LECCE | Castello di Carlo di V | Fino al 20 novembre 2017
Intervista a LUCA BARSI di Niccolò Bonechi
Tra le secolari e imponenti mura del Castello Carlo V di Lecce si articola il percorso espositivo della mostra Mario Schifano e la Pop Art italiana, un progetto che intende focalizzare l’attenzione su quegli autori che dai primi anni Sessanta influenzeranno profondamente tutta la scena artistica e critica nazionale. Ecco che in mostra troviamo intere sale dedicate a Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Giosetta Fioroni, in un percorso eterogeneo che tende a mettere in evidenza i momenti salienti dei singoli autori.
Abbiamo incontrato Luca Barsi, co-curatore insieme a Lorenzo Madaro, direttore della storica Galleria Accademia di Torino, con cui abbiamo fatto il punto sulla mostra, sottolineando quanto siano importanti oggi giorno le contaminazioni tra realtà pubbliche e private.
La mostra al Castello Carlo V ripercorre, a partire dalle esperienze degli anni Sessanta, l’intera stagione della Pop Art italiana. Quali premesse e quali intenzioni hanno dato vita a questo progetto?
Il Salento è una zona che negli ultimi anni ha sviluppato una grande vocazione turistica; purtroppo l’offerta di attività culturali è ancora da potenziare. Un contenitore prestigioso e carico di storia come il Castello Carlo V mi è parsa subito l’occasione migliore per far conoscere l’arte italiana ai numerosi turisti italiani e soprattutto stranieri che frequentano questo meraviglioso angolo d’Italia. Per questo ho raccolto volentieri l’invito del dottor Lorenzo Madaro che, insieme alla società Theutra, mi ha chiesto di mettere in atto un progetto espositivo di alto livello. Il momento storico del mercato artistico nel quale viviamo e la mia specializzazione sull’arte romana del secondo dopoguerra, unitamente ai rapporti personali con Giosetta Fioroni – l’ultima artista vivente della Scuola di Piazza del Popolo – hanno reso semplice ed immediata la scelta della pop art romana.
Mario Schifano è senza dubbio il protagonista di questa esposizione come senz’altro lo è stato di quel gruppo denominato poi Scuola di Piazza del Popolo. Cos’ha rappresentato la sua figura per gli altri autori di questa corrente e per l’arte italiana in generale?
Mario Schifano è stato certamente l’ultimo grande genio tra gli artisti italiani. L’estrosità del personaggio unitamente al suo disinteresse per il mercato non ha ancora consegnato ai suoi dipinti il giusto valore economico e un giusto posizionamento nella scala dei valori artistici. Dico spesso che in arte valore economico e valore artistico non vanno a braccetto e quello di Mario Schifano è un caso veramente emblematico. In questi ultimi anni per fortuna il mercato sta colmando questo gap.
Per tutto il gruppo Schifano è stato a mio parere il faro illuminante, ha aperto e tracciato il solco nel quale sapientemente Franco Angeli, Tano Festa e Giosetta Fioroni hanno saputo dare il loro contributo. Roma in quegli anni viveva un momento fantastico, era un crocevia dove potevi incontrare personaggi come Hemingway, dove le esperienze della Dolce Vita di Fellini si mescolavano alla vita del Piper ed alla vita sregolata dei nostri artisti di Piazza del Popolo.
Tu sei il direttore della Galleria Accademia di Torino, una realtà privata che spesso ha contribuito alla realizzazione di importanti mostre pubbliche. Come ti relazioni con le istituzioni? Ma soprattutto quale deve essere oggi, in questo senso, il ruolo delle gallerie d’arte?
In questi anni di cosiddetta crisi economica il rapporto con le istituzioni è cambiato. A mio parere è diventato sempre più importante e necessario un rapporto stretto tra pubblico e privato. La concessione di location prestigione da parte di enti pubblici ad entità private che hanno la capacità di costruire importanti eventi culturali porta risultati vantaggiosi per tutti. I luoghi rimangono vivi e visitati, l’indotto del turismo se ne giova e si dà occasione sia di svago sia soprattutto di crescita personale e culturale. Non dimentichiamo che l’arte è contagiosa: la sua frequentazione porta spesso ad una passione vera e propria, soprattutto quando si è attenti a fornire al visitatore le chiavi di lettura per interpretare l’esperienza vissuta. Le gallerie d’arte, dal loro canto, hanno da tempo subìto una metamorfosi: da luoghi di pura e semplice esposizione a strutture capace di fornire consulenza ai propri clienti ed organizzare mostre fuori dai propri spazi. Il periodo di crisi dal quale fortunatamente stiamo uscendo ha accelerato questa trasformazione, facendo selezione sugli operatori poco seri o non sufficientemente attrezzati a fornire un’offerta così variegata.
Mario Schifano e la Pop Art in Italia, chiuderà i battenti il 20 novembre. La mostra ha atteso le aspettative iniziali? Quali riscontri avete avuto dal pubblico leccese?
La mostra ha atteso e superato le aspettative iniziali, testimoniando quanto sia grande il desiderio di conoscenza del pubblico verso la storia dell’arte italiana. Il risultato è stato raggiunto anche per il grande impegno di tutte le realtà partecipanti, dalla società Theutra che l’ha promossa, all’agenzia di stampa Spaini & partners e alla Galleria San Luca di Brindisi nella persona di Mino Elia che ha collaborato fattivamente alla realizzazione dell’allestimento. I riscontri sono stati talmente ampi che abbiamo accolto con favore la richiesta di proroga di un mese, in modo da dare la possibilità al maggior numero di persone di ammirare queste grandi opere.
Mario Schifano e la Pop Art in Italia
a cura di Luca Barsi e Lorenzo Madaro
5 luglio – 20 novembre 2017
Castello di Carlo di V
Viale XXV Luglio, Lecce
Orari: settembre e ottobre 9.oo-21.00; sabato, domenica e festivi 9.30-21.00
Ingresso intero €10.00; ridotto €7.00
Info e prenotazioni: +39 083 2246517
www.schifanopopart.com