MILANO | Theca Gallery | 22 settembre – 29 ottobre 2016
La Theca Gallery di Milano inaugura oggi la mostra che vede protagoniste due artiste, Christiane Beer (1965) e Elena Modorati (1969), il cui lavoro, in un codice minimo, propone una felice risoluzione tra concretezza dell’opera d’arte e l’intuizione del pensiero filosofico.
Beer e Modorati, infatti, con il terrain vague intendono proprio l’incontro tra arte e filosofia, unione che fonde l’intuizione con la materia, la speculazione con la concretezza, l’effimero dell’idea con la dimensione dello spazio-ambiente. Bachelard o Didi-Hubermann sono alcuni punti di riferimento per iniziare riflessioni che esprimono la costante interrogazione condizionante (o determinante) del pensiero, immobile e irrefrenabile, sull’espressività dell’arte. Uno scambio, questo, che non resta mai a senso unico, ma sa trovare una reciprocità inversa di influenze.
Dice il curatore Roberto Borghi:
“Terrain vague ovvero spazio refrattario a definizioni, superficie sdrucciolevole che rende scivoloso ogni approccio sociologico e urbanistico, non luogo venato di tentazioni metafisiche alle quali però risulta arduo cedere.
Sul terrain vague di questa mostra si collocano, in modo volutamente problematico, le opere di Christiane Beer e di Elena Modorati. Ad accomunarle sono alcune tracce di indagini filosofiche: anzitutto sulla soglia nel pensiero di Carlo Sini, ma anche sulla “immensità intima”, la formula coniata da Gaston Bachelard per definire la sua idea di casa, e in fondo anche la sua concezione dello spazio tout-court. Per farsi intima, l’immensità deve cercare il “contatto più profondo tra piccolo e grande”, tra punto di vista e orizzonte, tra singolo battito e ritmo. Per divenire immensa, l’intimità deve possedere “il carattere dell’intensità”, deve aprirsi alla “vastità dell’immaginazione poetica”, deve accettare che “lo spazio intimo e lo spazio esterno si incoraggino, per così dire, nella loro crescita”.”
I riferiementi alla storia non mancano: Terrain vague è la serie di Man Ray del 1929, anno della violenta crisi economica. È il film di Marcel Carné del 1960 che racconta le vite di ragazzi della banlieu. Poi, nella metà degli Anni ’90, Ignasi de Solà-Morales usa questa espressione per esprimere il concetto urbanistico di uno spazio post-industriale in cui la temporalità, il vuoto e la sospensione si legano a nuove e attese possibilità future.
Beer e Modorati dialogano con una poesia che si racconta alla soglia dell’inudibile e dell’invisibile e, sondando i reconditi “ambienti” della mente e dell’anima, apre orizzonti alla liricità di un’estetica raccolta e intima, silenziosa, quanto prepotentemente risonante.
Christiane Beer + Elena Modorati. Terrain vague, l’oscillazione e la traccia
a cura di Roberto Borghi
22 settembre – 29 ottobre 2016
Inaugurazione giovedì 22 settembre 2016 ore 19.00
Theca Gallery
via Tadino 22, Milano
Orari: da martedì a venerdì 14.00-20.00; sabato 14.00-19.00; altri orari su appuntamento
Info: +39 380 6836439
gallery@theca-art.com
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