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VENEZIA | 10 & zero uno | Fino al 30 aprile 2025

di FRANCESCO LIGGIERI

Il vento che attraversava Via Garibaldi aveva il suono di qualcosa che si stava spostando senza permesso. Era una di quelle brezze che entrano sotto le maniche e si attorcigliano tra le costole, come un presagio. Quel giorno, però, nessuno sembrava farci caso. Forse perché a Castello 1830, dietro una porta in quel preciso  momento, si stava aprendo qualcosa.
La 10 & zero uno non era una galleria come le altre. C’era qualcosa nel pavimento leggermente inclinato, nei muri che sembravano respirare con un ritmo proprio. Ed era lì che Unexplored Realms stava per cominciare, con Anna Bochkova e Andrea Luzi pronti a tirare fuori dal nulla mondi che fino a un attimo prima nessuno sapeva esistessero.

Veduta della mostra, Unexplored realms, Anna Bochkova e Andrea Luzi, galleria 10 & zero uno, ph. Filippo Molena

La mostra non prometteva risposte. Anzi, sembrava piuttosto voler dissolvere certezze, scomporre il reale in particelle troppo piccole per essere ricomposte esattamente come prima. La gente entrava con le mani nelle tasche, con il sopracciglio leggermente aggrottato, con la sensazione di aver varcato un confine invisibile. Le opere di Luzi erano come mappe per orientarsi in un luogo che non esiste. La luce si ripiegava su se stessa, le superfici sembravano avere memoria. I quattro elementi – terra, aria, acqua, fuoco – si muovevano come voci che si rincorrono in una stanza vuota, creando traiettorie che lo spettatore poteva solo intuire. Il quinto elemento, l’etere, aleggiava tra le opere, un ponte tra ciò che si può afferrare e ciò che inevitabilmente sfugge. La gente si fermava a fissare, aspettando che qualcosa succedesse. Qualcuno giurava di aver visto un’ombra muoversi nella luce riflessa, qualcun altro pensava di aver sentito un suono tra i pannelli.

Anna Bochkova, The Sharing, 2025, cartapesta, matita su carta, perline in vetro, 38x43x4cm, ph. Filippo Molena

Poi c’erano le opere della Bochkova. Il suo mondo era più denso, più tattile. Le sue sculture sembravano uscite da una realtà parallela, una in cui il sogno e la veglia si sovrappongono senza mai fondersi del tutto. I materiali parlavano un linguaggio silenzioso: ceramica, carta pesta, tessuti, metallo. Figure che non erano solo oggetti, ma presenze. Creature sospese tra mitologia e futuro, tra un tempo che nessuno ha vissuto e uno che non è ancora arrivato. Lo spazio si riempiva di qualcosa di antico e familiare, come una storia raccontata a bassa voce prima di dormire.

Veduta della mostra, Unexplored realms, Anna Bochkova e Andrea Luzi, galleria 10 & zero uno, ph. Filippo Molena

 

A un certo punto, sembrò che qualcuno sussurrasse: “Ma se non possiamo vedere l’invisibile, allora cosa stiamo guardando?” Nessuna risposta. Il pubblico continuò a muoversi tra le opere, a cercare appigli, indizi, una logica da poter riportare a casa. Ma non c’era nulla di definitivo, nulla di rassicurante. Solo la sensazione che da qualche parte, oltre ciò che possiamo toccare, ci siano altri mondi in attesa di essere esplorati.

Andrea Luzi, Double Helix Angel, 2025, olio su tela, 110x90cm, ph. Filippo Molena

Quando l’ultima persona uscì dalla galleria, la porta si richiuse con un leggero scatto metallico. Il vento in Via Garibaldi continuava a soffiare, identico a prima, eppure chiunque fosse stato lì dentro sapeva che qualcosa era cambiato. Che c’era stato un passaggio, un momento, un’apertura su qualcosa di sconosciuto. E anche se nessuno sapeva esattamente cosa fosse, sapevano che da ora in poi non avrebbero più guardato il mondo allo stesso modo.

Anna Bochkova, Lay medown to crawl, 2023, ceramica smaltata, 30×18,5×14,5 cm, ph. Filippo Molena

Anna Bochkova / Andrea Luzi – Unexplored Realms
testo critico di Domenico de Chirico

10 & zero uno
Castello 1830, via Garibaldi, Venezia

Fino al 30 aprile 2025 

Info: +39 329 4089647
info@10zerouno.com

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