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GENOVA | BATTESIMO COSTA DIADEMA | 7 novembre 2014

Intervista a CASAGRANDE&RECALCATI di Livia Savorelli

Costa Diadema, PruaLa nuova ammiraglia di Costa Crociere – Costa Diadema – sarà battezzata domani a Genova. Nella fremente settimana degli allestimenti e degli ultimi preparativi, abbiamo raggiunto il duo di curatori, Casagrande&Recalcati, per avere qualche anticipazione sul tema della nuova nave e sugli artisti scelti. Si delinea così, dalle loro parole, il progetto ideato per Costa Diadema, ruotante intorno al tema della regalità sviluppato dai 41 artisti coinvolti (di cui 38 italiani e due stranieri) secondo diverse modalità ed interpretazioni. Avventuriamoci quindi anche visivamente in questa “opera d’arte totale”, dove design ed opere d’arte dialogano armonicamente tra gli spazi funzionali della nave…

Il vostro duo vanta importanti collaborazioni con il mondo della moda (Dolce&Gabbana e Fendi Casa, ad esempio) e questa non è la prima esperienza di collaborazione con Costa Crociere… Come nascono queste sinergie e come vi rapportate con il mondo dell’Impresa?
Ogni collaborazione ha avuto un’origine e una storia diversa, anche se solitamente sono stati gli architetti e i direttori artistici dei vari brand le nostre figure di riferimento. L’incontro con Costa Crociere è avvenuto nel 2004 quando Emanuela Venturini, curatrice di Costa Magica, ci ha invitati a realizzare un ciclo di otto grandi dipinti per la scala di prora. Successivamente siamo stati incaricati del progetto artistico di Costa Luminosa, Costa Deliziosa, Costa Fascinosa e Costa Diadema.
Il rapporto con il mondo dell’impresa è inevitabilmente un rapporto di dialogo e di scambio, gli imprenditori incarnano la figura e il ruolo del mecenate consapevoli dell’importanza dell’arte anche nello sviluppo e nella comunicazione del proprio brand.

Sam Havadtoy, Let there be love, 2014, mixed media, lace and acrylic paint with white gold leaf, cm 151x472,4

Manca un giorno al battesimo di Costa Diadema, nuova ammiraglia di Costa Crociere. Ci potete raccontare quale è stato il vostro approccio curatoriale nella scelta degli artisti, in relazione soprattutto all’immaginario già anticipato dal nome stesso della nave…
Partendo dal nome della nave – Diadema – abbiamo definito un tema archetipico che potesse essere il filo conduttore per le proposte degli artisti coinvolti: la regalità. Ci siamo domandati in che modo questo concetto antico, e forse un po’ demodé, potesse risultare uno strumento utile per esplorare il sentire contemporaneo e come il confronto con questo tema potesse indirizzare una riflessione sulla realtà che ci circonda. Ne è risultato un ampio ventaglio di interpretazioni che vanno dalla regalità della natura e del cosmo alla simbolicità degli oggetti che connotano tradizionalmente ciò che è considerato regale, fino a riflessioni su figure mitiche e mitizzate della regalità, il tutto declinato in diverse accezioni a seconda della sensibilità del singolo artista.

Luisa Valentini, Principessa Sissy di Baviera, 2014, acciaio inossidabile, filo di ottone, 168,5x228,4 cm

L’Arte a Bordo: come è avvenuta la scelta degli artisti e come sono state selezionate le opere d’arte per gli spazi funzionali della nave?
Abbiamo scelto gli artisti in base alla qualità del loro lavoro e alla loro capacità di confrontarsi con un tema prestabilito, il cui linguaggio potesse dialogare con un ambiente architettonico – quello della nave – estremamente ricco di suggestioni, colori, materiali, forme e luci. In base alle suggestioni e alle proposte degli artisti, nate da un confronto durato alcuni mesi, abbiamo definito un percorso narrativo che si sviluppa in diverse aree della nave suddividendo il progetto in diverse “sottosezioni”.

Roberta Savelli, Verso dove 2, 2014, acrilico e tempera su tavola, cm 151x472,4 (ponte 7,5)

Le opere della scala di prora raccontano la regalità dell’universo: dal microcosmo delle pietre preziose (dipinte da noi) ai cieli di Piero Addis e alle costellazioni di Roberta Savelli. Regalità della natura e del creato su cui domina il messaggio d’amore Let there be love di Sam Havadtoy.
I dipinti della scala centrale affrontano la regalità in chiave simbolica: dalle città cosmogoniche di Toni Zanussi alle corone “neo pop” di Nathalie Du Pasquier, dalla sequenza di abiti femminili di Flavio Lucchini alla geografia alchemica di Riccardo Gusmaroli, dai dettagli di gioielli vintage di Vittorio Locatelli e Carlo Ninchi all’avido e vanitoso pennuto di Virgilio Rospigliosi. Il salone, dalle atmosfere cinematografiche “noir”, di Annalisa Pirovano si contrappone infine alla luminosità dell’architettura veneziana dipinta da Roger de Montebello.

Nathalie Du Pasquier, Per un principe di San Pietroburgo e per un principe di Kiev, 2014, olio su tavola, cm 168,5x228,4

La scala di poppa rappresenta il trionfo della regalità della figura umana: dai grandi volti femminili stemperati nell’oro di Marco Grassi ai dipinti di Vanni Cuoghi, dove presenze magiche e ironiche a un tempo creano mondi sognanti e sorprendenti. Dalle regine bambine di Titti Garelli alle regalità farsesche dei collage di Francesco Merletti e alle regali icone “neo pop” di Andy.
Le sculture sono invece pensate per alcuni degli snodi principali della nave: nell’atrio di poppa si colloca la grande scultura in filo di rame lavorato all’uncinetto di Resi Girardello, dove all’evocazione dell’archetipo della protettrice del viaggiatore si sovrappongono e s’intersecano molteplici interpretazioni tra sacro e profano.
Resi Girardello, PrinciStella Maris, 2014, fili metallici policromi lavorati a mano e all'uncinetto, struttura in acciaio, cm 370x220x220Attorno alla piscina di poppa si trova il gruppo scultoreo in bronzo di Claudio Prestinari che rappresenta i pezzi del gioco degli scacchi, emblemi di una immaginaria partita in un altrettanto immaginario regno marino.
L’atrio del teatro accoglie l’opera di Luisa Valentini, che rende omaggio alla principessa Sissi e al particolare diadema che usava indossare, e il bassorilievo di Tiziana Lorenzelli che evoca un diamante grezzo.
Ai dipinti e alle sculture si affiancano le opere digitali di Alberto Nodolini, Augusto Vignali e di Marco Dezzi Bardeschi che attraverso la sua tetralogia celeste ci parla di empatie regali come dialogo sempre nuovo tra le linee del cielo e quelle della mano.
Una parte molto importante del lavoro riguarda i dipinti per le suite dove l’ambiente si fa chiaramente più intimo e trovano spazio, tra gli altri, anche i lavori di Manuela Carrano Davide Avogadro, Antonella Piro, Elisa Rossi, Eloisa Gobbo, Cristina Iotti e Matteo Piazza. Nella cappella della nave è infine collocata una preziosa tavola del maestro Mario Donizetti raffigurante un Cristo benedicente.

Sulla base della vostra esperienza e dei feedback avuti da Costa Crociere, come viene recepita l’arte contemporanea dal grande pubblico che viaggia a bordo delle navi? 
Non si può negare che il contesto e la circostanza abbiano un ruolo attivo basilare sulla percezione dell’opera d’arte. Come ci ha insegnato Borges nel suo Pierre Menard, autore del Chisciotte il lettore riscrive incessantemente l’opera che legge e questa muta in continuazione pur rimanendo identica a se stessa. Di ciò si deve essere consapevoli soprattutto quando l’opera d’arte è esposta in un luogo diverso dai circuiti tradizionali che la rendono immediatamente riconoscibile come tale. Sulla nave si instaura un rapporto particolare tra l’opera e lo spettatore, e l’artista deve essere consapevole che lo spazio che accoglierà la sua opera diventa scenografia in cui chi guarda è coinvolto attivamente proprio perché gli ambienti sono pensati e progettati per stupire e meravigliare.
L’arte trova quindi un nuovo significato proprio nel suo non isolarsi, non negarsi, ma lasciarsi coinvolgere dal gioco.

Vanni Cuoghi, La chioma di Berenice, 2014, acrilico su tavola, cm 168,5x155 (ponte 3,5).

Siete presenti anche come artisti e uno dei vostri ultimi cicli è proprio dedicato ai cristalli ed alle pietre grezze. Che opere avete presentato per Costa Diadema e in quali spazi sono collocate?
Da tempo avevamo iniziato a pensare di ritrarre dettagli di pietre preziose grezze, di indagare le trasparenze dei cristalli nella loro stratificata perfezione. La durevolezza, la fissità millenaria del mondo minerale per noi è un po’ l’altra faccia della stessa medaglia rispetto alla sensuale e corporea fragilità delle nostre ipervanitas, dei dettagli di fiori fuggevoli.
Per Costa Diadema abbiamo approfondito proprio questo tema con dei grandi dipinti per la scala di prora dove gemme grezze e minerali mettono in relazione il lavoro geologico del pianeta con il lavoro di trasformazione che opera l’uomo. Il diadema prima del diadema.

casagrande&recalcati, Cristalli IV, 2014, olio su tavola, cm 168,5x472,4 (ponte 4,5)

Artisti su Costa Diadema: Piero Addis, Andy, Davide Avogadro, Roberto Bixio, Manuela Carrano, Casagrande&Recalcati, Vanni Cuoghi, Marco Dezzi Bardeschi, Mario Donizetti, Titti Garelli, Resi Girardello, Eloisa Gobbo, Marco Grassi, Riccardo Gusmaroli, Cristina Iotti, Vittorio Locatelli, Carlo Ninchi, Tiziana Lorenzelli, Flavio Lucchini, Francesca Marzorati, Francesco Merletti, Alberto Nodolini, Matteo Piazza, Annalisa Pirovano, Claudio Prestinari, Elisa Rossi, Roberta Savelli, Luisa Valentini, Antonella Piro, Virgilio Rospigliosi, Augusto Vignali, Toni Zanussi, Roger de Montebello, Nathalie du Pasquier e Sam Havadtoy.

Info: www.costacrociere.it/diadema

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