MILANO | Art Gallery Finestreria
Intervista a CLAUDIA PONZI di Ilaria Introzzi
Un ritratto, un approccio lavorativo. Un piccolo e al contempo grande universo creativo. È il progetto Art Gallery Finestreria fondato da Claudia Ponzi, gallerista e, in passato artista. A Milano, nella tipica zona dei Navigli, in Via Ascanio Sforza 69, il suo spazio ospita artisti d’accademia, giovani promettenti e grandi nomi che hanno presenziato negli anni alle Biennali di Venezia oppure alla Triennale di Milano, in un métissage vincente, in un mondo complesso come quello dell’arte contemporanea. Il segreto? Lo spiega la stessa Ponzi, mentre è in corso la collettiva invernale dall’insolito titolo TuttiGatti, in corso fino al prossimo 21 dicembre…
Claudia, il progetto della galleria nasce da una te in versione artista, ti va di approfondire?
Ho sempre sognato di gestire uno spazio dove accadevano cose nel contesto dell’arte contemporanea, con più persone. Nel 2014 studiavo all’accademia e parlando con un’amica sognavamo di aprire un’associazione e di fare mille cose insieme. Ricordo che eravamo sedute nei parcheggi di via Ascanio Sforza tra il civico 69 e il 69/1. Guardavamo le vetrine dei negozi, che sembravano essere abbandonate, come se fossero dei diamanti grezzi. Per noi erano gioielli solo da spolverare. Pensavamo di volere uno spazio esattamente come quello che stavamo guardando, gestito da noi e da altri artisti: direttamente su strada, con un soppalco e un ipotetico seminterrato. Ammaliate da questo sogno abbiamo fondato l’associazione. Nel 2020, in piena pandemia, è nata l’opencall Finestreria. Il nome è un neologismo che fonde la parola finestra a galleria. L’idea è nata dall’esperienza di vivere la finestra come l’unico luogo di libertà vissuta da tutti in quel periodo così particolare. La proposta dell’opencall si concretizzava con una mostra online, al quale hanno partecipato artisti giovanissimi e altri come Patrizia Giambi, Alvise Bittente, Daniela Manzolli che hanno un bel percorso alle spalle e hanno creduto nel mio progetto sin dagli albori, fidandosi di me.
Nel 2021 quello stesso immobile guardato dalla strada, sgangherato quanto desiderato, è diventato la sede dell’attuale Art Gallery Finestreria, che ha aperto proprio in via Ascanio Sforza 69. Il nome racconta la storia della sua nascita e in più ci sono anche tante belle vetrine luminose su strada. Il primo obbiettivo era quello di rendere lo spazio il mio studio d’artista, ma una volta ultimati i lunghissimi lavori di ristrutturazione non mi piaceva l’idea di essere sia l’artista che la curatrice del mio spazio. Nel settembre 2022 ho inaugurato la mia prima mostra personale di Victoria DeBlassie che aveva partecipato al primo bando online. Dopo Giammarco Cugusi, conosciuto in una residenza, poi Alessandra La Marca, Lara Ilaria Braconi, William Fernando Aparicio, Luisa Elia, Martina Mura, Paola Fonticoli, Antonio Pizzolante fino ad arrivare ad oggi con QuasiEden, Piermario Dorigatti, Adriano Moneghetti, Leo Ragno, tre artisti docenti a Brera e la mostra collettiva in corso TUTTIGATTI sui felini. Ho sempre sognato di fare l’artista fino a quando, seguendo il flusso della vita, ho iniziato ad indossare i panni del gallerista. Da quel giorno non mi è più mancata l’affannosa ricerca creativa dell’artista.
Quali sono gli aspetti che un gallerista neofita dovrebbe tenere ben presente quando si appresta ad avviare un suo spazio? Parliamo di pro, almeno una volta.
I prezzi sono un punto di partenza fondamentale. Molte persone pensano di non potersi permettere un’opera d’arte, perché i prezzi sono spesso poco accessibili, ma sono le stesse persone che spendono le stesse somme per degli occhiali o per una borsa. L’arte non sarà mai per tutti, ma credo che per avvicinare le persone sia fondamentale proporre una ricerca artistica che tenga conto di più tasche possibili. Ci sono tante persone che amano l’arte e se trovano una ricerca di qualità a prezzi accessibili sono pronti ad investire e a collezionare.
La tua ricerca, volta ad autori giovani ma con una formazione precisa, viene in qualche modo influenzata dal tuo passato artistico?
In questi primi due anni di attività ho sempre scelto gli artisti paragonandoli alla mia ricerca artistica. Mi spiego meglio: quando mi ritrovo a pensare che l’artista sia più bravo di me o che è stato in grado di approfondire un argomento con la maestria e l’esperienza che avrei voluto avere, questa stima mi conduce ad una curiosità che si formalizza in una mostra.
QuasiEden, Milano Scultura e poi una collettiva dedicata al gatto, la quale vanterà, fino al 21 dicembre 2024, artisti già esposti presso Finestreria, Biennale di Venezia, Triennale di Milano e nuove leve. Come t’interfacci con ognuno di loro?
TUTTIGATTI è la mia prima collettiva con 27 artisti. Il rapporto cambia da persona a persona. Prima di tutto ho contattato degli artisti che avevano già lavorato con la tematica felina poi ho creato un format che potesse dare spazio alle nuove leve. Infine, ho sentito ognuno di loro singolarmente, più e più volte.
Non solo mostre. All’interno dello spazio sei solita ospitare talk, workshop e talvolta anche intimi concerti. Lo scopo? Non sarebbe più semplice fare quelle tre/quattro mostre all’anno e basta?
Sarebbe sicuramente più semplice, ma essendo uno spazio emergente renderebbe più lenta la crescita dalla galleria. Invece creare dei Talk con personaggi interessanti nel mondo dell’arte, partecipare a BookCity, creare workshop con gli artisti, proporre serate di cinema e videoarte, promuovere opencall gratuite, crea delle possibilità non solo a Finestreria, ma anche a tanti fruitori dello spazio.
Da artista, quali sono i galleristi che hai sempre preso come riferimento e perché?
Da artista Corrado Gugliotta della galleria La Veronica ha organizzato una mia mostra a Modica. Ho sempre stimato la storia di Massimo De Carlo che come me ha lavorato e portato avanti due lavori per poter sopravvivere all’inizio del suo percorso. Anche Giorgia Lucchi della galleria Boccanera di Trento e Milano, adoro il suo lavoro e ammiro le sue scelte. Concludo con un caro amico, Lorenzo Vatalaro, che ha una preziosa galleria in piazza San Simpliciano a Milano e che stimo molto per la sua linea radicale.
Da gallerista, invece, gli artisti della storia il cui piglio geniale vai cercando nei giovani?
Ci sono tante influenze consce e inconsce che portano a una selezione razionale e irrazionale di un’artista. Credo di essere più interessata al messaggio che l’artista può trasmettere all’interno di una mostra. Ad esempio, ho selezionato più artisti interessati al dare una seconda vita a degli oggetti apparentemente inutili. Ricerco più che altro una connessione onesta tra il lavoro e l’artista che possa anche in qualche modo parlare del legame tra uomo e natura.
C’è un elemento, un perno per così dire, da cui non puoi prescindere nel mandare avanti la galleria?
Credo che le collaborazioni siano fondamentali. Nella mostra autunnale QuasiEden di Piermario Dorigatti, Adriano Moneghetti e Leo Ragno ho avuto il piacere di collaborare con una mia cara amica, Antonella Mazza, che ha scritto un testo di presentazione degli artisti che ho trovato toccante e poetico e che ha dato delle sfumature in più alla visione della mostra, che ci ha dato molte piacevoli sorprese e belle soddisfazioni.
Galleristi affermati se ne stanno andando via dalle loro città perché pare non ci sia mercato: concordi?
Il problema appartiene all’Italia in generale. Chi decide di aprire un’attività in Italia deve affrontare molta burocrazia e tantissime spese, in particolare l’aliquota del 22% non aiuta. Il fatto che le tasse siano così alte in Italia ci rende meno competitivi rispetto all’estero. Vedo comunque spesso su Artribune articoli su nuove gallerie emergenti che aprono a Milano. Riuscire a gestire tutto ciò è la mia sfida attuale. Concretamente ogni giorno va sempre un po’ meglio, ci vuole pazienza, determinazione e il tempo necessario. Esprimo un esempio attraverso una metafora. Un artista potrebbe chiedersi: perché fare l’artista oggi, quando le accademie sfornano tantissimi artisti ogni giorno? Il settore è palesemente oberato eppure gli artisti continuano, ci provano e portano avanti le loro ricerche. Io ci sto mettendo molta energia, come loro ci provo perché ci credo. Sono certa che l’impegno in qualche modo ripaghi sempre.
Condivideresti anche gli aspetti positivi di vivere e lavorare in una città che da sempre ha accolto l’arte, anche quella di rottura?
Quando mi confronto con amici che hanno intrapreso da poco il percorso di curatore o gallerista nella loro città natale, che non è Milano, mi dicono che per ottenere un articolo sulla stampa fanno molta fatica. Milano dal punto di vista giornalistico risponde bene. Ho conosciuto dei reporter perché fotografavano la mia vetrina e poi siamo entrati in contatto su Instagram.
Come sarà il 2025 di Art Gallery Finestreria?
A gennaio ho in programma gli Idem Studio di Torino (Ruggero Baragliu, Samuele Pigliapochi e Angelo Spatola) poi ci sarà la personale di Pietro Capogrosso in concomitanza del miart 2025 e prima delle vacanze Mariangela Zabatino e Debora Fella. Da settembre in poi ho tante idee da concretizzare.
Art Studio Finestreria
Via Ascanio Sforza 69, Milano
Info:+39 3336473615
finestreria@gmail.com
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