BERGAMO-BRESCIA | La Via delle Sorelle
Intervista a ILARIA BIGNOTTI, CAMILLA REMONDINA e LAURA RENNA di Matteo Galbiati
La Via delle Sorelle, prezioso progetto di arte diffusa che è stato ideato e coordinato da Slow Ride Italy ed è in partenariato con i Comuni di Brescia e Bergamo, le Province di Brescia e Bergamo e i comuni attraversati, nato nel 2023, si propone come un’arteria verde permanente, un attraversamento di connessione tra luoghi, genti e culture che vuole essere un’eredità sostenibile e un palcoscenico a cielo aperto a disposizione dei territori interessati dopo l’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. In occasione del recente ampliamento con l’innesto di IntessiAMO il Cammino, le 8 sculture-intervento site-specific di Laura Renna (San Pietro Vernotico – BR, 1971), abbiamo approfondito con la stessa artista questa nuova presenza e con le curatrici Ilaria Bignotti e Camilla Remondina l’intero progetto:
La Via delle Sorelle è un progetto articolato e “strutturalmente” complesso che fonde territori diversi in un percorso di arte diffusa: come è nato? Come siete riuscite a connettere le realtà differenti attraversate da questo “cammino d’arte”?
Ilaria Bignotti e Camilla Remondina – La Via delle Sorelle è stata immaginata all’indomani del primo lungo e duro lockdown, quando si respirava nell’aria l’idea di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. Alessio Guitti, fotografo e camminatore, ha lanciato la sua visione a un gruppo di amici – che poi si sono uniti nell’Associazione Slow Ride Italy – tra cui Alessia Marsigalia, giornalista e camminatrice, e Luca Guarneri, anche lui trekker ed esperto in finanza: camminare da Brescia a Bergamo e ritorno, cercando quel verde e quella natura di cui si sentiva tanto bisogno. Le due province, nell’immaginario collettivo note più per il loro essere operosi centri industrializzati e per le correlate conseguenze ambientali, avevano bisogno di essere vissute in un altro modo, sostenibile, e avevano bisogno di mostrare un altro volto, fatto di tesori nascosti, natura e un vastissimo patrimonio culturale, materiale e immateriale, presente non solo nei centri storici delle due città, ma disseminato in tutto il territorio nel mezzo. Così Alessio – e poi il gruppo – si è messo a camminare, a testare, a unire antiche vie e sentieri creando infine un tracciato di circa 130 chilometri, da fare interamente a piedi, aperto a tutti.
Poi ognuno, con le proprie competenze, ha lavorato affinché questo tracciato diventasse un vero e proprio cammino, con tutte le caratteristiche necessarie. Studiato, progettato, definito per tre anni è stato accolto tra le iniziative più significative dell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. Ne è nato un partenariato di governance i cui soggetti sono Slow Ride Italy quale capofila e coordinatrice, i due Comuni capoluogo, le due Province, i Comuni attraversati dal cammino, e altre realtà che ci hanno creduto.
La Via delle Sorelle – dove il termine sorelle è ovviamente riferito alle due città, Bergamo e Brescia – si sviluppa in gran parte sulla zona collinare delle due province e disegna una vera e propria arteria verde che valorizza e congiunge anche i cammini e le vie storiche già presenti sul territorio. È bidirezionale, cioè il viandante può scegliere la città di partenza, e le tappe consigliate per farlo interamente sono sei, ciascuna nella media di 20-25 chilometri l’una. Ogni camminatore può comunque modulare tempo e numero di chilometri giornalieri in base al proprio grado di allenamento, grazie ad una bellissima rete di accoglienza che è stata creata su gran parte dei comuni attraversati.
Noi curatrici ci abbiamo “aggiunto” la visionarietà dell’arte, delle arti tutte, contemporanee e multidisciplinari: un palcoscenico a cielo aperto dove le arti visive, il teatro, la letteratura e la musica evidenziano la tipicità dei luoghi, esaltano la natura, rileggono la storia dell’arte e delle culture, indagano il rapporto tra uomo e natura, tra uomo e territorio, tra passato e presente. Abbiamo pensato che le arti visive, con il posizionamento di opere d’arte contemporanea a carattere permanente, potessero dare il via a questo grande progetto, il primo cantiere creativo a cielo aperto tra due città. Inoltre, da questa idea di creare un vero e proprio “palcoscenico a cielo aperto” è nata InSPIRA, la rassegna a basso impatto ambientale dedicata a musica, teatro e performance proposti nei luoghi iconici della Via, raggiungibili solo a piedi, che per la sua prima edizione, dal 7 al 15 ottobre 2023, ha inaugurato anche la mostra fotografica Shooting The Walk all’Abbazia di San Paolo D’Argon, visitabile fino al 29 ottobre 2023: una selezione di 20 immagini dedicate ai contesti naturalistici e culturali che il Cammino attraversa e offre allo sguardo del viandante, “fermati” in istanti da Alessio Guitti.
I numeri sono davvero significativi: ci date qualche dato? Chi è coinvolgo attivamente? Che luoghi sono interessati e come vengono scelti?
IB e CR – La Via delle Sorelle nei suoi centotrenta chilometri, attraversa ben trentasei comuni, due siti UNESCO, incrocia otto cammini già esistenti e storici, tocca il lago d’Iseo, tre aree vitivinicole e ancora parchi, PLIS, riserve.
Abbiamo redatto una vera e propria carta che contiene gli standard delle opere d’arte a carattere permanente per essere installate lungo La Via delle Sorelle: queste devono essere raggiungibili prevalentemente a piedi, correlate per materiali o temi all’identità naturale, storica, sociale e culturale dei luoghi e dei siti, portatrici dei valori di bellezza, solidarietà, sostenibilità, ecologia e condivisione che caratterizzano un cammino e i territori che le ospitano. Inoltre, chiediamo agli artisti che i loro interventi estetici siano anche capaci di dialogare armoniosamente con il paesaggio nel quale sono inseriti; vogliamo che siano di agile lettura e godimento per la popolazione locale, i camminatori e chiunque vi si approcci, non solo per gli addetti ai lavori e gli esperti d’arte.
Dato il luogo in cui si trovano, le opere devono rispondere adeguatamente alle caratteristiche di sostenibilità e godibilità previste da un cammino, ed essere in prima istanza di basso o nullo impatto ambientale; abbiamo cercato di stimolare gli artisti a lavorare con i materiali locali e dialogare con le maestranze e le aziende del territorio, instaurando così anche un circuito virtuoso di sostegno e promozione delle eccellenze culturali e identitarie, sociali e produttive dello stesso.
Come si rifinerà e alimenterà questa progettualità? Quale ricaduta virtuosa vuole avere nel prossimo futuro?
IB e CR – Crediamo che le opere e le installazioni possano essere una vera e propria “mappa nella mappa” lungo il percorso, un modo per indicare la natura identitaria del territorio e per invitare ciascun camminatore a riflettere sulla propria relazione con lo spazio, il tempo, la natura e la cultura. Per esempio, l’opera Al tuo passo di Claudia Losi (Piacenza, 1971), disseminata sul territorio bergamasco e nello specifico lungo il sentiero che da Nembro arriva alla frazione di Lonno, consiste in un’installazione diffusa di piccole sculture in pietra locale, incastonate nel sentiero, che riprendono le forme ogivali allungate delle antiche pietre locali, dette coti. L’intervento è stato ideato dall’artista come una punteggiatura discreta con cui tradurre, attraverso frasi ed immagini incise, le riflessioni nate dagli incontri e dalle attività svolte con la comunità di Nembro. Questi punti d’attenzione calpestabili accompagnano la salita, la discesa e le soste dei viandanti, entrando in relazione con la storia e la memoria di un paesaggio ricco di tradizioni che si sono sedimentate nel tempo.
Sul sito ufficiale de La Via delle Sorelle abbiamo inserito un form aperto ad artisti, ma anche a curatori, che vogliono proporre un’opera. Questo perché vogliamo fortemente che tutti possano lavorare su questo progetto, inteso come una cassa di risonanza virtuosa tra i linguaggi artistici e il territorio.
Che riscontri avete raccolto in questi primi mesi, sia in termini di risposte dal territorio stesso che dall’esterno?
IB e CR – La Via delle Sorelle ha già visto, ad oggi, oltre 700 viandanti solcare i suoi sentieri, le sue mulattiere e attraversare paesi, borghi, colline e vigneti. Li possiamo contare perché, come in un Cammino vero e proprio, rilasciamo la cosiddetta credenziale, ovvero la carta del viandante su cui vengono apposti i timbri nei punti tappa. Qui sono disponibili tutte le informazioni in merito, ma sappiamo che molti altri camminatori, anche abituali della zona, hanno attraversato questi sentieri nei primi sette mesi.
Dall’esterno abbiamo ricevuto recensioni davvero positive e un’ondata di attenzioni dai media, certo anche grazie al fatto che il progetto è parte dell’anno in cui Bergamo e Brescia sono Capitale Italiana della Cultura; a livello locale molte realtà si sono interessate alla Via chiedendo di poter collaborare con le loro attività. Ma il Cammino non finisce a fine anno, anzi rimarrà come eredità di questa Capitale e come dice spesso la Presidente dell’Associazione, Alessia Marsigalia, “migliora invecchiando, come il vino”, giusto per ricordare che attraversiamo, anche, tre aree vitivinicole straordinarie, quali le terre del Franciacorta, del Moscato di Scanzo e Val Calepio.
Prima di raccontarci nello specifico IntessiAMO il Cammino farei un passo indietro al 4 giugno 2023, alla catena umana di 40.000 persone richiamate da Viva Vittoria, già lì inizia tutto…
Laura Renna – Sono stata coinvolta nel progetto da Slow Ride Italy e Viva Vittoria fin dall’inizio, dalla primavera del 2022, fino alla straordinaria azione collettiva e partecipata 50 MIGLIA – INSIEME NELLA CATENA UMANA, ideata da Viva Vittoria, che ha unito, lo scorso 4 giugno, migliaia di persone tra Brescia e Bergamo in una variopinta catena umana lunga, appunto, 50 miglia. Questo ambizioso progetto si è potuto realizzare grazie alla determinazione delle volontarie di Viva Vittoria che hanno saputo coinvolgere tutta la popolazione invitandola a realizzare delle strisce di maglia lunghe un metro e mezzo. Sono state raccolte ben 80.000 strisce, frutto di tanto lavoro e solidarietà! Una parte di questi manufatti mi è stata poi donata per realizzare le opere da restituire alla collettività.
Con 2000 manufatti di lana colorata hai creato 8 arazzi che si dislocano in ambienti differenti. Cosa marcano e cosa rappresentano queste opere permanenti? E in che modo vogliono essere site-specific?
LR – Ho creato gli arazzi cercando il modo migliore per integrarli nel paesaggio con equilibrio. Ho camminato a lungo con gli occhi rivolti in alto a guardare alberi e rami, cercando di entrare in empatia con i luoghi. Con le suggestioni raccolte e le sensazioni provate mi sono poi messa al lavoro lasciando molta libertà all’intuizione. Alcuni arazzi hanno trovato posto tra gli alberi, anche in zone isolate, altri sulle facciate di piccole chiese, segnando otto comuni delle due province: Adro, Bagnatica, Brescia, Gorlago, Gussago, Ome, Scanzorosciate, Torre de’ Roveri, tutti sulle tappe del Cammino. Le opere rimarranno all’aperto con tutta la loro fragilità a sfidare il tempo, trasformandosi e aspettando i viandanti per indicare loro la via.
Mi colpisce molto che tu non le consideri solo fiori, ma anche stelle: in che modo possono essere, allora, “punti di riferimento”?
LR – Gli otto arazzi sono cresciuti lentamente, intrecciati e più volte sciolti, sono sbocciati come i fiori, da soli, e hanno preso la forma delle stelle.
Da sempre le stelle sono un riferimento per orientarsi, per costruire la rotta di un viaggio, e ci rivolgiamo al loro quando non sappiamo più dove andare o cosa fare. Ma le stelle possono essere stanche, come scrive Fernando Pessoa nella sua poesia “Ho pena delle stelle, che brillano da tanto tempo, da tanto tempo…”, stanche e appesantite dalle nostre speranze le ho immaginate cadute dal cielo, impigliate tra i rami degli alberi e sulle facciate di piccole chiese. Le mie Stelle stanche sono un punto di riferimento per i viandanti e un sollievo per chi le scorgerà da lontano dopo un lungo cammino.
Per il tuo lavoro cosa ha rappresentato poter interagire con così tanta gente e poi rivolgere l’opera finita ad altrettante persone che si metteranno in cammino? Come (e se) quest’opera ha, in un certo senso, cambiato il tuo approccio alla tua ricerca?
LR – Ho trattato con cura e rispetto ogni manufatto che mi è stato donato, tutti diversi per fattura e colore sono l’espressione della creatività di chi li ha realizzati. Le opere sono frutto di un lavoro corale, parlano di impegno, sogni, speranze, chi si mette in cammino conosce bene il valore di queste parole.
In tutti questi mesi ho avuto l’opportunità di indagare più a fondo quel sentimento genuino e gioioso con cui le persone da sempre celebrano il legame con la natura attraverso l’artigianato, il mio interesse per la memoria è legato alle tradizioni e questa esperienza mi spinge a dare maggiore importanza a quella sensibilità folk che caratterizza la mia produzione tessile.
IntessiAMO il Cammino di Laura Renna
un progetto artistico di Associazione Slow Ride Italy
sostenuto dal contributo del Bando Capitale della Cultura 2023 di Fondazione Cariplo
in collaborazione con la Fondazione della Comunità Bergamasca, Fondazione della Comunità Bresciana
a cura di Ilaria Bignotti e Camilla Remondina
La Via delle Sorelle – Il Cammino Brescia Bergamo
Luoghi vari in provincia di Bergamo e Brescia
Info: www.laviadellesorelle.it
Laura Renna (San Pietro Vernotico – BR, 1971) vive e lavora a Modena. L’artista articola la sua ricerca servendosi della scultura, dell’installazione e della fotografia. Natura, memoria, metamorfosi, spazio sono i temi intorno ai quali la sua ricerca si muove. Frutto di una pratica artigianale, il suo lavoro rivela una attitudine trasformativa, nell’intenzione di riplasmare ciò che ha perso valore e funzione. Vince nel 2008 il Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro all’International Competition for Young Sculptors. Finalista nel 2016 del Premio Fondazione Henraux e nel 2015 del IV Premio Francesco Fabbri. Nel 2018 rappresenta l’arte italiana alla Shenzhen Biennale, Luohu Art museum, Shenzhen.