BOLOGNA | P420 Arte Contemporanea | 19 settembre – 26 ottobre 2013
di MASSIMO MARCHETTI
Si segnala come un vero tocco di classe la mostra in corso alla galleria P420 di Bologna, Dorothy Miller: Americans, 2063, che presenta una serie di opere pittoriche provenienti, come recita il sottotitolo, dalla “collezione del Museum of American Art di Berlino”, che ritraggono le copertine dei cataloghi delle mostre di arte americana organizzate dal MoMA tra gli anni ’40 e ’60 da Dorothy Miller.
Chi sia stata Dorothy Miller forse non è così noto come meriterebbe: nell’epica vicenda della nascita dell’arte americana contemporanea, che inizia con la scoperta delle avanguardie europee da parte di critica e pubblico nella mostra all’Armory Show di New York del 1913, la Miller ha giocato un ruolo di primissimo piano essendo stata sia la prima curatrice del MoMA, sotto la direzione del grande Alfred H. Barr. Tra le varie mostre da lei curate, viene ricordata per la sua particolare importanza The New American Painting, che tra il ’58 e il ’59 toccò vari paesi europei e determinò l’intero orientamento della storia dell’arte anche nel Vecchio continente. Che cosa sia il Museo d’Arte Americana di Berlino invece è una questione più complessa. Si dichiara “un’istituzione didattica il cui scopo è raccogliere, preservare ed esporre le testimonianze dell’attività del MoMA e delle sue mostre realizzate in Europa negli anni Cinquanta”, e chi abbia esplorato con attenzione le Biennali di Venezia del 2003 e del 2005 potrebbe aver già incontrato questa “istituzione” che presentava, sotto forma di progetto anonimo, l’allestimento di capolavori delle Avanguardie storiche o dell’Espressionismo astratto che sottolineano in modo vistoso il loro status di copia.
In sostanza si tratta di un’unica mostra itinerante che, di volta in volta, presenta parti diverse della propria “collezione” per esaminare le mostre e le istituzioni più importanti dell’arte del Novecento, usando lo strumento della copia in chiave straniante per destrutturare gli eventi storico-artistici che hanno fondato l’idea di modernità nell’arte. Una copia, a differenza di un falso, rivela la propria origine, fornendo così un’occasione per chiamare in causa la propria cornice di riferimento. Oscillando tra documentazione e finzione, questo progetto interroga il ruolo dell’opera d’arte in una narrazione storica. Essendo ampiamente noto che gli Stati Uniti durante il dopoguerra, per ovvi motivi di politica internazionale, misero in campo anche le proprie armate culturali per sostenere, da vincitori quali erano, la propria versione della storia dell’arte, l’anonimato dell’installazione non si mostra come un vezzo, ma suggerisce che la realtà raccontata fra le mura del MoMA, in fondo, possa non essere così distante dalle ricostruzioni storiche che funzionano perfettamente a posteriori, l’autore di tutto ciò che vediamo in realtà è noto: è il museo stesso. Dunque l’esposizione della P420 è solo un tassello di un discorso complesso e in fieri, e il fatto che un progetto di Institutional critique originale come questo venga presentato in una giovane galleria italiana, fa sperare di cuore che tale scelta venga premiata da un collezionismo altrettanto raffinato.
Dorothy Miller: Americans, 2063. Collection of the Museum of American Art, Berlin
19 settembre – 26 ottobre 2013
P420 Arte Contemporanea
Piazza Dei Martiri 5/2, Bologna
Orari: mercoledì-venerdì 15.00-19.30; sabato 9.30-13.30 e 15.00-19.30; altri giorni su appuntamento
Info: +39 051 4847957
info@p420.it
www.p420.it