IMOLA (BO) | Palazzo Tozzoni, Museo San Domenico e Rocca Sforzesca | Fino al 18 febbraio 2024
di RAFFAELE QUATTRONE
Quando iniziai ad interessarmi al mondo dell’arte contemporanea e mi trovai di fronte un’opera di Bertozzi & Casoni ne rimasi immediatamente affascinato. Questo interesse è continuato e cresciuto negli anni diventando una vera e propria stima per un duo artistico che non ha modificato solo il mondo della ceramica ma più precisamente l’arte in generale perché è solo grazie a loro che quella particolare pratica artistica è oggi, a tutti gli effetti, considerata arte contemporanea ed in ogni caso di grande valore. Non ho mai definito l’arte di Bertozzi & Casoni come ceramica e basta, in quanto è scultura, è pittura, è installazione, è arte concettuale… e solo dopo è ceramica; cioè ceramico è solo il materiale usato e questo non deve sminuire tutto lo sforzo artistico e concettuale che è alla base di quella ricerca artistica e che se non lo capiamo, non riusciamo a comprendere quell’espressione artistica nella sua interezza concentrandoci solo su un particolare. Mancava, pertanto, una mostra retrospettiva che in un qualche modo ripercorresse il loro percorso artistico e sono contento che questa occasione si sia realizzata proprio ad Imola a cura di Diego Galizzi, direttore di Imola Musei. La mostra Tranche de vie, inaugurata ad ottobre e visitabile fino a febbraio 2024, si sviluppa in tre distinte sezioni ospitate in tre diversi musei imolesi.
In nuce. 1980-1997 è la sezione allestita presso il Museo San Domenico, ed è una sezione volta a ripercorrere gli inizi della loro carriera artistica fino alla metà degli Anni ’90 quando iniziano a realizzare opere più complesse e di dimensioni anche monumentali. È qui, per esempio, che è stata collocata una delle mie opere preferite: Scegli il Paradiso (1997). Probabilmente la ricorderete: c’è la figura di una Madonna che sta tagliando l’erba e i fiori che taglia (quindi che muoiono) rinascono nel suo mantello. Una caratteristica, questa della duplicità morte/rinascita, che caratterizza un po’ tutta la produzione di Bertozzi & Casoni e che apre una chiave di lettura diversa della realtà, orientata a diverse possibilità, alcune delle quali “magiche”, cioè quella cosa è oggettivamente così ma se la guardiamo meglio, se cambiamo il nostro angolo di osservazione, se modifichiamo il nostro atteggiamento allora possiamo vederla oggettivamente in un altro modo, una caratteristica questa definita dal duo “realismo magico o astratto”.
Il cuore del progetto espositivo è stato allestito nei sontuosi saloni di Palazzo Tozzoni (questa sezione è intitolata Tranche de vie) qui le opere più iconiche di Bertozzi & Casoni dialogano con gli ambienti e i suppellettili originali del palazzo dando luogo ad una grande installazione orientata allo spaesamento. Un vero e proprio “laboratorio del dubbio”. Ricordo a tale proposito una borsetta rosa con una farfalla intenta a curiosare gli oggetti all’interno, appoggiata su una poltrona rossa, oppure il barattolo del “Caffè Paulista” con dentro alcuni fiori di campagna appena raccolti, oppure ancora, la cuccia del cane realizzata con i cartoni del Brillo (i rifiuti sono anche culturali, cosa resta oggi del movimento della Pop Art?!).
Nella biblioteca c’è un’altra opera famosissima, Non ricordo, in cui troviamo un Pinocchio iperrealistico, decisamente umano, lontano dal burattino/bambino spensierato cui siamo abituati. Qui Pinocchio è invecchiato, è metà burattino/metà uomo, il suo viso è segnato dalle rughe e sembra tormentato da non sappiamo bene cosa. Forse sta facendo un bilancio della sua vita. In questa sua umanità noi un po’ ci riconosciamo e un po’ ne siamo spaventati perché il racconto, la favola ci hanno preparato ad altro.
Terza e ultima sezione è la scenografica installazione La morte dell’eros all’interno della torre sud-est della Rocca Sforzesca. Ho avuto modo di vedere più volte questa scultura all’interno dello studio degli artisti e Paolo me ne ha più volte parlato. Per cui ho un rapporto emotivo particolare con essa. Sotto la secolare volta in mattoni, immerso in un’atmosfera spoglia e austera, si consuma il suicidio di un fauno, probabilmente Pan, un dio che aveva forma umana e piedi e corna di capra e che, come passatempi, amava cacciare e corteggiare le ninfe. Era un simbolo dell’istinto sessuale. Pan è probabilmente l’unico dio del quale la letteratura antica racconti che è morto ma come è ancora un grande enigma. E loro, Bertozzi & Casoni, se lo sono immaginato così. Senza eros, senza passione, senza desiderio la vita non ha senso di essere vissuta.
Bertozzi & Casoni. Tranche de vie
a cura di Diego Galizzi
28 ottobre 2023 – 18 febbraio 2024
Sedi varie, Imola (BO)
Progetto espositivo diffuso nei tre musei pubblici imolesi
Sezione #1: “Tranche de vie” (Palazzo Tozzoni)
Sezione #2: “In nuce. 1980-1997” (Museo San Domenico)
Sezione #3: “La morte dell’eros” (Rocca Sforzesca)
Info: https://imolamusei.it/mostre/tranche-de-vie/