VENEZIA | Punta della Dogana | Fino al 9 gennaio 2022
di ILARIA BIGNOTTI
E poi c’è lui, Bruce Nauman.
Che arriva a Punta della Dogana con il suo corpo: un mare di corpi, di braccia, di gambe, di piedi, di mani, di dita.
Un bel pugno allo stomaco, tirato a bassa voce, a chi vi entra. Personalmente, ne avevo bisogno.
Voci e suoni che escono dappertutto. Note di piano che stentando nella successione ci ammaliano come incantatori di serpenti; una frase, For Children, che non a caso ci accoglie e comanda di salire, facendoci uscire alla terrazza del Belvedere; il prolungato rantolo armonico di un violino; la ripetizione ossessiva e compulsiva di numeri ai quali i gesti devono accordarsi, su il pollice, giù l’indice, pugno chiuso, mano aperta.
Nauman ci fa entrare nel suo corpo. Entriamo, contrapposti.
Entriamo e ne siamo scalzati fuori.
La mostra non è facile a descriversi. È da vivere.
Un progetto coerente, completo, un affondo nella ricerca tra lo spazio d’artista – l’atelier dove il corpo verifica, gesto dopo passo, passo dopo gesto, l’accadimento della forma, mettendo in luce il problema della reazione all’azione, e viceversa; il suo corpo che si compone e dirige, scompone e duplica, grazie anche alle nuove tecnologie che aiutano lo spettatore a immergersi in modo ancor più pregnante nel suo complesso lavoro d’indagine; e il suono, inteso in tutte le possibili declinazioni, dallo scalpiccio del tallone e della punta del piede, alla melodia di un pianoforte, al battito delle mani, al verseggiare della bocca mentre denti, lingua, gola e pancia si destreggiano nel seguire i comandi del cervello.
Un percorso che non ha paura dei pieni né tantomeno del vuoto, alternando a grandi installazioni rivolte ai recenti Contrapposto Studies, I through VII (2015-2016), dove Nauman rivisita un’opera storica, il video Walk with Contrapposto del 1968, cercando di camminare con le braccia e le mani intrecciate dietro il capo mantenendo la posa “in contrapposto” – una gamba e un piede sbilanciati rispetto all’asse dell’altra gamba e del corpo, seguendo il principio del movimento figurativo applicato nella scultura classica e poi nella pittura moderna – a installazioni video dove a mo’ di processione sono riproposti tutti i suoi lavori storici di ricerca, appunto, sulla gestualità e la corporeità, una ordinata e armoniosa disarmonia di possibilità affidate alla nostra gest-azione nello spazio e nel tempo, parrebbe da dire oggi.
Un percorso che sfrutta le nuove tecnologie, non vi soccombe – del resto, in questo Nauman è incontrastato maestro – per offrire soluzioni dinamiche, immersive, interattive: già con Contrapposto Studies, I through VII, l’artista taglia e fraziona il video del proprio camminare in contrapposto – o tentativo di farlo – tagliando digitalmente le immagini e presentandone i frammenti come sette imponenti proiezioni; e poi in Contrapposto Split, del 2017, un’opera in 3D dove la proiezione su schermo della camminata dell’artista pare spezzata in due all’altezza della vita, dando così l’idea che la parte superiore del suo corpo si muova autonomamente rispetto a quella inferiore; mentre in Walking A Line del 2019 continua la frammentazione del corpo in due – e la relativa, digitale sensazione di autonomia tra le due parti del corpo – ma in questo video l’artista cammina a braccia e mani aperte, tese, proponendo un’altra posa in contrapposto, quella della crocefissione.
Si entra e si esce – Walks In Walks Out, del 2015, è non a caso il titolo di un altro lavoro esposto come un grande video splittato del corpo dell’artista – in ogni sala con la sensazione di allerta e di perdita, di concitazione e di possibilità: e con una certa, necessaria, solitudine si percorre e ritorna negli ambienti, perimetrandone i confini, con la continua visione, immersiva e interattiva, anche, dello studio dell’artista: un’immagine che letta oggi non può non farci andare, anche, all’isolamento e alla solitudine durante i mesi della pandemia, i mesi nei quali tutti noi, il nostro corpo, i nostri gesti, e il desiderio di altri gesti, di altri corpi, di altri movimenti, sono stati costretti o comunque mutati. Di questo, credo, Nauman in qualche modo – in un modo tutto suo, e gliene siamo grati – ha anche voluto dire.
Senza risolvere nulla. Ma procedendo per tentativi e attentati al normale corso delle cose.
BRUCE NAUMAN: CONTRAPPOSTO STUDIES
a cura di Carlos Basualdo e Caroline Bourgeois
23 maggio 2021 – 9 gennaio 2022
Punta della Dogana – Francois Pinault Foundation
Dorsoduro 2, Venezia
Info: www.palazzograssi.it