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a cura di MARIA ROSA SOSSAI

La rubrica Cronache dal Sud nasce dall’esigenza di offrire informazioni e spunti di riflessione sullo stato della ricerca artistica in quella parte d’Italia spesso dimenticata e assente nelle riviste specializzate di arte e nelle pagine culturali dei giornali. La rubrica sarà un osservatorio di fenomeni culturali e di progetti artistici nati e cresciuti in quel Sud che, pur presentando ritardi cronici di sviluppo del sistema dell’arte, accoglie e attrae artisti, musicisti, creativi da ogni parte del mondo. Lasciate le grandi capitali del Nord dominate dalle logiche neoliberali di massima estrazione del profitto, sono molti coloro che desiderano vivere in luoghi dove esistono spazi di immaginazione disorganizzata ancora da esplorare.

Cronache dal Sud #2: Antonella Genuardi e Leonardo Ruta

Antonella Genuardi e Leonardo Ruta sono una coppia in arte e nella vita che vive a Palermo. Il duo artistico ha già avuto dei riconoscimenti in Italia e all’estero. Abbiamo iniziato una conversazione con loro mentre una loro opera era esposta nella mostra collettiva Giorni felici? nello spazio espositivo della Fondazione Merz allo ZACentrale, Cantieri culturali alla Zisa, Palermo.

Nell’ora colma della fumosa estate, 2023, parte della collettiva Contemporanea 23- Niente di antico sotto il sole, a cura di Contemporary Cluster, acrilico e feltro su parete, visione della mostra, Palazzo Ducale, Tagliacozzo. PH Carlo Romano

Le vostre opere sono sempre interventi site specific che prendono spunto da un pensiero che si esprime attraverso l’astrazione geometrica. Quali sono le fonti di ispirazione dei vostri lavori?
Interagiamo con il mondo dell’arte mantenendo una prospettiva teorica distaccata, essenziale per preservare la nostra integrità artistica di fronte alle mutevoli tendenze del mercato. Questo ci ha spinto a riconsiderare alcuni aspetti fondamentali del nostro lavoro, che interagisce di continuo con il contesto esterno. Cerchiamo argomenti che ci permettano di interpretare i frammenti del mondo e trasformarli in un terreno fecondo per la libera espressione. Preferiamo non etichettarci come artisti astratti o geometrici, poiché avvertiamo che l’identificazione limiti le nostre potenzialità. Ci appassiona invece esplorare un universo immaginario complesso, dove siamo liberi di sperimentare con approcci e linguaggi artistici polimorfi e divergenti. L’architettura è sicuramente una delle nostre principali fonti d’ispirazione, insieme alle malte, alle pigmentazioni, al pensiero minerale e alle stratificazioni storiche, visibili e dissimulate, in una città come Palermo, che consideriamo un grande laboratorio a cielo aperto. Il verbo intransitivo “accostare” occupa un ruolo centrale nei nostri processi creativi. La sua etimologia rispecchia il modo in cui tutti i nostri progetti si sono evoluti nel corso del tempo: il modo in cui mettiamo insieme gli elementi che compongono l’opera. Cerchiamo costantemente di trovare un equilibrio armonioso e dialettico tra la parete e l’oggetto, come nel recente progetto presentato a ZACentrale per la mostra Giorni Felici¿ curata da Agata Polizzi. La nostra opera nasce da un rapporto fisico sempre più complesso perché può interagire con tutto.

Le trombe d’oro della solarità, 2023, legno, raso, velluto, metallo, acrilico, veduta della mostra presso la Galleria dell’American Academy . Courtesy American Academy in Rome. PH Daniele Molajoli

Sin dall’inizio della vostra attività artistica avete voluto che il vostro percorso di crescita artistica fosse accompagnato da un’attività di promozione degli artisti siciliani e palermitani della vostra generazione. Come spiegate questa scelta?
Di fatto nel 2015 non c’era nessuna struttura che potesse dare visibilità ai giovani artisti della nostra generazione. Escluso L’A Project Space fondato da Giuseppe Buzzotta e Vincenzo Schillaci nel 2011, nessuno aveva fatto un lavoro sulle nuove generazioni che decidevano di crescere qui per cui ne sentivamo l’esigenza.

Quali sono, secondo voi, le ragioni dell’assenza di artisti del Sud Italia nelle mostre, nei progetti, nei festival italiani e nelle pagine delle riviste di settore?
I fattori sono diversi. Uno di questi potrebbe essere la concentrazione degli eventi culturali e delle istituzioni artistiche nelle principali città del Nord Italia. Questo squilibrio geografico può influenzare le occasioni di visibilità e di networking per gli artisti del Sud, che potrebbero non avere le stesse risorse e accesso alle reti professionali e logistiche dei loro colleghi. Inoltre, c’è spesso una percezione generalizzata di marginalità culturale del Sud Italia che può riflettersi anche nell’attenzione mediatica e istituzionale dedicata alla produzione artistica di quest’area. Questo pregiudizio può limitare le opportunità di finanziamento e di sostegno attivo per gli artisti del Sud, nonostante la pluralità e le originalità delle loro pratiche artistiche.

Le trombe d’oro della solarità, 2023, legno, raso, velluto, metallo, acrilico, veduta della mostra presso la Galleria dell’American Academy. Courtesy American Academy in Rome. PH Daniele Molajoli

Quali potrebbero essere le contromisure da adottare?
Per affrontare questa situazione e promuovere una maggiore inclusione degli artisti del Sud Italia nella scena artistica nazionale, potrebbero essere adottate diverse risposte. Una di queste è la creazione e il sostegno di spazi culturali indipendenti, come L’Ascensore, che offrono piattaforme per la visibilità e lo scambio creativo tra artisti del Sud e il resto del Paese, con aperture anche alle attività estere. Inoltre, è importante sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni attraverso iniziative di educazione artistica e campagne di promozione che mettano in evidenza il percorso comunicativo, il talento e l’estro creativo degli artisti. È fondamentale incoraggiare una maggiore collaborazione tra le istituzioni culturali nazionali, promuovendo lo scambio di idee e iniziative, al fine di favorire una rappresentanza più equilibrata e inclusiva dell’intero panorama artistico italiano.

Anche la decisione da parte di due collezionisti quali Alberto Laganà e Danilo Signorino, di aprire L’Ascensore, un piccolo spazio espositivo a Piazza Marina, a Palermo, con una programmazione di mostre di artisti italiani e stranieri, va nella direzione di un supporto concreto ai giovani artisti?
Certo, perché si tratta di spostare tutto da visione territoriale a visione internazionale, attraverso un continuo dialogo e confronto con l’esterno. L’Ascensore nasce proprio dalla sensibilità di due collezionisti che intendono dare voce ad una generazione di artisti che troppo a lungo è rimasta inascoltata e poco riconosciuta dal sistema.

Stavamo in piedi su una scogliera, 2022, bipersonale con John M. Armleder a cura di Samuel Gross, acrilico, legno, velluto, visione della mostra. Courtesy Lemoyne Project, Zurigo. PH Anna Maysuk

Potete raccontare l’esperienza vissuta nel Laboratorio produttivo e di riqualificazione Spazio Acrobazie, a cura di Elisa Fulco e Antonio Leone che ha coinvolto artisti e detenuti in workshop dedicati alla formazione? Pensate che l’arte possa contribuire a rieducare e rigenerare gli spazi detentivi?
Per il progetto Spazio Acrobazie presso l’Istituto Penale Minorile Malaspina, supportato da Fondazione Sicilia e Fondazione con il Sud, abbiamo iniziato ascoltando le esigenze dei ragazzi e chiedendo cosa fosse per loro la felicità, al fine di sviluppare un’idea di relazione tra l’interno e l’esterno attraverso la pittura, la progettazione e la realizzazione di un’opera collettiva. Abbiamo iniziato i laboratori riqualificando insieme ai giovani ospiti la sala ricreativa, ridisegnandone gli spazi attraverso la pittura prendendo come riferimento l’atmosfera cromatica dei soffitti del Tiepolo. Poi si è proseguito con la valorizzazione di altri spazi, quali la biblioteca e le sale adibite ad attività scolastiche. Successivamente, ci siamo chiesti come potessimo esprimere l’empatia umana e il valore della co-progettazione di una pratica artistica che potesse avere vita anche al di fuori della struttura penitenziaria. Durante le discussioni è emerso l’interesse per il calcio e abbiamo pensato di occuparci del design di un pallone da presentare al Palermo Football Club, che ha accettato con entusiasmo la proposta e sta distribuendo il pallone durante la stagione 2024. Abbiamo così avviato i laboratori partendo da disegni e dipinti su carta, trasferendoli poi in formato digitale con l’aiuto del grafico professionista Luca Campanella. È stato un modo di stare insieme attraverso la creatività, per cui siamo sicuri che l’arte e ogni altro intervento culturale siano strumenti necessari all’idea di comunità.

Pallone del Palermo calcio realizzato insieme agli ospiti del Malaspina all’interno del progetto Spazio Acrobazie, a cura di Elisa Fulco e Antonio Leone

Quali sono i progetti futuri in cantiere? Residenze? Mostre? Laboratori?
I laboratori con i giovani detenuti del Malaspina stanno continuando con la riqualificazione del CPA, luogo di sosta fino all’udienza di convalida di arresto o fermo. Questa estate presenteremo a L’Ascensore la prima mostra personale in Italia di David Brooks, un’artista americano che abbiamo conosciuto durante la nostra fellowship all’American Academy nella stagione 2022-2023 supportata da Fondazione Sicilia. Per noi è fondamentale dare prospettiva a un dialogo che si apre di volta in volta nei luoghi in cui transitiamo. In questo caso è stato aperto a Roma, è transitato per Palermo, dove si è arricchito di atmosfere e di problematiche meridionali e mediterranee, e continuerà nella megalopoli di New York, teatro e sintesi della globalità, dove ci recheremo l’anno prossimo per un progetto di residenza di tre mesi. A fine anno invece, sempre per un progetto di residenza, saremo alla Fondation Cab, nella sede di St. Paul de Vence; si tratta di una fondazione nata nel 2012 per volontà del collezionista belga Hubert Bonnet e a nostro parere è una delle realtà più interessanti per la nostra ricerca.
Questo è per noi un periodo di semina, stiamo lavorando anche ad una serie di progetti, come quello di una grande commissione dove per la prima volta ci confrontiamo con un lavoro pittorico su larga scala che si confronterà con i paesaggi delle Langhe. Stiamo anche ragionando sull’idea di scultura e all’introduzione nel lavoro di nuovi materiali.

Locomotive Breath, 2020, a cura di Jorge Reis, Casa Azul, Torres Vedras-Distretto di Lisbona, Portogallo, 2020. Acrilico, legno, velluto, visione della mostra. PH Marisa Bernardes. Progetto vincitore dell’ottava edizione del programma Italian Council a supporto di MiC e MAECI

Sala Ricreativa dell’Istituto Penale Minorile Malaspina realizzata insieme ai giovani ospiti all’interno del progetto Spazio Acrobazie, a cura di Elisa Fulco e Antonio Leone

Genuardi/Ruta
www.genuardiruta.com

Art Director de L’Ascensore, Palermo
www.lascensore.it

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