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CERANESI (GE) | La Casa del Sole | Dal 30 agosto 2024

di MATTEO GALBIATI

Non ci sono troppe interpretazioni sul perché noi esseri umani, da millenni, abbiamo sempre cercato, con la costruzione di giardini, di avere un diverso rapporto con la Natura: “coltivando” piante e fiori accanto a sé gli uomini e le donne si sono avvicinati al tempo della vita non più per assecondare il fine ultimo del proprio sostentamento – per quello c’è l’agricoltura che è tutt’altra faccenda – ma per un atto d’amore. Da quelli egizi ai pensili di Babilonia, dalle diverse tradizioni orientali a quelle palatine occidentali, dai privati ai pubblici, fino a quelli celebri di grandi personalità (Marcel Proust, Claude Monet, Virginia Woolf, Elsa Morante, Philip Roth, Daniel Spoerri, Emily Dickinson, per citare alcuni nomi in ordine sparso), i giardini sono stati una necessità per l’ispirazione, certo, ma per chiunque lo abbia, ogni giardino è sempre indiscutibilmente un atto d’amore e di riconoscenza. Innanzitutto verso quella bellezza pura, incontaminata, che rappresentano. Dedicare il tempo alla coltivazione di un giardino è anche gesto di rispetto per un’acquisita consapevolezza di un tempo imponderabile e incontrollabile in cui noi ci sforziamo di trovare un altro e diverso equilibrio del nostro fare e del nostro agire, dando un senso differente a ogni nostra azione, intenzione, sensazione. Un giardino è pausa, meditazione, cura, attenzione. È comprensione, conoscenza. Del resto con le piante non si scherza, non si improvvisa, non si prova, non si tenta, perché loro “sentono” e se non c’è quel sentimento speciale… Nulla può compiersi e il miracolo della Natura, resta una vana promessa, l’attesa infinita di un sogno irrealizzabile.

Il giardino di Yoshimasa, dettaglio, Casa del Sole, Ceranesi (GE). Ph Andrea Castagnaro

Un sogno realizzato e un atto compiuto è stato, invece, il progetto del giardino della Casa del Sole, abitazione-studio che Carla Iacono e il marito Guido hanno inseguito, cercato, voluto e incontrato. Sulle colline di Genova dove le case sfumano nel verde delle montagne incombenti sul mare, hanno, poco per volta, ricavato un insieme di ambienti verdi, più stanze, più giardini, in uno solo. Quinte di pace e di serenità che, nel tempo appunto, poco per volta si sono impossessate di un crinale difficile, trasformandolo in un’oasi di ricche varietà di fiori e piante, dove insetti, uccelli, piccoli animali diventano una presenza essenziale, una compagnia che conferma quanto bene si sia fatto. Quale equilibrio sia stato trovato in questo luogo, dove l’energia migliore per alimentarlo è stato l’amore di Carla e Guido. I loro gesti di cura e benevolenza,  la loro presenza riflessa in ogni scelta, in ogni innesto, in ogni angolo, sono l’esito di un loro pensiero, di una loro conquista, di ogni volontà e desiderio.

Il giardino di Yoshimasa, dettaglio, Casa del Sole, Ceranesi (GE). Ph Andrea Castagnaro

Così come anche in Natura le improvvise tempeste possono ferire inspiegabilmente un piccolo paradiso, così la prematura e dolorosa scomparsa di Guido ha interrotto il crescere del loro progetto, lasciando sola Carla. Una ferita inspiegabile, cruda e dura da sopportare. Era il 2021, un bivio si poneva davanti allo sguardo di Carla: lasciarsi affliggere dalla disperazione facendo naufragare tutto, o trovare la forza non per continuare, ma per ri-cominciare, conscia del fatto che lei da sola avrebbe potuto dare un altro senso a quel giardino. Da sensibilissima anima il cui cuore pulsa di sentimento, di fiducia e di speranza, ha capito che l’unica soluzione possibile sarebbe stata quella di dover asciugare le lacrime per continuare il sogno anche per Guido che avrebbe continuato a vivere in quel loro atto d’amore esclusivo. Così ha preso vita, certo con tanta fatica fisica e con un enorme sforzo emotivo, Il giardino di Yoshimasa, il piccolo hortus conclusus dalle classica composizione in aiuole (quadripartite), al centro delle direttrici parallele delle quali una piccola fontana lascia zampillare all’infinito l’acqua. Un giardino privato, incorniciato e protetto da siepi, invisibile dalla strada, accessibile solo per chi, accolto nella casa, sceglie di entrare in questo piccolo spazio verde, alchemico e di delizia, protetto e incastonato nell’altro più grande. Quattro aiuole che contengono contrasti: a una con piante verdi-bianche si oppone, come il giorno e la notte, una con piante dal fogliame scuro o dai fiori cupi; per poi corrispondere, in un gioco di rispecchianti e corrispondenze, tra vita e morte, tra speranza e disperazione, una con erbe officinali e curative e una con piante tossiche e velenose. Una metafora vegetale della nostra esistenza che Carla Iacono ha reso una sua opera, dono del suo essere moglie, madre, amica: un vero e proprio lavoro i cui contorni e modalità ha poi definito ulteriormente con il contributo dell’architetto paesaggista Andrea Castagnaro.

Il giardino di Yoshimasa, Casa del Sole, Ceranesi (GE). Ph Diego Santamaria

Questo suo progetto allora ha compiuto un ulteriore passo avanti e, oltre a proseguire in quell’atto d’amore iniziale, per Carla è necessariamente dovuto diventare esperienza condivisa e da condividere, allargandola – a questo punto interviene anche il supporto di Livia Savorelli che la segue con il contributo della sua regia curatoriale – ad altri artisti che, però, qui non sono chiamati a operare per il loro nome, per il loro curriculum, per la loro visibilità nel mondo dell’arte. No qui chi lavora consegnando un’opera inedita e site-specific, lo fa solo se in sintonia con questa progettualità, lo fa unicamente se è capace di recepire quelle potenti vibrazioni d’animo che solo un lavoro come questo è in grado di dare. Quando i contrasti e le differenze delle proprie poetiche, appianandosi, trovano una comune identità di sguardo e la singolare interpretazione conduce a qualcosa di esclusivo: capace di farci riflettere uno nell’altro, sino a sfiorare quelle possibili affinità reciproche.

Armida Gandini, Libri d’inciampo, sentiero degli alberi da frutto, Casa del Sole, Ceranesi (GE). Ph Diego Santamaria

La prima artista cui è spettato il compito di interpretare lo spirito del progetto de Il giardino di Yoshimasa è stata Armida Gandini che, dopo un’intensa settimana di residenza, ha realizzato l’opera intitolata Libri d’inciampo: un percorso che, metaforicamente interpretando ciascuno degli alberi da frutto cui è associato un grande classico della letteratura, costituisce un memoriale di alcuni testi di valore universale che sono possibilità per un’apertura ampia della nostra mente.

Armida Gandini, Libro d’inciampo, sentiero degli alberi da frutto, Casa del Sole, Ceranesi (GE). Ph Armida Gandini

Per questi volumi incisi nella pietra e incastonati nel prato del frutteto, l’artista ha tenuto come memento una citazione di Cicerone: “se presso una biblioteca ci sarà un giardino, nulla ci mancherà.” Frase monito impressa anche sui vetri della serra, dove ha approntato un vero e proprio “innesto creativo”, un’installazione temporanea di libri, piante, fotografie e oggetti di memorie ispirati alla casa di Carla e Guido, una casa e un giardino che sono nati non solo per abitare, ma come ha sottolineato la stessa Gandini, per coltivare e custodire. La sobria delicatezza della sua mano ha lasciato un segno non invasivo, rispettoso dello spirito che abita questo giardino e, in linea con le osservazioni estetiche promosse con la sua ricerca, lascia una traccia che dal particolare si rivolge, tocca e interpella sempre la collettività umana. A testimonianza di questo sono le emozioni che tutti noi presenti l’inaugurazione di questa progettualità intima abbiamo provato sentendo un grande abbraccio al cuore.

Armida Gandini in dialogo con Carla Iacono, “Se presso una biblioteca ci sarà un giardino, nulla ci mancherà”, serra, Casa del Sole, Ceranesi (GE). Ph. Armida Gandini

Di pari intensità sarà anche la prossima artista ospite: Mona Lisa Tina che, con il dialogo performativo intitolato Non ti scordar di me, celebrerà la propria madre Helene Fall in un intenso e potente ultimo suo saluto. Un distacco che emenda le tragiche ferite di un addio non dato, di una scomparsa dolorosa e colma di interrogativi. Nello stesso giorno della data (presunta) della scomparsa, l’artista darà il suo saluto condividendo con i presenti delle tracce e dei ricordi di un’esistenza intima, risarcendo, infine, il lutto con una testimonianza destinata a vivere nel ricordo e nella memoria della propria madre.

Immagine progettuale del dialogo performativo di Mona Lisa Tina, Non ti scordar di me, previsto per il 19 ottobre 2024

Ecco come, di nuovo, grazie all’animo di Carla Iacono il giardino – suo e di Guido – si rigenera in qualcosa di più forte e, accogliendo altre e diverse emozioni, intreccia indelebilmente ad ogni pianta il tempo della vita. Una vita che compie il miracolo di non arrestarsi, di non concludersi, di ridarsi sempre in una bellezza che ha in sé la ragione dell’equilibrio dei propri opposti, di quei contrasti riconciliati nell’armonia del sentire che mai oblio e dolore potranno sopraffare.
La nostra Carla – per noi qui è un’amica da chiamare sempre rispettosamente e affettuosamente per nome, non solo un’artista che ha compiuto l’ennesimo prodigio della sua riflessione estetica, vero miracolo della sua missione umana – ci insegna ancora, unita nello sforzo ad Andrea, Livia, Armida e poi Mona Lisa, di più che il miracolo del (suo) giardino, spazio di condivisione e scambio, è sempre di quello di essere, prima di tutto, un atto d’amore.

Armida Gandini in dialogo con Carla Iacono, “Se presso una biblioteca ci sarà un giardino, nulla ci mancherà”, serra, Casa del Sole, Ceranesi (GE). Ph. Armida Gandini

Il giardino di Yoshimasa
progetto di Carla Iacono
a cura di Livia Savorelli

Special Guest 1: Armida Gandini con (23-30 agosto 2024)

Special Guest 2: Mona Lisa Tina (19 ottobre 2024)

Dal 30 agosto 2024

Casa del Sole
via San Bernardo 5, Ceranesi (GE)

Info: info@ilgiardinoyoshimasa.it
www.ilgiardinoyoshimasa.it

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