Trivero Valdilana (Biella) | Casa Zegna | Fino al 12 novembre 2023
di FRANCESCA DI GIORGIO
Sono vissuti imprenditori su questa Terra capaci di lasciare il segno, ben oltre i confini del proprio lavoro, di tracciare strade seguite da chi ne ha raccolto l’eredità. Ermenegildo Zegna, al di là delle metafore, di strade ne ha costruite davvero, ha piantato alberi e piante per il suo territorio pensandolo come patrimonio di tutti. Ripopolare il verde di un’intera vallata, quella che oggi si chiama Oasi Zegna, estesa per oltre 100 km quadrati delle Alpi biellesi, mettendo al centro di un ecosistema la sua azienda, il Lanificio Zegna, è un progetto visionario e anticipatore dei tempi.
Un idealista? Un sognatore? I grandi lo sono tutti.
È una storia vera quella di Zegna a Trivero, che fa crescere qui la sua azienda tessile, nata nel 1910, conosciuta poi in tutto il mondo, e che costruisce la strada provinciale 232 Panoramica Zegna, negli Anni Trenta, che attraversa i suoi territori di origine. Una storia che ci piace ascoltare e pensare che possa ripetersi ancora e ancora sotto forme sempre diverse.
C’è qualcosa di romantico in tutto questo, certo, ma anche di molto concreto e con i piedi decisamente per terra. C’è qualcosa di romantico e tangibile anche nelle pitture di Roberto Coda Zabetta, invitato a Casa Zegna, parte della Fondazione costituita nel 2000 dalla famiglia. Un ritorno di Coda Zabetta nella terra dove è nato e cresciuto e di cui conosce bene la storia dei luoghi e ne ha assimilato la natura.
Dobbiamo, forse, leggere il titolo delle opere nate per Zegna a distanza, nelle Marche, in un piccolo paesino, Loretello, dove da anni l’artista vive in una dimensione per certi aspetti simile a quella delle sue origini, per comprenderne davvero il senso profondo: Frana e fango. Lasciarsi trasportare dalla materia del colore, acrilici spessi, sparati con aria compressa sulla tela “lavorata” in orizzontale da tanti layers, strati sovrapposti dal rosa al giallo, dal blu al marrone. Il risultato è stupefacente sia nel grande, sia nel medio e piccolo formato. Sembrano fiori pressati sulla tela dalle radici nascoste proprio come i rododendri, arbusti sempreverdi che possono raggiungere anche i quattro metri d’altezza e dalle radici profonde simili a pali. Scelti da Ermenegildo, dai suoi figli e nipoti, come i fiori più adatti per colorare i bordi della strada panoramica e delle pinete, i rododendri diventano simbolo di una spettacolare fioritura in primavera.
Non è un caso che Anna Zegna, presidentessa della Fondazione, abbia voluto inaugurare E il giardino creò l’uomo, con le opere di Roberto Coda Zabetta a cura di Ilaria Bonacossa, il 20 maggio scorso, nel periodo della fioritura di queste piante così significative per il suo territorio.
«Una mostra nata da coincidenze e in pochi mesi», come racconta l’artista e che si innesta su ricerche e riflessioni attorno all’idea di fragilità della terra. Un “tema” interiorizzato da RCZ e che concepisce questi lavori pensando alle Marche, terra di adozione e di cui riconosce una bellezza e una fragilità dovuta ad eventi naturali ciclici quali alluvioni e terremoti.
Ancora una coincidenza, tragica, come accade spesso in natura, la mostra nella sala espositiva di Casa Zegna, in origine una serra (ancora una coincidenza), apre poco dopo l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna lo scorso maggio. Al centro dello spazio illuminato di luce naturale, che passa da lucernari e pareti in vetro su tre lati, un dittico di cinque metri per tre, un “pugno” fortissimo di colore, un giardino che sentiamo nelle ossa e che come vorrebbe Jorn de Percy – nel libro del primo Novecento che ispira il titolo della mostra – ci prepara ad una forma di ribellione silenziosa ma operosa e che non può che portare a interrogare la natura sempre più da vicino.
Roberto Coda Zabetta. E IL GIARDINO CREÒ L’UOMO
a cura di Ilaria Bonacossa
20 maggio – 12 novembre 2023
Casa Zegna – Fondazione Zegna
Via Marconi 23, Trivero Valdilana (Biella)
Info: +39 015 7591463
casazegna@fondazionezegna.org
www.casazegna.org