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Montelupo Fiorentino – Capraia e Limite – Montespertoli (FI) | sedi varie
Fino al 16 dicembre 2018

Intervista ad ANDREA ZANETTI

Le parole e le storie dei lavoratori sono al centro di Ci sono sempre le parole. [non] Festival delle narrazioni popolari (e impopolari), un festival “diffuso” sulle narrazioni e lo storytelling che dà spazio alle persone e i loro racconti di vita quotidiana. Da ottobre a dicembre si articola in tre momenti e in tre comuni diversi dell’Empolese Valdesa, con l’obiettivo di musealizzare la comunità e valorizzare l’identità dei territori. Ne abbiamo discusso con il curatore Andrea Zanetti che, assieme a Cinzia Compalati, è il direttore artistico del festival.

Eleonora Roaro “Dream operator”. Un’indagine sul lavoro e sui lavoratori”, bozzetto, tecnica mista, 2018. J.O.B.S Join Our Blended Stories, Palazzo Podestarile, Montelupo Fiorentino

Come nasce l’idea di Ci sono sempre le parole. [non] Festival delle narrazioni popolari (e impopolari) e come si articola?
L’idea nasce dall’esigenza di portare alla luce la vita delle persone, semplicemente. È un tentativo di rigenerare il senso di comunità e di ritrovare il piacere di ascoltarsi, incontrarsi, riconoscersi. Sono tre gli eventi che hanno come perno le parole: la mostra J.O.B.S Join Our Blended Stories, a Palazzo Podestarile di Montelupo Fiorentino (visitabile fino al 16 dicembre), con i racconti dei lavoratori reinterpretati da artisti contemporanei; I racconti dei cittadini, dal 9 all’11 novembre a Capria e a Limite, che, supportati drammaturgicamente da attori professionisti, raccontano sulla scena la loro storia di vita; poi le parole in musica di Ginevra di Marco, con il concerto Le narrazioni popolari del 30 novembre a Montespertoli. È un concerto inedito che parte proprio dalle parole dei cittadini e si apre al mondo, attraverso la ricerca musicale di Ginevra e del suo gruppo.
Tre città e tre momenti diversi, il tutto legato dal filo rosso delle parole e dell’empatia. Questo era uno degli obiettivi che abbiamo condiviso con Cinzia Compalati – direttrice del Museo Diffuso Empolese Valdelsa che ha promosso e sostenuto il progetto – e che abbiamo provato a concretizzare in un Festival.

Aurore Pornin, “Penelope”, (particolare), dimensioni variabili, reti da pesca, nylon, corde, colori. J.O.B.S Join Our Blended Stories, Palazzo Podestarile, Montelupo Fiorentino

Perché è stato definito “non-festival”?
Si tratta di un non-festival in quanto i protagonisti sono i cittadini di quei territori e le loro storie e non qualche relatore esterno. Possiamo dire che, seguendo e condividendo le indicazioni programmatiche del MuDEV, stiamo provando a “musealizzare la comunità” in un concetto ampio, dinamico e intimo di Museo. Un museo diffuso è quello che esce dalle mura e fa suo il patrimonio immateriale che ha attorno, dal paesaggio alle persone che lo vivono.

Roberta Montaruli, “Imperfetti” (particolare), vasi e fiori, 2018. J.O.B.S Join Our Blended Stories, Palazzo Podestarile, Montelupo Fiorentino

In che modo sono stati selezionati i lavoratori e come si legno al territorio?
I lavoratori sono stati individuati con il supporto delle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil di Firenze. Era necessario avere uno spaccato vero del sistema produttivo e del lavoro del territorio, una rappresentanza che potesse uscire dal particolare per raccontare una dimensione globale delle dinamiche del mondo del lavoro contemporaneo. Un rapporto, quindi, molto stretto ma che mira ad aprirsi ad una visione generale.
La storia è fatta di piccole grandi imprese individuali che hanno avuto la forza di farsi riconoscere ed incontrare dalla dimensione collettiva. Anche le parole di quei racconti sono piccole grandi memorie individuali nelle quali riconoscersi globalmente.

Francesco Siani “unboxing'”, frame video-istallazione. J.O.B.S Join Our Blended Stories, Palazzo Podestarile, Montelupo Fiorentino

Quali sono gli artisti che hai scelto? In che modo hanno interagito con i lavoratori?
Gli artisti (Emiliano Bagnato, Cristina Balsotti, Carolina Barbieri, Lorenzo Devoti, Sabina Feroci, Paolo Fiorellini, Lorena Huertas, Stefano Lanzardo, Roberta Montaruli, Enrica Pizzicori, Aurora Pornin, Francesco Ricci, Eleonora Roaro, Francesco Siani, Stefano Siani, Zino (Luigi Franchi) sono un gruppo con cui collaboro da qualche anno. Diversi per età, linguaggi e percorsi formativi, hanno tutti la giusta e necessaria sensibilità per lavorare come squadra. Il nostro è un lavoro che parte dalle singole individualità, ma che si legge come fosse un’unica istallazione collettiva. Esaltiamo le espressioni individuali a beneficio di tutto il gruppo. Può sembrare banale ma nel mondo dell’arte contemporanea credo sia una sfida vera. Una mostra come questa, che chiede agli artisti di interpretare il racconto di uno sconosciuto, obbligandoli ad una relazione, ad entrare in contatto con quelle parole, farle proprie e consegnarle al pubblico, necessitava di un forte senso di empatia e – non meno importante – della voglia di mettersi in gioco. Pensare ad un’opera che nasca dalla propria esigenza interiore e pensarne un’altra – invece – che si confronti con altre esigenze interiori, non è la stessa cosa. Questo è un gruppo straordinario e lo dimostra questa mostra: la relazione che si è creata tra i lavoratori e gli artisti è già opera d’arte. Oggi il valore delle relazioni e la capacità di ascoltarsi nelle diversità sono una cosa straordinaria, quindi artistica.

Lorena Huertas, “Tra le mura” (particolare) 493×200 cm, tecnica mista su carta washi. J.O.B.S Join Our Blended Stories, Palazzo Podestarile, Montelupo Fiorentino

Dalla mostra J.O.B.S. – Join Our Blended Stories cosa emerge secondo te del mondo del lavoro in questo momento storico?
Emerge uno spaccato vero della società. I lavoratori coi loro racconti parlano di precariato, crisi aziendali, ansia per il futuro. Parlano anche di battaglie sindacali a rivendicare i loro diritti, di sconfitte ma anche di traguardi raggiunti. Parlano di contemporaneità. Ci sono i colori e le pause della voce nelle loro parole; i momenti di riflessione e i cambi di tono. C’è la vita, nella suo “banale” scorrere. Gli artisti sono entrati dentro quelle parole e ne hanno condiviso l’essenza; hanno tradotto nel loro linguaggio quei colori e quelle pause. Hanno portato la loro vita dentro quella di qualcun altro. Questa è la mostra. Poi ci sono le opere. A me piacciono tanto anche quelle!

 

6 ottobre – 30 novembre 2018 
sedi varie
Montelupo Fiorentino – Capraia e Limite – Montespertoli (FI)

La mostra
J.O.B.S. Join Our Blended Stories. Storie di lavoratori in mostra
Narrazioni impopolari 

7 ottobre – 16 dicembre 2018 
Montelupo Fiorentino (FI) – Palazzo Podestarile – Via Baccio da Montelupo 43

a cura di Andrea Zanetti 
in collaborazione con CGIL, CISL e UIL Firenze

Ci sono sempre parole
I racconti dei cittadini
9-10-11 novembre 2018
Capraia e Limite (FI) – Centro della Cantieristica e del Canottaggio, Sala di voga e palestra, Lungarno (a partire dalla Società Canottieri Limite), Fornace Pasquinucci, Oratorio della Compagnia della SS.Trinità, associazioni, case dei cittadini

Ginevra Di Marco: la musica e la tradizione popolare
Narrazioni popolari
evento/concerto – 30 novembre 2018 ore 21.00
Montespertoli (FI), Centro della cultura del vino I Lecci, Via Lucardese 74

Sistema Museale Museo Diffuso Empolese Valdelsa

Convenzione tra i Comuni di Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Empoli, Fucecchio, Gambassi Terme, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Vinci

Museo della Ceramica, Piazza Vittorio Veneto, 11
Montelupo Fiorentino (FI)

Info: +39 0571 51087 – 51352
www.museiempolesevaldelsa.it

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