alle sue storie e che possono acquistare, nel mezzo figurativo, inediti spunti e significazioni. Fo accompagna con un breve testo ogni quadro a dimostrazione di quanto sia importante per lui legare intimamente la dimensione teatrale a quella artistico-visiva.
Pittura e teatro in Dario Fo si completano, quindi, a vicenda: le immagini diventano parole scritte e le parole scritte, e messe in scena, tornano a produrre altre immagini. Lui disegna prima di scrivere e questo porta ad altri stimoli creativi che aprono a differenti sensi e significati.

Dario Fo, Galileo

Fo inizia la carriera di pittore nei corsi dell’Accademia di Brera negli Anni Quaranta avendo come maestri i grandi artisti dell’epoca tra i quali si possono annoverare personalità come Achille Funi, Marino Marini, Giacomo Manzù e Carlo Carrà. In questo contesto stringe rapporti e si confronta con i suoi compagni che saranno artisti di varie ricerche, sperimentazioni e orientamenti assai vari, quali Ennio Morlotti, Bobo Piccoli, il gruppo Corrente, lo scultore Alik Cavaliere, il regista Carlo Lizzani, letterati e intellettuali come Elio Vittorini ed Emilio Tadini.
Lasciata l’impostazione accademica, Fo matura uno stile personale ed individuale i cui frutti, arricchiti da contaminazioni, suggestioni, metafore, visioni simboliche ed oniriche, ritroviamo nelle opere esposte.
L’etica, l’uomo e i sentimenti, ripresi dai miti e dalle storie, sono al centro delle sue riflessioni e, visti sempre con un occhio ironico e sferzante, sono posti in prospettive inconsuete e fuori da ogni ottica tradizionale, espressi sempre con colori gioiosi, contrastanti e stridenti, ma colmi di vita.

Dario Fo. Mistero buffo a colori. Manuale minimo dell’attore
a cura di Susanna Zatti
organizzata dai Musei Civici del Castello Visconteo
in collaborazione con la Compagnia teatrale Fo Rame, Libera Università di Alcatraz
con il sostegno di Fondazione Banca del Monte di Lombardia, UBI banca
catalogo Skira con introduzione e commenti a ciascuna opera di Dario Fo, la presentazione di Susanna Zatti e un breve testo di Cesare Lisandria   

6 settembre – 18 ottobre 2015
inaugurazione domenica 6 settembre ore 18.00 (l’artista sarà presente all’inaugurazione) 

Sala Mostre
Castello Visconteo
Viale XI Febbraio 35, Pavia 

Orari: martedì-domenica 10.00-18.00, ingresso €4.00

Info: +39 0382 399770
www.museicivici.pavia.it

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