FONTANELLATO (PR) | Labirinto della Masone | 27 maggio – 24 settembre 2017
PARMA | Biblioteca Palatina | 27 maggio – 22 settembre 2017
Carlo Mattioli. Catalogo generale dei dipinti | FRANCO MARIA RICCI
Intervista a ANNA ZANIBONI MATTIOLI di Matteo Galbiati
La grande mostra al Labirinto della Masone di Fontanellato (PR) e la mostra collaterale alla Biblioteca Palatina di Parma celebrano la revisione scientifica degli studi e della valorizzazione dell’opera di Carlo Mattioli (1911-1994) di cui, lo scorso gennaio, per le edizioni di Franco Maria Ricci, è stato dato alle stampe un’importante monografia che racchiude il catalogo generale dei suoi dipinti.
In occasione delle esposizioni nel parmense abbiamo raccolto la testimonianza di Anna Zaniboni Mattioli, nipote dell’artista, il cui contributo ed impegno sono stati il motore fondamentale per definire e celebrare la figura di Mattioli con le due esposizioni e, soprattutto, con l’importante pubblicazione:
Quando è nato il progetto del catalogo generale? Come sono stati organizzati i lavori di schedatura e catalogazione?
L’Archivio Carlo Mattioli lavora al progetto dalla scomparsa del Maestro. Almeno una ventina d’anni. Lo scorso anno, raggiunta la soglia delle 2700 archiviazioni di opere ad olio, ho ritenuto che si potesse pensare ormai alla pubblicazione. Si è cercato ovviamente di verificare, grazie alla collaborazione dei collezionisti, ogni informazione relativa ai singoli dipinti e di correggere eventuali inesattezze.
Quali sono i numeri del corpus di lavori di Mattioli, quante sono le opere e come si dividono?
Oltre ai dipinti ad olio c’è un corpus imponente di opere su carta che saranno l’oggetto del prossimo volume, (disegni, acquerelli, pastelli, tempere, tecniche miste). Poi ci sono le sculture e le ceramiche.
Dove sono collocate in prevalenza le sue opere? Avete fatto qualche scoperta particolare? Ritrovamenti, inediti…
Sì, il lungo lavoro di archiviazione ha consentito il ritrovamento di molti inediti e di curiose scoperte, di quadri che si ritenevano perduti o distrutti, di pentimenti. L’ultima scoperta in ordine di tempo quella di quattro grandi affreschi giovanili realizzati durante la guerra e di una piccola fotografia del pittore, ancora studente con accanto un proprio dipinto che ha consentito di confermare non solo l’autografia dell’opera ma soprattutto la sua datazione prima solo ipotizzata. Le opere sono principalmente in collezioni private, ma anche in molti musei e istituzioni culturali. Solo per citarne uno: Autoritratto con Anna, conservato nel Corridoio Vasariano della Galleria degli Uffizi.
Come avete lavorato con i collezionisti che siano musei, fondazioni, istituzioni pubbliche, gallerie o privati?
Il più delle volte mi sono imbattuta in collezionisti appassionati e spesso di “lungo corso” che avevano conosciuto l’artista e che amavano ricordare con me gli incontri con lui e il rapporto particolare con le opere in loro possesso. Anche dai Musei e dalle Istituzioni ho avuto in genere buone collaborazioni.
Quanto sono durate le ricerche scientifiche di definizione di questo catalogo? Come avete strutturato la pubblicazione?
Come ho detto è stato un lavoro lunghissimo e soprattutto appassionato con scoperte direi quotidiane. Mattioli aveva conservato moltissime foto delle opere eseguite e questo ci è stato sicuramente di grande aiuto. Andavano invece verificate tutte le informazioni relative alle opere in particolare le misure e le datazioni. Non era certo un archivista! Era un vero artista.
Una scelta interessante, a mio avviso, è quella di aver attuato una selezione di dipinti da inserire nella pubblicazione mentre l’opera completa l’avete registrata su una chiavetta inserita nel catalogo stesso. Questo snellisce il volume senza inficiare la catalogazione ufficiale. Come avete scelto e selezionato i lavori da pubblicare? Quali caratteristiche hanno di importante?
La selezione delle opere pubblicate sul volume cartaceo è stata fatta ovviamente in collaborazione con Franco Maria Ricci. Il suo occhio di grande esteta e di uomo dal gusto assoluto è stato fondamentale nella scelta dei dipinti da pubblicare. Si è cercato poi di selezionare, fra i dipinti ad olio, anche alcune opere che Mattioli stesso riteneva di particolare importanza. La scelta della chiavetta, che io avevo in mente da un po’ di tempo, credo vada incontro ai tempi e alle nuove necessità. Penso che oggi, un catalogo generale cartaceo di migliaia di pagine sia obsoleto. Avrebbe costi molto alti per i collezionisti e ne lascerebbe scontenti parecchi che vedrebbero i propri quadri pubblicati con foto di piccole dimensioni, forzatamente in bianco e nero e spesso quasi irriconoscibili. La chiavetta, delle dimensioni di una carta di credito, consente immagini di alta qualità, tutte a colori e di individuare i dipinti subito e ovunque pur all’interno di una grande corpus.
Cosa emerge dalla revisione critica dell’opera di Mattioli? Cosa vi hanno concesso gli approfonditi studi che avete condotto?
Sicuramente emerge che la sua ricerca artistica è stata sempre condotta da un estremo rigore intellettuale ed estetico, fino all’ultima opera. Così come avevano evidenziato i grandi interpreti che hanno scritto di lui, solo per citarne alcuni Tassi, Garboli, Testori, Bertolucci, Carluccio, Calvesi, Ragghianti, Longhi etc…
Arriviamo alle due mostre di Fontanellato e Parma: come si strutturano? Cosa presentano?
Le mostre sono complementari. Quella di Fontanellato, esclusivamente di dipinti ad olio, è sicuramente figlia del volume cartaceo appena uscito. È, direi, una selezione, di circa una sessantina di opere, molto attenta e sostenuta fra i “cicli” più noti e riconoscibili di Carlo Mattioli. La mostra alla Palatina di Parma Nella pagina e nello spazio Mattioli illustratore e scenografo, invece, costituita quasi esclusivamente di opere su carta (fatta eccezione per i libri d’arte veri e propri e alcune ceramiche), vuole mettere in luce il Mattioli disegnatore, (perché Mattioli nasce come impetuoso disegnatore e come tale vince alla Biennale del 1956 il Premio “Comune di Venezia” dalla giuria presieduta da Roberto Longhi) e il Mattioli “illustratore” o meglio interprete della grande letteratura italiana ed europea classica e contemporanea. In più, in una sezione a parte, nella cosiddetta Sala Dante, saranno esposti una cinquantina di bozzetti del tutto inediti di scene e costumi teatrali realizzati per opere di prosa nei primi anni Cinquanta.
Quali aspetti fondanti mettono in luce di una ricerca di un artista che, tra figurazione e astrazione, ha spesso lavorato per “cicli”?
Una grande coerenza sempre, dagli esordi fino alle ultime opere, nello svolgimento delle grandi stagioni e dei temi e nei “trapassi” tra un ciclo pittorico e l’altro. È stato sicuramente il punto di congiunzione fra figurazione e astrazione. Nella mostra al Labirinto questo mi sembra più che mai chiaro e apprezzabile.
Quali sono state le connessioni con i movimenti, gli artisti e la scena internazionale del suo tempo?
Mattioli è sempre stato, fin dai primi anni attentissimo ai movimenti e agli artisti che gli erano contemporanei pur continuando lo studio attento e appassionato dei maestri che lo hanno preceduto. Dalle pubblicazioni nella sua collezione emerge per esempio che da giovanissimo studiava gli artisti ed incisori giapponesi e orientali quando in Italia ancora nessuno ne parlava. Seguiva criticamente gli artisti più avanzati in Europa e negli Stati Uniti. La scelta di vivere e lavorare a Parma non solo non gli ha impedito di essere sempre e costantemente informato di ciò che accadeva altrove ma gli ha consentito il giusto distacco e il tempo di far sedimentare le numerose sollecitazioni.
Quale pensa sia l’eredità maggiore lasciataci? Quale valore attuale ha la sua testimonianza artistica?
Credo sia quella di un artista libero da condizionamenti di mercato e soprattutto ideologici, che ha voluto sempre e comunque dialogare con la storia pur sentendosi pienamente uomo e artista del proprio tempo.
L’Archivio Mattioli prevede altri progetti? Ha qualche anticipazione?
Innanzitutto la pubblicazione del secondo volume del Catalogo generale, quello dedicato alle opere su carta. Sto poi valutando progetti di mostre. Adesso, però, sono interamente concentrata su quelle che abbiamo inaugurato da poco!
MOSTRA
Carlo Mattioli
a cura di Fondazione Franco Maria Ricci e Archivio Mattioli
27 maggio – 24 settembre 2017
Labirinto della Masone
Strada Masone 121, Fontanellato (PR)
Orari: tutti i giorni 10.30-19.00; chiuso il martedì; la biglietteria chiude un’ora prima
Ingresso ridotto bimbi (6-12 anni) giornaliero €10.00; ordinario giornaliero €18.00; gratuito under 6 anni; biglietto scuole €10.00; biglietto gruppi (minimo 15 persone) e singoli con convenzioni €15.00 a persona
MOSTRA COLLATERALE
Nella pagina e nello spazio. Mattioli illustratore e scenografo
a cura di Archivio Mattioli
in collaborazione con Comune di Parma
27 maggio – 22 settembre 2017
Biblioteca Palatina
Strada della Pilotta 3, Parma
Orari: dal lunedì al giovedì 8.10-19.10; venerdì e sabato 8.10-13.50; visita area monumentale da lunedì a sabato 9.00-13.00
CATALOGO
Titolo: Carlo Mattioli. Catalogo generale dei dipinti
A cura di: Anna Zaniboni Mattioli, Archivio Mattioli
Testi di: Maurizio Dall’Acqua, Vittorio Sgarbi, Marco Vallora
Premessa di: Enzo Bianchi, Priore di Bose
Collana: Arte Contemporanea. Archivi dell’Arte
Anno: 2017
Pagine: 232
Edizione: bilingue (italiano-inglese)
Immagini: 127 a colori + Chiavetta USB
Prezzo: Euro 70.00
Editore: Franco Maria Ricci
Info: www.carlomattioli.it
www.labirintodifrancomariaricci.it
www.francomariaricci.com