Non sei registrato? Registrati.
MILANO | Otto Zoo | 16 gennaio 2020  28 febbraio 2020

di ALICE VANGELISTI

Un’invasione di “assemblaggi urbani” anima gli spazi di Otto Zoo a Milano, che ospita Lí dove nascono le forme del vento, la prima personale in galleria di Stefano Comensoli (Milano, 1990) e Nicolò Colciago (Garbagnate Milanese, 1988), i quali lavorano insieme dal 2014 e sono tra i fondatori del progetto artistico Spazienne.

Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Visioni di un oltre – Ciel sereno, 2020, flooring (linoleum) Courtesy of Otto Zoo Photo by Luca Vianello

L’intervento creativo ed espressivo dei due artisti dà vita a un universo visivo essenziale e sfaccettato, caratterizzato da rimandi al contesto urbano e industriale. Infatti, nelle loro opere s’incontrano i materiali e gli oggetti più disparati riferiti a tali sfere, spesso frutto di un riutilizzo. Si tratta solitamente di materiali cercati e trovati completamente abbandonati a sé stessi, che ritrovano però nuovamente ragione di vivere attraverso il lavoro dei due artisti. Sono materiali che, dopo aver perso la loro stessa essenza e destinazione d’uso, ritornano a raccontare di sé in veste nuova attraverso inediti punti di vista.
È così infatti che nascono le installazioni di Comensoli e Colciago: fusioni di oggetti e materiali che, dimenticati da tutto e da tutti, abitano silenziosamente la città in attesa di essere scordati per sempre. Ma per loro non c’è oblio: i due artisti riutilizzano queste parti di scarto e di recupero prelevate da aree dismesse, da luoghi periferici e da cantieri, creando degli assemblaggi e delle installazioni che sottolineano un profondo processo di interiorizzazione, trasformazione e dialogo con la materia.

Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Lì dove nascono le forme del vento, veduta della mostra, Otto Zoo, Milano Courtesy of Otto Zoo Photo by Luca Vianello

Corrosione, demolizione e abbandono: il tempo e l’uomo non sono stati clementi con tali materie, ma i due artisti riescono a farne un punto di forza su cui lavorare per estrapolarne una loro personale estetica di interpretazione del contesto urbano e industriale in cui vivono, letto in maniera essenziale ed emozionale. L’osservazione e l’esplorazione di tali ambienti diventano così azioni reali e concrete alla base del loro lavoro espressivo. In questo senso, il loro operare artistico è caratterizzato da un costante attraversamento nomade del territorio urbano alla ricerca di oggetti da “salvare” dal loro stato di abbandono, per poi restituirli, dopo un profondo processo mentale, all’interno di una nuova narrazione che apre sempre a ulteriori prospettive e sfumature di significato.
In mostra si alterna una serie pressoché inedita di opere eterogenee che interagiscono con lo spazio della galleria: accostamenti di diverse materie creano nuove forme nello spazio centrale e alle pareti come in Madreperla oppure in Cartiglio; pavimenti messi a parete ricreano paesaggi inediti e immaginari poetici come in Visioni di un oltre – Quiete nella tempesta oppure in Chiarore; tubi fluttuano leggeri disegnando geometrie nell’aria, tra pieni e vuoti, dando vita alla grande installazione Tentativo di superamento del volo (Sigillo_07).

Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Madreperla, 2020, traffic delineator, glass globe, iron Courtesy of Otto Zoo Photo by Luca Vianello

Si instaura in questo modo un dualismo estetico e formale delle opere esposte: da un lato, lavori quasi pittorici, animati da solchi e sfumature spesso dettati dai materiali industriali utilizzati, danno vita a paesaggi astratti e realtà emozionali; dall’altro, elementi più scultorei, caratterizzati da un’alternanza tra i pieni e i vuoti degli oggetti ritrovati e assemblati, mettono in scena dialoghi e intrecci di materiali a volte distanti per caratteristiche e forme, ma vicini nell’essenza.
Gli artisti creano così uno stretto dialogo fatto di equilibri precari tra queste materie “dimenticate”, sperimentando le potenzialità espressive di materiali urbani e industriali, di oggetti abbandonati e ritrovati, di elementi grezzi o corrosi dal tempo.
La fusione di tali forme e materie, di personali identità e immaginari ricrea in questo modo un’estetica “urbana”, in cui il contesto reale e concreto indagato si fonde con tracce di memorie ed emozioni legate a luoghi ed esperienze dell’esplorazione interiorizzate dagli artisti stessi: il mondo esterno si intreccia con l’universo interiore in un gioco di continui rimandi tra le due parti per dare vita a una nuova interpretazione profonda, trasversale ed essenziale della realtà.

Stefano Comensoli_Nicolò Colciago. Lí dove nascono le forme del vento
con un testo di Annika Pettini

16 gennaio 2020 – 28 febbraio 2020

Otto Zoo
Via Vigevano 8, Milano

Orari: mercoledì – sabato dalle 14.00 alle 19.00

Info: info@ottozoo.com
www.ottozoo.com

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •