ROMA | Fondazione Nicola Del Roscio | 15 settembre – 7 ottobre 2022
di NICOLETTA PROVENZANO
In una risonanza lungamente riposta nelle cose, negli spazi, nei silenzi di una sospensione ritmica che articola due tempi e due voci, in una co-incidenza cortocircuitale, la mostra Certe Cose di Silvia Giambrone, primo appuntamento del ciclo espositivo sperimentale Project Room inaugurato dalla Fondazione Nicola Del Roscio, si muove tra paradossi spazio-temporali, tra valenze e ambiguità oggettuali, inopinatamente incatenanti e sommessamente soggioganti.
Oggetti nell’uso e di uso si rivelano simboli di una dominazione sottesa, quasi invisibile, mentre i luoghi risuonano di presenze sussurrate, percepite come pensiero ronzante o colpo improvviso, rintocco di un tempo diacronico e asincrono, sfalsato e incidente.
L’esposizione, come un accordo di tre suoni dialoganti e al contempo indipendenti, attraversa gli oggetti nei loro contorni culturali, nei costrutti materici, nelle maglie sociali e relazionali che ne alterano la neutralità, evidenziandone la parte tagliente, il rivestimento attributivo, le rifrangenze e i soffocamenti, i punti di stasi e riflessione, la brutalità del quotidiano, la molteplice entità di ciò che appare noto, semplice, innocuo, familiare.
Certe Cose, nella suggestione della poesia di Emanuel Carnevali, da cui prende titolo la mostra, risuonano nei margini in cui le colloca l’abitudine, la differenziazione formale, il lessico, il riconoscimento strumentale, modificando l’orientamento, le coordinate percettive, la fissità e certezza del pensiero nei loro confronti, destato dalla prossimità oggettuale e dall’immediatezza di una realtà effettuale.
In Cutlery utensili funzionali alla nutrizione, ancorati a parete e costretti in catene, riportano ad una dimensione domestica, a vincoli e obblighi coercitivi di un vissuto ancorato tra il passato e il presente lungo un muro cieco di silenzio e quiete apparente.
Le posate in argento, nella comune funzionalità e nella preziosità del materiale, raccontano la propria natura ambigua, inquieta, offensiva e lesiva, tradizionale e pratica, ritualistica e insidiosa.
Lo spazio architettonico della Fondazione Pietro e Alberto Rossini di Briosco in Atto unico per mosche riecheggia nelle proprie superfici, nel rapporto con l’oggetto, nell’incontro impossibile tra due esistenze reciprocamente indiscrete, indispettite l’una dall’altra, indistinguibili, ma tangibili, percepite e palesate in un ripercuotersi di gesti, rumori, respiri, echi, racchiusi nell’ambiente rispecchiato, spoglio, purificato da orpelli, imperturbabile e indifferente, eppure pregno di simmetrie relazionali, rispondenze e assonanze presenziali che lo abitano come realtà intima e domestica.
In questo colloquio di temporalità e spazialità sovrapposte, le due donne protagoniste del film (l’artista stessa e la co-performer Dalila Cozzolino) indagano, orientano e scatenano l’un l’altra le vicendevoli inquietudini, diffuse e propagate nel rimbombo delle pareti, nel mistero di una corrispondenza tormentata, spaventosa e infine solitaria, perduta, fuggita e richiamata.
In Collar 6 un dittico radiografico di colletti ricamati è interrogazione di corporeità e segno lungo una trama intessuta nel riconoscimento e nei frames di un’identità sociale.
Nella messa in visione di un contenuto scheletrico coincidente con la formatività fisica del ricamo, evidenziato come atto tradizionalmente femminile, i colletti (o collari?), intrecci tra decoro e protezione, contenimento e coercizione, marcano e definiscono, nella ripetitività e ritualità gestuale che li ha costituiti, lo stile corporeo come prototipo di genere, costruito dal soggetto nella interrogazione e rispondenza sociale: re-immessi nel loro etimo corporale e semiotico, gli oggetti si ri-collocano come impronte indicali e simboli culturalmente perpetrati.
Racchiudendo la pluralità della sfera linguistica, l’artista, in un reading inaugurale, mette in voce le espressioni testuali, armonicamente assonanti, con il proprio lavoro e percorso riflessivo nei rapporti di potere tra oggettualità, soggettività e coesistenza intrinseca.
#ProjectRoom #1
Silvia Giambrone. Certe Cose
15 settembre – 7 ottobre 2022
Fondazione Nicola Del Roscio
Via Francesco Crispi 18, Roma
Orari: 11.00 – 17.00 / martedì – venerdì
Chiuso: sabato – domenica – lunedì
Ingresso libero
Info: roma@fondazionenicoladelroscio.it
https://fondazionenicoladelroscio.it/la-fondazione/