MILANO | Dep Art Gallery | 9 ottobre 2019 – 21 gennaio 2020
di MATTEO GALBIATI
Tra i doveri e i compiti di una galleria d’arte contemporanea dovrebbe essere sempre annoverato (forse è necessario che si torni a considerare questo elemento tra le mission prioritarie per questo tipo di attività) anche quello di favorire e diffondere la cultura del nostro tempo e, come avveniva in passato quindi, saper coniugare il ruolo culturale con la sua natura commerciale. Oggi, quando il sistema si muove con reazioni impulsive e scomposte, caotiche e disordinate per seguire la “cosa sensazionale” del momento, avere dei punti di riferimento certi aiuta a comprendere ed approfondire le ricerche di alcuni artisti che, altrimenti sarebbe complesso poter vedere in progetti attentamente studiati e strutturati nel contesto privato.
A Milano luogo che ci ha abituato, in questo senso, a progettualità di altissimo profilo e qualità è la Dep Art Gallery che ora presenta, fino al prossimo mese di gennaio, una spettacolare personale dedicata a Carlos Cruz-Diez (1923-2019), portando all’attenzione del pubblico italiano le serie più significative realizzate dall’artista franco-venezuelano nel corso della sua lunga carriera.
Sarebbe dovuta essere una antologica che, pensata in stretto rapporto e relazione con l’artista e la sua fondazione-archivio (Cruz-Diez si è sempre diviso tra gli studi-laboratori di Panama e Parigi), è diventata una prima retrospettiva che omaggia il maestro, scomparso proprio mentre si stava realizzando questo progetto.
Nelle sale della galleria milanese sono allestiti alcuni capolavori che immergono lo sguardo nella sperimentazione ottico-cinetica che Cruz-Diez ha condotto dal secondo dopoguerra ad oggi, definendolo come uno dei maggiori interpreti di questa visione estetica; un pioniere che ha reso possibile la concezione di un quadro capace di superare la propria oggettualità individuando l’essenza/presenza dell’opera nel momento preciso e unico della sua percezione, un fatto correlato, naturalmente, allo spazio e al tempo della visione.
Se la relatività del punto di vista rende “mobile” la superficie, quello che cattura l’occhio è un’inarrestabile rivoluzione caleidoscopica di un colore che agisce tra realtà ed illusione, tra certezza e dubbio, tra scoperte e interrogativi; sono una ventina le opere presenti – divise tra le serie Couleur Additive, Induction Chromatique, Chromointerférence, Couleur à l’Espace e le celebri Physichromie – che rivalutano l’esperienza sensibile dell’osservazione, rinnovando il patto tra visione e immagine. Una sequenza latente di forme geometriche e di linee che dilatano ed estendono la presenza dell’opera nell’ambiente, proiettando le dimensioni cromatiche oltre quella concettuale ed abituale dello stesso “quadro”. I fenomeni ottici vengono controllati, osservati, compresi da Cruz-Diez che sa modulare e generare un flusso costante di fattori percettivi che si collocano tra l’ordinarietà dei fenomeni osservabili e l’intuizione di qualcosa che va oltre il riscontro fisico di quanto si vede.
Nelle opere si profila la definizione di una nuova forma di moltiplicazione cromatica che arricchisce l’orizzonte dell’immagine che si cela tra movimenti e intrecci, tra regolarità lineari e rivoluzioni luminose. Protagonista rimane il colore e lo spazio della sua azione; un colore che stabilisce i presupposti emotivi della correlazione del suo straordinario dinamismo radiante capace di generare nuove presenze, nuovi “livelli” sulla superficie delle singole opere, determinati dal tempo di chi li osserva, li comprende e li “stabilisce”.
La proposta davvero significativa di questa mostra si completa con Pyramide d’Interferences Chromatiques (2018), spazio interattivo ripensato appositamente per l’occasione e una monografia (in preparazione) che, come costume della galleria milanese, diventa un volume di analisi scientifica e completa dell’opera dell’artista di cui si è realizzata la mostra.
Carlos Cruz-Diez. Colore come evento di spazi
testo critico di Francesca Pola
in collaborazione con Articruz
9 ottobre 2019 – 21 gennaio 2020
Dep Art Gallery
Via Comelico 40, Milano
Orari: da martedì a sabato 10.30-19.00
Ingresso libero
Info: +39 02 36535620
art@depart.it
www.depart.it