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MANTOVA | Pescherie di Giulio Romano – Palazzo Te | 7 settembre – 7 novembre 2021

Intervista a STEFANO BAIA CURIONI e MELINA MULAS di Matteo Galbiati

Le Pescherie di Giulio Romano a Mantova, dopo i recenti interventi per i lavori di restauro e recupero, sono state adibite per la prima volta a spazio espositivo e hanno accolto un primo interessante progetto di mostra che, suddiviso in tre capitoli, ha portato all’attenzione del pubblico gli esiti intriganti degli intrecci nati dai dialoghi tra sei artiste contemporanee. Cucire il tempo, curata da Stefano Baia Curioni e Melina Mulas, è una mostra in cui le ricerche delle artiste, coinvolte a coppie, portano alla luce, con una sensibilità tutta al femminile, il concetto di arte come tessitura del quotidiano; nelle loro opere, del resto, emerge tangibile il senso di una capacità di vedere in profondità, che scava nell’oltre per renderci “manifesti i doni del presente”. Come tessitrici queste artiste – Sonia Costantini e Maria Lai (7 – 26 settembre 2021), Marta Allegri e Irene Lanza (28 settembre – 17 ottobre 2021), Rosanna Bianchi Piccoli e Antonella Zazzera (19 ottobre – 7 novembre 2021) – agiscono sulla materia generando connessioni e punti di correlazione che la narrazione delle esposizioni ha saputo rendere ricche e potenti, stimolo efficace nel tornare a mettersi all’ascolto di opere d’arte che diventano poetica aggregazione armonica tra uomo, arte, natura e cultura, generando quella bellezza che rende la mente libera. Scopriamo e approfondiamo questo progetto con la voce diretta dei suoi curatori, Stefano Baia Curioni e Melina Mulas:

Cucire il tempo. L’arte come tessitura del quotidiano, Sonia Costantini e Maria Lai, veduta della mostra (Maria Lai), Pescherie di Giulio Romano, Mantova

Come nasce questo progetto espositivo e quali temi e dinamiche di riflessione vuole attivare nel pubblico?
Melina Mulas: Nasce da lontano…  Negli anni Novanta mi sono immersa in un progetto sui Lama tibetani esiliati che ho seguito per 14 anni: l’aspetto che più mi interessava era tentare di rappresentare, attraverso il ritratto, una dimensione umana profonda, che sapesse trasmettere la saggezza millenaria di cui questi maestri erano portatori. A un certo punto però mi sono domandata quale fosse la dimensione spirituale femminile e così, grazie all’incontro con alcune delle rare maestre riconosciute in quell’ambito, ho capito che era più nascosta e segreta. Da lì è cominciata una fase della mia ricerca che mi ha portata a stare in ascolto e ad osservare attentamente alcune donne che facevano parte della mia vita. La fotografia è la lente con la quale osservo e ragiono, fotografando alcune artiste mi sono interrogata sul loro processo creativo. Più che una dimensione concettuale, nel senso di un’idea che si imprime nella materia, mi è sembrato che fosse uno stare in ascolto nel silenzio del fare, per accogliere un’idea, un’intuizione, che si manifestava proprio lavorando. E al tempo stesso una totale aderenza al proprio vissuto, filo conduttore e tessitura tra lavoro, dedizione ed esperienza: non a caso molte donne artiste lavorano con il filo, che sia il ricamo, la legatura o la tessitura.
Stefano Baia Curioni da anni affronta temi che sono profondamente connessi alla dimensione femminile e sacra, come i progetti espositivi sull’Annunciazione e, quest’anno, quello su Venere, uno straordinario percorso sull’aspetto del più archetipico mistero di una certa qualità femminile della donna.
Proprio grazie a questo nostro comune interesse nasce Cucire il tempo.
Il ciclo di queste piccole esposizioni desidera presentare questo aspetto del fare artistico, cercando di creare uno spazio che permetta un raccoglimento contemplativo. Un tempo dedicato a poche opere nel soffermarci anche sul fatto che per generarle ci è voluto tanto di quel tempo…

Cucire il tempo. L’arte come tessitura del quotidiano, Sonia Costantini e Maria Lai, veduta della mostra (Sonia Costantini), Pescherie di Giulio Romano, Mantova

In questo senso Cucire il tempo. L’arte come tessitura del quotidiano è un titolo che pare una dichiarazione programmatica…
Melina Mulas: Oggi si parla molto del lavoro delle donne artiste, è quasi una moda, ma è interessante approfondire e interrogarsi in cosa consista questa attenzione sulla visione delle donne. Io credo che sia importante oggi, perché è ispiratrice l’idea di fare tessitura della propria esperienza di vita e del nostro quotidiano. Il ricamo e la tessitura sono un’arte che appartiene alle donne da sempre, che le ha viste unite, in cerchio, nell’antichità come forse, raramente, ancora oggi.
Le Pescherie di Giulio Romano sono in fase di ristrutturazione e l’unico spazio agibile è quello in cui abbiamo potuto esporre i lavori. Una specie di cripta che si affaccia sul Rio e permette un incontro intimo con le opere e anche con la città e l’acqua che l’attraversa. Questo aspetto è stato prezioso per il progetto. Ora non so cosa succederà in futuro, ma certo sarebbe bellissimo continuare la ricerca sulla relazione tra artigianato e arte.

Cucire il tempo. L’arte come tessitura del quotidiano, Marta Allegri e Irene Lanza, veduta della mostra (Marta Allegri), Pescherie di Giulio Romano, Mantova

Protagoniste sono sei artiste italiane di generazioni diverse e di diverso orientamento artistico-estetico come vi siete relazionati nella loro selezione? Quali peculiarità avete cercato di ciascuna in rapporto anche al loro linguaggio e ai contenuti che trasmette?
Melina Mulas: Sono artiste che provengono da generazioni e storie completamente diverse tra loro, ma che hanno in comune un certo concetto del “cucire”, in quanto unire la materia e l’invisibile. Maria Lai, maestra straordinaria, è l’artista che più ha comunicato al mondo questo aspetto del fare arte, anche Irene Lana, che è la prima volta che espone i suoi lavori, ci porta la stessa esperienza, nella sua riflessione e nella pratica. La relazione con la tessitura, in quanto stratificazione, accomuna Antonella Zazzera, che utilizza fili di rame, e Sonia Costantini (quasi un’istituzione sia mantovana che del monocromo) che stratifica il colore. Rosanna Bianchi Piccoli, straordinaria ceramista, ha una profonda e intima relazione con la terra e il suo antico richiamo, così come Marta Allegri ricama materiali industriali con il desiderio, forse, di riparare alla desolazione di certi paesaggi industriali o rurali abbandonati. Sono tutte donne unite dal rapporto con il territorio e le proprie origini. Io ho intravisto in loro un’attitudine quasi mistica nella pratica in un dialogo costante con il quotidiano, dove la vita e l’arte sono in continuo scambio e intreccio

Cucire il tempo. L’arte come tessitura del quotidiano, Marta Allegri e Irene Lanza, veduta della mostra (Irene Lanza), Pescherie di Giulio Romano, Mantova

Il progetto espositivo è suddiviso in tre capitoli, tre bi-personali che scandiscono una narrazione differente: come avete combinato il dialogo tra le diverse coppie di artiste e come queste avvalorano una specifica identità di senso?
Melina Mulas: Inizialmente doveva essere una mostra collettiva, poi abbiamo pensato fossero meglio delle piccole mostre monografiche, infine siamo giunti alla conclusione che il dialogo fra due artiste, che non si conoscono, con storie e percorsi completamente diversi tra loro, sarebbe stato più coerente al progetto, evidenziando il filo conduttore che le unisce. Inoltre il femminile è per sua natura legato al tema del doppio.
Non abbiamo mai pensato di inserire un testo critico su ogni artista, le loro riflessioni, registrate e trascritte, sono le parole che meglio trasmettono il senso del loro lavoro. Irene Lanza, in una riflessione, ha sottolineato come l’immagine più appropriata per descrivere il suo lavoro sia proprio il “cucire” in quanto entrare ed uscire da uno stato a un altro, cosi come tutte le artiste esposte hanno espresso come la costante e paziente pratica generi questo dialogo sottile tra visibile e invisibile. Stefano Baia Curioni ha trovato il titolo della mostra: Cucire il tempo. L’arte come tessitura del quotidiano che credo spieghi meglio, e più di qualunque testo critico, il senso di questo progetto.

Cucire il tempo. L’arte come tessitura del quotidiano, Rosanna Bianchi Piccoli e Antonella Zazzera, veduta della mostra (Antonella Zazzera), Pescherie di Giulio Romano, Mantova

Le Pescherie di Giulio Romano aprono i loro ambienti all’arte contemporanea: cosa significa intervenire in un luogo come questo? In che misura questi spazi si modificano secondo le vostre scelte allestitive e curatoriali? Quanto hanno influenzato, condizionato o determinato l’orientamento dei tre capitoli espositivi?
Stefano Baia Curioni: La decisione di esporre nel cantiere delle Pescherie di Giulio Romano è stata presa molto velocemente rispondendo ad una duplice opportunità: da una parte estendere e rafforzare la collaborazione con l’Associazione Amici di Palazzo Te e la Fondazione Pescherie di Giulio Romano – enti che da tempo sono impegnati positivamente nel supportare i programmi della Fondazione palazzo Te e il bene della città di Mantova – dall’altra di attivare uno spazio prezioso proprio in un momento di transizione, aprendolo alla città.
Ovviamente intervenire su uno spazio storico e monumentale con opere di arte contemporanea implica sempre una cura particolare. In questo caso ci è parso che la qualità dello spazio, con i suoi misteri, la sua provvisorietà, l’evidente antichità, esprime qualità preziose per contestualizzare i lavori artistici che meglio rappresentavano l’idea di “Cucire il Tempo”: pratiche che vibrano di antico, di vulnerabilità, di accoglienza, ma anche di profondo riserbo. 

Cucire il tempo. L’arte come tessitura del quotidiano, Rosanna Bianchi Piccoli e Antonella Zazzera, veduta della mostra (Rosanna Bianchi Piccoli), Pescherie di Giulio Romano, Mantova

Siete all’ultima inaugurazione, che bilancio fate di questa esperienza? Che riscontri avete avuto tanto dagli addetti ai lavori, quanto dal pubblico generico? Riscontrate giudizi diversi per le tre mostre?
Stefano Baia Curioni: Il bilancio è quello di una esperienza felice. Che ci sembra abbia avuto riscontri molto positivi in un pubblico attento e spesso severo come quello degli appassionati di arte nella città di Mantova.  Mi pare che la sequenza sia stata accolta bene proprio nel suo complesso, per gli scarti e le differenze che ha saputo esprimere.

Quali saranno i vostri prossimi impegni?
Stefano Baia Curioni: Per ora direi che il Te rappresenta il massimo impegno. Non appena riapriranno le Pescherie noi ci saremo, ci siamo già.

Cucire il tempo. L’arte come tessitura del quotidiano
a cura di Stefano Baia Curioni e Melina Mulas
promossa da Comune di Mantova, Fondazione Palazzo Te e Fondazione le Pescherie di Giulio Romano
in collaborazione con Archivio Maria Lai e Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani
con il contributo PIC | Regione Lombardia
con il progetto grafico di Corraini Edizioni

Calendario mostre:

Sonia Costantini e Maria Lai
7 – 26 settembre 2021

Marta Allegri e Irene Lanza
28 settembre – 17 ottobre 2021

Rosanna Bianchi Piccoli e Antonella Zazzera
19 ottobre – 7 novembre 2021

Pescherie di Giulio Romano
Palazzo Te
Viale Te 19, Mantova

Orari: venerdì 16.00-20.00; sabato e domenica 10.00-12.30 e 16.00-20.00 o su appuntamento scrivendo a segreteria@fondazionepalazzote.it

Info: www.fondazionepalazzote.it

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