FERMO | PALAZZO DEI PRIORI | 26 febbraio – 3 giugno 2023
di ARIANNA BONVECCHI
A Fermo l’arte contemporanea invade gli spazi antichi della Pinacoteca Civica di Palazzo dei Priori e si pone in diretto dialogo non solo con un incubatore che risale al Trecento e con le opere del XV e XVII secolo in esposizione, ma anche con la storia del territorio e della cittadina. Di fatto, fino al 3 giugno è possibile ammirare alcune opere storiche del duo artistico Vedovamazzei e l’opera d’arte inedita Bell, che ora appartiene in modo permanente al circuito museale e con il cui progetto, curato da Matilde Galletti, la città di Fermo è risultata vincitrice del “PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
La contaminazione del contemporaneo nell’antico non può essere certamente considerata una pratica inedita – si pensi alla Calamita Cosmica (2011) di Gino de Dominicis all’ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata a Foligno o più recentemente al progetto Spazio disponibile – aerare il pensiero prima di soggiornarvi di Mustafa Sabbagh alla Galleria Estense di Modena e il Palazzo Ducale di Sassuolo del 2021 –, non sempre però la compresenza è efficace o significativa dal punto di vista culturale, viene subito alla mente Blue Carpenter di Andrea Carpita ideato appositamente per la Cappella dei Notai a Palazzo della Ragione di Verona nel 2021 o Jeff Koons in Florence a Palazzo Vecchio e Piazza della Signoria nel 2015.
Di fatto, affinché il dialogo venga instaurato in modo produttivo, ovviamente il contemporaneo non può, innanzitutto, sopraffare l’interlocutore e, soprattutto, deve renderlo partecipe. Ciò è possibile se la creazione dell’opera contemporanea si poggia su un legame con la storia del luogo e sul patrimonio storico-artistico, generando, di conseguenza, una riflessione basata su elementi comuni con il passato e, allo stesso tempo, attualizzando i temi per riflettere sulle specificità del presente per produrre nuovi significati. Un’operazione affatto semplice e molto complessa, messa in atto dagli artisti attraverso l’ideazione della scultura Bell secondo una progettualità site specific (basandosi sulla realtà architettonica del luogo) e context specific (basandosi sul contesto più ampio – la collezione antica permanente e la comunità storica di riferimento), come spiegano le parole della curatrice Matilde Galletti. Un’operatività estremamente edificante, attraverso cui il museo non solo resta devoto alla sua intrinseca finalità di conservazione, ma si interroga anche sulle sue possibilità di produzione e creazione.
La scultura protagonista Bell è stata ideata attraverso un’operazione poetica incentrata sul senso di comunità, ispirandosi ad una campana in esposizione nella Sala della Storia Cittadina, la quale potrebbe non attirare troppo l’attenzione, ma che può portare con sé significati profondi. La campana è quello strumento tecnologico rudimentale che richiamava a suo tempo i cittadini ai momenti di comunità e unione sociale: “un’oggetto che, nell’immaginario degli artisti, è quindi rappresentativo di un insieme di individui in un determinato momento storico”, scrive la curatrice. I Vedovamazzei decidono, dunque, con “Bell” di realizzare in bronzo (stesso materiale della campana) l’oggetto più banalmente quotidiano e allo stesso tempo più emblematico della nostra contemporaneità: una scatola di cartone, capovolta e dipinta a mano in modo estremamente realistico nei segni dello scotch e delle piegature tipiche degli imballaggi in carta (sullo scotch sono anche presenti in stile logo le iscrizioni presenti sulla campana). La scia è la stessa delle Brillo Box di Andy Warhol, in cui oggetti comuni diventano opere d’arte ed entrano a pieno diritto all’interno dei musei. Tuttavia, se le scatole di pagliette saponate ironizzavano sul consumismo e la produzione di massa, la scultura “Bell” compie invece un’operazione semantica diversa diventando il simbolo di ciò che durante i duri anni del lockdown ci ha accomunato tutti per necessità e ci ha, quindi, raccolto in comunità.
Assieme all’opera vincitrice del PAC2021, le sale della Pinacoteca Comunale ospitano una mostra temporanea di alcuni lavori storici del duo Vedovamazzei, i quali hanno il fine di rivelare la loro ricerca ed evoluzione artistica, fermo restando il principio del dialogo con il repertorio iconografico della collezione permanente. Particolarmente significative sono da questo punto di vista le opere Early Work (Rembrandt at 10 years old) (1991-2021), Early Work (Scipione Borghese by Bernini at 9 years old) (2021), e l’altro Early Work (Scipione Borghese by Bernini at 9 years old) (2021) esposte non a caso nella Sala del Rubens. Secondo una sorta di ready-made rivisitato, il duo ha chiesto nel corso degli anni a bambini dai 5 ai 12 anni di riprodurre le grandi opere di icone della storia dell’arte, che in seguito i coniugi hanno riprodotto su grande scala. Il linguaggio ironico tipico dei Vedovamazzei tenta, dunque, di rispondere alla domanda su come i Maestri disegnassero in giovane età, sdrammatizzando e demistificando la figura del genio artistico.
La progettualità del PAC2021 è stata, dunque, l’occasione per dare l’avvio ad una collezione d’arte contemporanea pubblica che fosse anche in stretto dialogo con i luoghi e la storia preesistenti. Il primo passo verso tale obbiettivo è stata la scultura “Bell”, con cui i Musei Civici di Fermo, piccola istituzione di provincia, hanno dimostrato una volontà di innovazione sfortunatamente in controtendenza rispetto alla maggior parte del settore dei beni culturali nel nostro Paese, ancora arenato in un’equivocata e statica fedeltà alla tradizione.
VEDOVAMAZZEI. Bell
PROGETTO VINCITORE DEL PAC2021
Fino al 3 giugno 2023
Palazzo dei Priori, Fermo
Orari di apertura: dal martedì alla domenica ore 10.30 -13 / 15.30-18
Biglietto: intero € 8,00; ridotto € 6,00 (ragazzi dai 14 ai 25 anni, gruppi composti da più di 15 persone, soci FAI, soci Touring Club Italia, soci Italia Nostra); gratuito under 13, disabili, soci Icom, giornalisti con tesserino. Il biglietto include anche l’ingresso al circuito museale della città.
Info: Musei di Fermo tel. 0734 217140
museidifermo@comune.fermo.it
www.fermomusei.it