MILANO | Paraventi Giapponsi – Galleria Nobili | Prorogata al 23 dicembre 2017
di KEVIN McMANUS
La programmazione della galleria Paraventi Giapponesi – Galleria Nobili prosegue all’insegna di un format di mostra ormai ben consolidato: un artista italiano “ospite”, il cui lavoro si sposa con la poetica della galleria, accostato a un artista giapponese.
I nomi sul piatto, in questa occasione, sono di grande livello: accanto a Yamamoto Masao (1957), autore cult e presenza ricorrente nell’attività della galleria, c’è infatti Ettore Frani (1978), uno degli artisti italiani più richiesti della sua generazione, esposto in quanto vincitore di una delle esposizioni-premio dell’Arteam Cup 2016. Come spesso capita, la coppia di artisti è inedita, e il confronto sulle opere è costruito a posteriori sulla base di lavori preesistenti. In questo caso, è stato Frani a lavorare specificamente per l’occasione facendosi ispirare da alcuni scatti di Masao, e creando un dialogo tra questi ultimi e la propria personalissima ricerca pittorica.
L’accostamento di due medium diversi, naturalmente, è il primo elemento da prendere in considerazione. E nell’attuale, spesso banale, gioco di richiami e intrecci tra mezzi espressivi, il criterio seguito da artista e curatore (Matteo Galbiati, in sinergia con Raffaella Nobili) è una ventata d’aria fresca: sia le foto di Masao che i quadri di Frani, infatti, pur nel cercare una convergenza a livello di forme, di costruzione chiaroscurale dello spazio, di sensazioni epidermiche, rimangono energicamente fedeli alle caratteristiche specifiche della propria tecnica.
Addirittura, ed è sintomo di notevole maturità artistica, Frani sembra farsi più pittorico (superando il gioco di illusioni di alcune sue ricerche passate) proprio nel momento in cui si confronta con la fotografia. Ecco allora che il raffinatissimo contrasto tra luce ed ombra di Masao diventa in Frani una contrapposizione di masse chiaroscurali, in un “bianco e nero” (si passi la definizione generica) che è innanzitutto “aperto e chiuso”, “ambiente e cosa”, mantenendo viva la tensione pittorica ed evitando quell’effetto di citazione della grafica in cui cade spesso la pittura mono o bi-cromatica.
In questo rispetto delle specificità di ciascuno, l’avvicinamento dei due artisti avviene altrove, a livello di tipo di segno e di riflessione sul tempo. Da un lato l’impronta, l’indice fotografico registrato da Masao è rinviato dallo straniamento dell’inquadratura, dalle dimensioni e dalla qualità elevatissima della stampa a una temporalità iconica sospesa (o meglio ancora ciclica): il grande realismo che diventa grande astrazione, per parafrasare la nota intuizione di Kandinsky.
Dall’altro, il segno consapevole, rappresentativo di Frani mantiene l’aspetto dell’impronta, dell’impressione luminosa che si stampa nella memoria e sopravvive come rilettura dualistica ed emozionale della realtà.
L’allestimento, come nella consuetudine della galleria, è essenziale e forte dal punto di vista curatoriale. I confronti opera per opera sono chiari ma non vincolanti, e l’impressione è quella di un “tutto” fatto per essere tale.
La misura dell’inespresso 沈黙の尺度
Yamamoto Masao | Ettore Frani
a cura di Matteo Galbiati e Raffaella Nobili
con il Patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano
catalogo digitale bilingue italiano inglese Vanillaedizioni con testo critico di Matteo Galbiati e Raffaella Nobili
Ettore Frani Special Project Arteam Cup 2016
in collaborazione con Arteam | Associazione Culturale
Prorogata al 23 dicembre 2017
Paraventi Giapponesi – Galleria Nobili
Via Marsala 4, Milano
Orari: lunedì 15.00-19.00; da martedì a sabato 11.00-13.00 e 14.00-19.00
Info: +39 02 6551681
info@paraventigiapponesi.it
www.paraventigiapponesi.it