MILANO | DA OPERA | 18 MARZO – 4 maggio 2025
C’era una volta un mago…
… Era già adulto, quando incomincia a raccontare la sua storia.
Ma il guizzo per la magia lo pervade sin da quando era piccolo e s’impiastriccia le mani con polveri magiche, colori, immaginando che le figure incontrate per strada fossero dei potenziali omologhi, oppure nemici da affrontare, attraverso i poteri magici che incomincia a scoprire ben presto, forse troppo precocemente.
Si destreggia tra il suo hic et nunc, nel presente, facendosi accompagnare da una sorta di malinconia fugace, come le magie che, di fronte a una sorta di schermo bianco sporco, campisce con i (rin)tocchi della sua bacchetta magica.
Il mago c’è. Ed è Giacomo Zornetta (Milano, 1999), con la mostra Da piccolo volevo essere un mago, negli spazi di Da Opera. Una personale nata da diverse necessità espressive dell’artista. In particolare, ogni dipinto porta alla mente (e alla memoria), parole come: magia, simbolo, trasformazione, libertà, indipendenza, scoperta dell’identità, rapporto con il mondo, crescita, inconscio, futuro.
Motti universali che affrontiamo quotidianamente e che, quando si trasformano in dubbi, riflessioni, incertezze, smuovono qualcosa in ognuno di noi. Quel qualcosa, però, va necessariamente accettato, e poi fatto uscire. È da veicolare nello spazio esterno. Va condiviso, per essere compreso con più distacco. Una lettura, se si vuole, psicologica del lavoro di Zornetta, ma intrinseca al suo modus operandi: senza memoria non c’è un racconto.
Vale lo stesso per la magia, per quel maghetto che racconta tanto di lui e della sua ricerca. Del resto, immaginarsi qualcosa o qualcuno e poi riuscire a trovare il modo di rappresentarlo è una grande soddisfazione (o no?).
Ma cos’è la magia e chi è il suo artefice?
Per il pittore milanese la definizione è essenziale: un mago è “colui che conosce sé stesso e il mondo, passando attraverso la trasformazione di sé”.
Affermazione visibile accuratamente negli olii su tela Granchio eremita e Giardino segreto.
Il cambiamento avviene anche all’esterno, e alle sue condizioni.
A questo proposito, La tua casa è il mondo e Le culle diventano gabbie esprimono una vera e propria riflessione sul tempo e sulla sua capacità di evolversi, che siano elementi provenienti dalla natura (piante ed esseri umani), oppure dalla capacità dell’umanità di costruirsi dei luoghi sacri, gabbie su misura o luoghi romantici, per vivere. O compiere magie.
Zornetta, da promettente alchimista della forma e del colore, ne enfatizza tutti gli aspetti, rielaborandoli nella sua mente e consegnandoli infine allo spettatore.
Ogni dipinto, di grandi o piccole dimensioni che sia, porta con sé una sofisticata innocenza, che accenna a una profonda e disincantata maturità del trascorrere il tempo contemporaneo. Ogni pennellata è un gesto sovversivo, di sfida verso tematiche, anche sociali.
Banalmente riassumibili nelle domande che già i primi pensatori – ed è così che nasce la Filosofia – si pongono: Chi siamo? Dove andiamo? Perché siamo?
Zornetta risponde con l’arte, tanto amata sin da bambino, quando si diverte a realizzare acquarelli raffiguranti, ovviamente, dei piccoli maghi.
La personale Da piccolo volevo essere un mago è il passo maturo compiuto da Giacomo Zornetta, inserendolo nel circuito dell’arte contemporanea, esprimendo magie, realtà e personalità. Una mostra completa, consegnata alla collettività.
DA PICCOLO VOLEVO ESSERE UN MAGO. Una personale di Giacomo Zornetta
Testo critico e cura della mostra di Ilaria Introzzi
18 marzo – 4 maggio 2025
Inaugurazione martedì 18 marzo dalle ore 18.00 alle 21.00
DA OPERA
Via Giovanni Pascoli 15, Milano
Info: (su appuntamento)
info@operaillustration.com
www.operaillustration.com