GENOVA | Guidi&Schoen | 6 febbraio – 1 marzo 2014
Intervista a CORRADO ZENI di Chiara D’Aurizio
Inaugura oggi, giovedì 6 febbraio, alla galleria genovese Guidi&Schoen, la personale di Corrado Zeni, intitolata Atlas. La mostra presenta una serie di tavole illustrate, acrilico e smalto su tela, che rappresentano la vita dell’uomo contemporaneo, impegnato nei difficili meccanismi sociali del giorno d’oggi: un contesto che non facilita, anzi al contrario ne ingarbuglia le sorti. Attraverso colori vivaci e “nuove” scenografie che trasfigurano il reale, Corrado Zeni presenta al pubblico un “atlante” dell’umanità raccontata dal suo punto di vista. Abbiamo incontrato l’artista alla vigilia dell’apertura della mostra e gli abbiamo posto qualche domanda per ripercorrere insieme a lui le fasi progettuali del suo lavoro e scoprire qualcosa di più sui suoi “last paintings”.
La rappresentazione della figura umana è da sempre al centro del tuo lavoro, da che cosa ha avuto origine questo interesse? Quali sono state le basi di questo tuo “studio antropologico”?
Più che la rappresentazione della figura umana in sé mi ha sempre interessato il teatro della vita, l’interagire degli esseri umani, soprattutto di quelli che non si conoscono tra loro e che io non conosco. Mi affascina notare le reazioni che si creano tra due persone che si attraggono o che si respingono, o vedere quanto cambiamo tutti noi quando cambia il setting.
Nel volume che raccoglie i tuoi nuovi lavori – Last Paintings – citi un brano di David Foster Wallace in cui lo scrittore sostiene che l’artista deve ricordare alla gente che è “strana” utilizzando e trasfigurando le immagini a cui siamo più abituati, familiari e banali. Quali sono i modi con cui l’artista interagisce, o dovrebbe secondo te interagire, con la società?
In questa frase di David Foster Wallace c’è un cortocircuito, che cosa significa “strana”? Secondo quali canoni definiamo qualcuno strano? Non rispetta l’idea di normalità che ci ha dato la nostra cultura? O la televisione? La “normalità” varia nello spazio e nel tempo, quindi non è un valore sicuramente definibile, ma nonostante ciò tutti noi spesso diciamo: “Guarda quello che strano!”. Per cui in realtà all’artista, che secondo me deve avere il dono di vedere in modo differente le cose che ci circondano, spetta il compito di mettere l’accento su alcune incongruenze, alcuni sfasamenti che altrimenti passerebbero inosservati, consentendo di modificare la percezione delle cose e creando quindi nuove realtà. Credo che in definitiva il compito dell’arte e quindi dell’artista dovrebbe essere quello di rendere migliore la società, migliorando la qualità della vita anche solo di una persona.
Nei lavori del ciclo Atlas in mostra da Guidi&Schoen i tuoi personaggi solitamente “sospesi” in ambienti senza precisi riferimenti spazio-temporali, sembrano aver trovato un loro habitat. Ha inizio una vera e propria fase per la tua arte?
Boh.
Nonostante in Atlas ci sia questa novità delle ambientazioni, il bianco che prima caratterizzava i tuoi sfondi ora si trasferisce ai soggetti, indirizzando lo sguardo dello spettatore sulla natura alle loro spalle. A che cosa è dovuto questo scambio?
Nel mio lavoro ho sempre cercato di pulire, di togliere il superfluo, in questo caso gli abiti e gli accessori, che prima erano determinanti per comprendere il tipo di soggetto, adesso sono diventati superflui anzi addirittura disturbanti in un contesto che volevo più libero ed onirico.
Atlas. Corrado Zeni
6 febbraio – 1 marzo 2014
Inaugurazione 6 febbraio 2014, ore 18.30
Guidi&Schoen Arte Contemporanea
Vico Casana 31r, Genova
Catalogo: Vanilla Edizioni
Info: 0102530557
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www.guidieschoen.com