Intervista a Massimo Giovanardi di Livia Savorelli*
Tempo di festeggiamenti per la Giovanardi SPA – storica azienda lombarda, con sede a Concorezzo (MB), specializzata nella progettazione esecutiva e nella realizzazione su commissione di espositori e packaging in materiale plastico e metallo – che raggiunge, quest’anno, l’ambito traguardo dei 100 anni di attività. Grazie alla lungimiranza del Presidente ed Amministratore Delegato, Massimo Giovanardi, questa ricorrenza viene celebrata attraverso un progetto di dialogo ed interazione tra impresa ed arte – 10×100 fabbrica d’arte contemporanea – che sposa l’idea dell’ibridazione dei linguaggi e che assume la forma, in prima battuta, di una residenza in cui sono coinvolti 10 artisti selezionati da due curatori, volta all’ideazione e alla realizzazione, grazie al know how dell’azienda, delle opere e la lora successiva presentazione negli stabilimenti produttivi. Ne abbiamo parlato con Giovanardi…
Quanto è importante, a livello aziendale, ricercare nuove strade per comunicare il proprio brand, al di fuori delle classiche dinamiche di impresa? Com’è nata l’idea di dar vita ad un progetto con un approccio così dinamico e partecipato?
Un’azienda che sviluppa e produce display, vetrine e allestimenti di negozi, abituata a inventarsi sempre soluzioni nuove e performanti per soddisfare le esigenze dei grandi brand della moda e del lusso, deve sapere comunicare il proprio brand con discrezione e prudenza. Di certo il centenario dell’azienda di famiglia non poteva non essere celebrato e comunicato. L’idea di rendergli omaggio con un percorso artistico deriva dalla necessità di essere percepiti dal mondo esterno come un’azienda in grado di offrire qualcosa di più, di diverso, grazie alla capacità di ascolto e all’individuazione di soluzioni tecnico-estetiche con alto valore aggiunto.
Il format prevede una residenza e periodi di scambio e dialogo tra gli artisti e i vostri dipendenti, volti a coniugare al meglio la “visione” degli artisti con l’attuabilità pratica della stessa. Come sono stati individuati gli artisti? E come praticamente si è concretizzata la collaborazione tra artisti e maestranze?
La passione personale per l’arte contemporanea alimentata dalla curiosità che mi ha portato a documentarmi, a frequentare gallerie, fiere, manifestazioni, studi di artisti, non mi ha mai fatto perdere la consapevolezza dei limiti dettati da un approccio amatoriale. Consapevolezza preziosa che mi ha suggerito di circondarmi di validi professionisti in grado di accompagnarci lungo un cammino così sfidante. Da qui la ricerca e la nomina di due curatori: Martina Cavallarin e Marco Tagliafierro, a cui è stata affidata la selezione di dieci artisti invitati a mettersi in gioco con i materiali e le tecnologie della Giovanardi per realizzare dieci opere che resteranno di loro proprietà. Gli artisti sono: Alessandro Agudio, Marie Denis, Marotta & Russo, Jacopo Mazzetti, Daniele Milvio, Gianni Moretti, Riccardo Paratore, Riccardo Previdi, Michele Spanghero, Patrick Tuttofuoco. A fianco dei due curatori abbiamo nominato Giovanna Felluga, forte della sua esperienza nel legame tra arte e impresa, con il ruolo di coordinatrice scientifica del progetto. Così anche per la comunicazione ci siamo rivolti a uno studio affermato e specializzato nel mondo dell’arte: PCM Studio di Paola Manfredi.
Il dialogo tra gli artisti e la nostra area tecnica, ha fatto sì che la Giovanardi da qualche tempo sia diventata una vera e propria art factory. Tecnici, industrial designer, operai specializzati coadiuvati dai curatori e dagli stessi artisti, galvanizzati da questa esperienza, sono chiamati a mettersi in gioco, consapevoli che questo ambizioso progetto sia per tutti una straordinaria opportunità di crescita umana e professionale. Poter condividere le fasi progettuali di un’opera, essere presi per mano da un artista e potersi confrontare con lui, è stupendo. Un privilegio assoluto.
L’ultima tappa del progetto, prevede la successiva apertura delle porte dell’azienda (a partire dal 1 ottobre 2019) per permettere al pubblico di scoprire le opere create dai 10 artisti in residenza e di osservarne il dialogo con la struttura industriale che li accoglie. Come sarà strutturato il concept espositivo? Quale sarà la destinazione delle opere realizzate grazie al vostro supporto?
Si tratta di una ricerca applicata ai materiali e ai macchinari e tradotta in progetto artistico che culminerà con una mostra in fabbrica nei mesi di ottobre e novembre 2019. In questo periodo la fabbrica aprirà le porte a scuole, cittadinanza, istituzioni, fondazioni e associazioni del territorio, clienti, fornitori, familiari dei dipendenti e a chiunque sarà interessato.
Il concept espositivo sarà una sintesi di idee ed esigenze nate dal confronto tra artisti, curatori e azienda. L’obiettivo sarà quello di creare un percorso espositivo all’interno dell’azienda, negli uffici e nelle aree produttive, in grado di coniugare esigenze di sicurezza ed estetica, consentendo lo svolgimento delle attività quotidiane.
Per quanto riguarda la destinazione finale delle opere, l’aspetto che tengo a sottolineare del progetto, nato da un suggerimento dei curatori, è la scelta di non commissionare opere agli artisti ma di metterci al servizio della loro creatività. “Tu artista concepisci l’idea senza imposizioni e noi le diamo corpo. La esponiamo in una mostra in fabbrica e poi l’opera ti sarà donata”. Questo approccio ha consentito di posizionarci in un’altra dimensione, il valore artistico dell’iniziativa è sensibilmente cresciuto e il riscontro mediatico è stato sorprendente.
Nel passato avete già avuto modo di collaborare con il mondo dell’arte contemporanea e prevedete una continuità nel prossimo futuro? Sulla base della recente esperienza, quanto ritenete importante il dialogo tra impresa e artisti al fine di realizzare opere dagli standard più elevati o che, per varie ragioni, non sarebbero producibili dall’artista autonomamente?
In un recente passato, abbiamo avuto l’opportunità di fare qualche incursione nel mondo dell’arte realizzando prestigiose opere, fra le quali alcune commissionate dalla Fondazione Prada e un monumento pubblico progettato dall’artista Gianni Moretti, in memoria delle vittime dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema. Un progetto diretto da Luigi Ficacci, commissionato dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Lucca e Massa Carrara nell’ambito del Piano per l’Arte Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Per quanto riguarda un’eventuale collaborazione futura e continuativa con il mondo dell’arte contemporanea, è troppo presto per dirlo. Per il momento l’obiettivo è la buona riuscita della mostra. Di fronte a ciò che ne scaturirà e di fronte alle opportunità che si presenteranno, valuteremo dove concentrare le nostre risorse ed energie.
Il dialogo arte e impresa rappresenterà sempre un’opportunità. La presenza di un artista in azienda crea “disturbo e scompiglio” ma ciò che ne scaturisce si trasforma in energia, si accendono luci, si cambiano paradigmi e prospettive. Si cresce. Si innova.
*Intervista tratta da Espoarte #106.
Info: www.giovanardispa.com