FIRENZE | libreria Brac | 13 febbraio 2020
Il nuovo anno di Scripta Festival. L’arte a parole si apre con le Anteprime giovedì 13 febbraio alle 18.00 alla libreria Brac, a Firenze in Via de’ Vagellai 18 r.
Il primo dei tre appuntamenti, che si svolgeranno da febbraio ad aprile e accompagneranno idealmente alla nuova edizione del festival che si terrà a Firenze dal 22 al 25 ottobre prossimi, vedrà impegnati Francesca Guerisoli e Pietro Gaglianò in un confronto sul libro di Miwon Kwon, Un luogo dopo l’altro. Arte site-specific e identità localizzativa, testo di importanza capitale nel dibattito sulla sfera e lo spazio pubblici, pubblicato per la prima volta in italiano.
“Site-specific”- spiega nella prefazione Francesca Guerisoli – è un termine entrato a far parte del linguaggio dell’arte sull’onda della Minimal art e della Land art. Ne abbondano ancora oggi i comunicati stampa, i saggi, gli articoli, le presentazioni di mostre e progetti d’arte che descrivono sculture, installazioni, azioni, performance, proiezioni, spettacoli teatrali e così via che avvengono nei luoghi dell’arte o ne sono estranei.
Ma che cos’è, realmente, il site-specific? Che cosa vi si identifica, nella teoria e nella storia dell’arte?
Viene dato spesso per scontato il significato di quest’espressione, che però pone numerose questioni sia in ambito critico sia operativo. “One Place After Another. Site-Specific Art and Locational Identity”, appena pubblicato per la prima volta in italiano come “Un luogo dopo l’altro. Arte site-specific e identità localizzativa” da Postmedia Books, ripropone le riflessioni critiche avanzate da Miwon Kwon tra il 2001 e il 2002, che costituiscono una base storica per la teoria e le pratiche che fanno del sito il cuore dell’intervento.
IL LIBRO:
L’arte site-specific nasce alla fine degli anni Sessanta in reazione alla crescente mercificazione dell’arte e agli ideali di autonomia e universalità dell’arte in voga in quegli anni. Nel corso degli anni Settanta e Ottanta, mentre l’arte site-specific si intersecava con la land art, l’arte processuale, la performance, le installazioni, l’arte concettuale, la critica istituzionale, l’arte comunitaria e l’arte pubblica, i suoi creatori insistevano sull’inseparabilità dell’opera e del suo contesto. Negli ultimi anni, tuttavia, la presunzione di irripetibilità e immobilità racchiusa nella famosa dichiarazione di Richard Serra “rimuovere l’opera significa distruggere l’opera” è stata messa in discussione da nuovi modelli di specificità del luogo e dai cambiamenti nelle forze istituzionali e di mercato. Un luogo dopo l’altro ricostruisce una storia critica e teorica dell’arte site-specific e della specificità del luogo a partire dalla fine degli anni Sessanta, per indagarne le aspettative, gli sviluppi e i risultati. Utilizzando gli studi su spazio e urbanizzazione, la critica postmodernista in arte e in architettura, e i vari dibattiti su politiche identitarie e sfera pubblica, il libro guarda al problema del luogo in arte come a qualcosa di più che a una semplice questione di interesse artistico. Miwon Kwon esamina la site specificity come un indice complesso della relazione mutevole tra il luogo e l’identità nell’epoca del tardo capitalismo, attraverso le opere di artisti che si sono interrogati sulle possibili forme di tale rapporto e tra questi John Ahearn, Mark Dion, Andrea Fraser, Donald Judd, Renée Green, Suzanne Lacy, Iñigo Manglano-Ovalle, Richard Serra, Robert Smithson, Mierle Laderman Ukeles e Fred Wilson.
Miwon Kwon (Corea del Sud, 1961 – vive a Los Angeles) è una curatrice e insegnante di storia dell’arte. La sua ricerca si focalizza principalmente sull’arte contemporanea, sulla land art e sull’arte site-specific, ricerca che trova nel libro One Place after Another la migliore sintesi di questi studi. Esemplare il saggio di Stephen Morton che allraga la comprensione di questa ricerca dal circuito dell’arte a quello delle comunità urbane per il quale questo libro registra e anticipa molte di quelle pratiche ormai comuni nei grandi centri urbani: “Tuttavia il libro di Kwon contiene anche nuove e sostanziali discussioni sulle storie dell’arte pubblica negli Stati Uniti e sul significato di “comunità” nell’arte basata sulla comunità”. Ha curato mostre e progetti presso istituzioni come il Whitney Museum of American Art e il MOCA Museum of Contemporary Art di Los Angeles. Dal 1998 è alla direzione del Dipartimento di Storia dell’Arte dell’UCLA University of California, Los Angeles.
Francesca Guerisoli si occupa di storia e critica d’arte contemporanea e di museologia. I suoi interessi di ricerca comprendono il rapporto dell’arte con la dimensione sociale e politica e l’arte negli spazi pubblici. Dal 2009 è docente presso l’Università di Milano-Bicocca, dove insegna “Arte e architettura”, “Linguaggi della fotografia” e “Musei, mostre d’arte e turismo”. È direttrice artistica di Fondazione Pietro e Alberto Rossini e ha curato numerosi progetti espositivi presso altre sedi museali. Giornalista pubblicista, collabora con Il Sole 24 Ore. Tra le sue pubblicazioni: Ni una más. Arte e attivismo contro il femminicidio (Postmedia Books, 2016), La città attraente. Luoghi urbani e arte contemporanea (con il sociologo urbano M. Colleoni, Egea, 2014) e Making Prestigious Places. How Luxury Influences the Transformation of Cities (a cura di M. Paris, Routledge, 2017), Le scarpe rosse di Elina Chauvet (Sartoria Editoriale, 2020).
Anteprima
Scripta Festival 2020. L’arte a parole
un progetto di Pietro Gaglianò
Giovedì 13 febbraio 2020 ore 18.00
Presentazione del libro di Miwon Kwon
Un luogo dopo l’altro. Arte site-specific e identità localizzativa, (Postmedia Books, 2019)
Intervengono Francesca Guerisoli, autrice della prefazione del volume
Pietro Gaglianò, curatore del festival
Prossimi appuntamenti con Anteprima Scripta Festival 2020:
Marzo: Paolo Mele, “Sino alla fine del mare” (Viaindustriae Publishing)
29 Aprile ore 18.00: Bianco-Valente, “il libro delle immagini” (Postmedia Books)
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