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VORNO (LU) | TENUTA DELLO SCOMPIGLIO | FINO AL 28 GENNAIO 2024

di ALICE BARONTINI

Un contenitore fisico e mentale che racchiude al suo interno tre mostre. Un filo sottile che le tiene distinte ma, comunque, intimamente legate, tracciando un percorso ritmato negli spazi e nei tempi, da intraprendere a tappe, separate ma complementari.

Siamo nel bel mezzo delle colline di Vorno, alle porte di Lucca, all’interno degli ambienti che compongono lo Spazio Performativo ed Espositivo della Tenuta dello Scompiglio, un progetto, quest’ultimo, dal respiro globale, nato una decina di anni fa mettendo in dialogo le attività legate alle arti visive e performative con lo spazio circostante: terra, bosco, paesaggio, fauna, cucina, agricoltura, elementi architettonici…

Accostate e messe in sinergia dal curatore Angel Moya Garcia, queste tre mostre – seppur con modi e intenzionalità piuttosto differenti – sono accomunate dal tentativo delle artiste di analizzare e portare alla luce aspetti nascosti e intermedi della realtà, per innescare riflessioni e attivare nuovi sguardi.

“Anche se una buona parte di ciò che avviene potrebbe risultare incomprensibile o inspiegabile – si legge, infatti, nel testo che accompagna l’evento – spesso preferiamo fermarci nella sicurezza del percettibile e del razionale, attingendo a qualunque spiegazione che possa risolvere ogni dubbio immediatamente. Tuttavia, esiste sempre un lato nascosto di ogni cosa, o per essere più esatti, un lato non visto che, nella maggior parte dei casi, ha un’importanza molto superiore a quella di ciò che è visibile”.

Chiara Bettazzi, Reverse, courtesy Associazione Culturale Dello Scompiglio. Ph Leonardo Morfini

Reverse è l’installazione pensata da Chiara Bettazzi e prende spunto dal tema della natura morta come genere pittorico. Si tratta di un lavoro site specific, progettato appositamente per gli ambienti della Tenuta dello Scompiglio. L’ampia sala, infatti, divisa idealmente e fisicamente in due sezioni, racconta il fronte e il retro del medesimo lavoro. Da un lato si trovano le fotografie scattate da Bettazzi a soggetti tipici dello still life, qui utilizzate in maniera installativa. Dall’altro gli stessi oggetti, spesso dimenticati e ormai privi di una reale utilità, sono accumulati, catalogati, archiviati e posizionati costruttivamente per ridisegnare creativamente lo spazio e abitare l’ambiente. Il visitatore, chiamato a muoversi e sconfinare liberamente tra questi due poli, osserva così come un archeologo alla ricerca di interpretazioni e suggestioni nascoste. In questo modo gli oggetti, che nel loro ciclo di vita si fanno in qualche modo cantastorie delle esistenze e delle memorie delle persone a cui sono appartenuti, diventano lo strumento inatteso per innescare inedite connessioni, sguardi inconsueti e rinnovate possibilità.

Seppur con uno scopo, un approccio e una visione diversa, toccano i temi della memoria, del ciclo vitale, delle trasformazioni, delle connessioni e delle nuove possibilità anche le due videoinstallazioni proposte da Cecilia Bertoni, ideatrice del progetto della Tenuta dello Scompiglio.

Nelle video-installazioni attualmente visibili, parti integranti delle performance svoltesi alla Tenuta dello Scompiglio (di cui resta come memoria fisica, all’ingresso, un telo ricamato), Bertoni mette in relazione diversi linguaggi (danza, recitazione, ricamo, disegno, installazione, video) lasciando emergere la sua formazione eclettica di regista, performer, coreografa, scenografa e drammaturga.

Cecilia Bertoni, On the corner, courtesy Associazione Culturale Dello Scompiglio

In On the corner la riflessione alla base della videoinstallazione – che intreccia ambiente interno ed esterno della Tenuta – riguarda il tema del corpo, raccontato sia nel suo essere territorio accogliente, in movimento, comunicante, sia nel suo essere percepito come ambiente ostile, a causa del dolore fisico che isola e costringe.

Cecilia Bertoni, RUBEDO, courtesy Associazione Culturale Dello Scompiglio

Rubedo, invece, parla dell’eterna trasformazione del corpo e dell’anima, del mistero della morte, “della rilevanza e dell’instabilità del vivere, in senso individuale e collettivo, nelle sue affinità coi misteri e l’immaginario del processo alchemico”.

Per 24 minuti e 24 secondi il racconto prende forma avvolgendo lo spettatore con suoni e immagini reiterate come rituali, fondendo elementi teatrali, spirituali e simbolici. Una figura vestita di rosso si muove, cade, soffre, balla, si rialza in uno spazio totalmente bianco, mentre immagini performative come quelle del fuoco o di un interno intervallano ciclicamente il racconto, creando scambi tra ambienti interni ed esterni. Come frammenti della memoria.

 

Chiara Bettazzi – Reverse e Cecilia Bertoni – Rubedo e On the corner
a cura di Angel Moya Garcia

Fino al 28 gennaio 2024

SPE – Spazio Performativo ed Espositivo della Tenuta Dello Scompiglio
via di Vorno 67, Vorno (LU)

Orari: dal giovedì alla domenica ore 14-18 o su appuntamento | ingresso mostre, opere permanenti: € 5,00

Info e prenotazioni: 0583971125
biglietteria@delloscompiglio.org
https://www.delloscompiglio.org/it/

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