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MANTOVA | SEDI VARIE | 3 – 27 MARZO 2022

di LISANGELA PERIGOZZO

Biennale della Fotografia Femminile 2022 | Legacy in questa edizione riflette sul rapporto di continuità tra ciò che riceviamo dal passato e ciò che trasmettiamo alle generazioni future.

La primavera di quest’anno si apre con il foto festival tutto al femminile in corso a Mantova fino al 27 marzo con un calendario ricco di appuntamenti ed eventi diffusi, contribuendo alla valorizzazione del tessuto urbano tramite la riscoperta dei luoghi della cultura.
Evento unico nel suo genere in Italia e nel mondo, la BFF esordisce ufficialmente quest’anno, dopo la prima rassegna che, prevista per marzo 2020, a causa dell’emergenza sanitaria è stata ripianificata tra luglio e novembre, e in una mini-edizione estiva nel 2021, arricchita da un format di interviste e live social.

Flavia Rossi, Nuovo patrimonio. Chiesa di San Lorenzo, Borgo Cerreto, 2018

L’iniziativa, ideata dall’associazione La Papessa e curata da Alessia Locatelli, nasce dalla volontà e necessità di costituire un nuovo spazio culturale inclusivo dedicato al riconoscimento dell’autorato fotografico femminile e alla riflessione sui temi di parità di genere, etnia e cultura, libertà di espressione e sviluppo professionale, generando un dibattito che non si limiti alla fotografia – a conferma del ruolo della stessa come strumento visivo funzionale alla narrazione del tempo presente. Non a caso il focus tematico della prima edizione è stato il lavoro, restituito attraverso lo sguardo di autrici italiane e internazionali.

Il tema su cui vertono i dodici progetti in mostra quest’anno è Legacy, termine la cui sfumatura di significato in italiano suggerisce l’eredità e il lascito, secondo l’idea di un continuum temporale che segue un andamento ciclico di cui ognuno è parte nell’oggi. Considerazione che appare alquanto impellente alla luce degli avvenimenti che a livello globale stanno definendo il nostro futuro prossimo. In questa prospettiva ci si interroga anche sul ruolo della fotografia quale traccia del nostro vissuto presente e lascito culturale alla posterità.

Esemplificativa della nozione di recupero dell’eredità del passato e della sua continuità nel momento attuale è la Casa del Mantegna, sede della prima tappa del festival, che nello spazio centrale del cortile interno riprende l’antica tradizione della domus romana. Sempre nell’ottica della relazione tra uomo e patrimonio storico, il primo piano ospita la documentazione fotografica di Flavia Rossi sulle nuove architetture sorte in seguito alle modificazioni strutturali apportate a causa degli eventi sismici che nel 2016 hanno interessato l’Italia centrale. Betty Colombo approfondisce la riflessione sul rapporto con il territorio nell’indagine visiva sul nesso simbiotico esistente tra gli esseri umani e gli ecosistemi, che emerge anche negli scatti intimisti di Solmaz Daryani, in cui vicenda personale e ambientale si intrecciano in modo inscindibile, ragionando nei termini di un lascito ecologico.

Solmaz Daryani, The Eyes of the Earth (Death and Revival of Iran’s Lake Urmia), 2014 – in corso

La ricerca delle proprie radici nella terra d’origine definisce il lavoro del collettivo australiano Lumina, e contempla una dimensione condivisa nelle immagini di Danielle Zalcman relative agli effetti traumatici della privazione dell’eredità culturale subita dal popolo nativo americano. Analogamente, il lavoro di Myriam Meloni descrive le ricadute fisiche e psicologiche prodotte dalla repressione della libertà individuale dei cittadini argentini, legittimata dalle autorità in nome della sicurezza sociale attraverso l’abuso di potere.

Myriam Meloni, Insane Security, 2012 – 2013

Nello spazio intimo della quotidianità domestica si sviluppa il progetto di Tami Aftab sulla memoria e sull’identità familiare, concetto che nelle fotografie di Ilvy Njiokiktjien si estende a una più ampia circostanza di definizione di eredità collettiva in un paese, il Sudafrica, che a più di vent’anni dalla costituzione di Nelson Mandela proclamante pari diritti tra i cittadini, presenta ancora un forte divario sociale tra le giovani generazioni. Esther Ruth Mbabazi racconta la necessità della popolazione giovanile africana di creare un futuro all’altezza delle sue aspirazioni, e i ritratti di Delphine Diallo rivelano l’apertura a nuove suggestioni, in una rielaborazione personale della tradizione iconografica che giunge a forme espressive uniche e originali.

Esther Ruth Mbabazi, This Time We Are Young, 2017 – in corso

Sarah Blesener documenta il periodo trascorso dagli adolescenti russi e statunitensi  all’interno delle accademie militari di impronta nazionalista e il loro approccio a un’educazione alla violenza che si manifesta nel delicato contrasto tra la giocosità propria della giovane età e la rigidità delle esercitazioni. In una immaginaria proiezione spazio-temporale, il fotoreportage di Fatemeh Behboudi descrive gli esiti del retaggio bellico al confine tra Iran e Iraq a trent’anni dal conflitto tra i due paesi.

BFF – Biennale della Fotografia Femminile 2022 | Legacy

3 – 27 marzo 2022

Il programma completo è consultabile sul sito https://www.bffmantova.com

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