VENEZIA | Palazzo Grassi | 12 aprile – 30 novembre 2015
di MILENA BECCI
Un universo di colori sfavillanti rapisce l’occhio di chi entra a Palazzo Grassi a visitare la prima retrospettiva fuori dai confini francesi di Martial Raysse, un nucleo di ben 350 opere tra dipinti, sculture, neon e video. Per rappresentare uno dei più grandi esponenti della Pop Art francese negli anni Sessanta, l’esposizione curata da Caroline Bourgeois, in stretto contatto con l’artista, accende i riflettori su una carriera che riempie le sale espositive della Fondazione Pinault senza seguire un percorso cronologico.
Si passa dai vivaci ritratti di donne realizzati durante il periodo Pop, alle composizioni più recenti ispirate ai grandi maestri del passato: dal ritratto femminile con applicazioni di vere piume di pavone al posto dei capelli e il rossetto fluorescente sulle labbra (Untitled, 1961), causa scatenante dell’espulsione di Raysse dal gruppo dei Nouveau Réalistes, a Le Jour des Roses sur le Toit del 2005, composto come se fosse l’Ultima Cena del Tintoretto.
Un amore viscerale e tutto artistico verso la figura della donna, dominante nell’intera produzione del francese di Golfe-Juan, in Costa Azzurra; in Raysse Beach foto pubblicitarie di indossatrici da copertina a grandezza naturale applicate sulla tela vengono adornate con elementi tridimensionali – un jukebox, asciugamani, giochi gonfiabili da spiaggia e fiori finti – rielaborando un codice iconografico della storia dell’arte francese, quello delle bagnanti, e richiamando l’attenzione sulle industrie che mercificano la donna moderna.
Del 1960 è Etalage, hygiène de la vision, un assemblage che rappresenta un mezzobusto femminile appoggiato su uno scaffale, così come gli altri prodotti da supermercato, simbolo della purificazione e della modernizzazione di un paese uscito dalla Grande Guerra.
C’è dell’inquietudine nascosta tra le brillanti cromie: una mosca si appoggia al naso di Irma facendone decadere la bellezza tanto da far scaturire nel titolo la domanda comment ça va? L’icona dell’immagine perfetta e pubblicitaria viene disturbata da un insetto fastidioso, così come la spensieratezza della piccola Alice viene intralciata da un incubo in cui un uomo con la maschera da gatto la insegue e la rapisce nel lungometraggio Le grand depart del 1972, in cui le sovraimpressioni, l’alto contrasto e le inversioni cromatiche, che annullano la profondità, rendono ancora più drammatica la scena. Il lato umano è esagerato, il grigio del pessimismo e della morte sta emergendo dalla tela.
Martial Raysse
a cura di Caroline Bourgeois in collaborazione con l’artista
12 aprile – 30 novembre 2015
Palazzo Grassi
Campo San Samuele 3231, Venezia
Orari: Aperto tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00 tranne martedì
Chiusura delle biglietterie alle ore 18.00
Info: www.palazzograssi.it