PARIGI | Il lato mistico dell’arte contemporanea / Il lato glam del mercato dell’arte | giugno 2014
di ISABELLA FALBO
Si chiude il tour d’arte parigino con un’ultima incursione nel coté glam del contemporaneo, quello inevitabilmente legato ai collezionisti (in Appunti da Parigi #3) e alle Fondazioni…
Il lato glam del mercato dell’arte – seconda parte
Le Fondazioni, loghi della moda pensati per sostenere l’arte, sono contribuenti glamour alla cultura, la quale da quando ha assunto carattere di fenomeno di massa è diventata di grande interesse per le imprese, al fine di valorizzare la competitività di un marchio attraverso la presentazione di un evento artistico.
Il 20 ottobre 1984 con un atto pionieristico Cartier si faceva promotore in ambito artistico e inaugurava la Fondation Cartier pour l’art contemporain espandendo i reami della creazione e della conoscenza attraverso la presentazione di artisti giovani o autori già consacrati dal mercato internazionale. In questo 2014 la Fondation Cartier pour l’art contemporain festeggia trent’anni di attività attraverso celebrazioni, eventi e la mostra Mémoires Vives, rivelando la coerenza e i valori di ricerca e promozione artistica su cui ha sempre basato la sua programmazione. Mémoires Vives presenta alcuni dei lavori più emblematici della Collezione, e durante i cinque mesi di apertura la mostra si trasforma periodicamente mostrando una parte significativa di opere che fanno parte della storia della Fondation Cartier.
L’interesse per la Moda e il Design manifestato dalla Fondazione nel 1996 con la mostra Les années ’60. La Décade Triomphante si riconferma nel 1998 con l’esposizione dello stilista e artista Issey Miyake, Making Things che rivelava l’inventiva e lo sperimentalismo del creatore giapponese, e riappare nel 2004 con la mostra Pain Couture by Jean Paul Gaultier, dove il designer francese trasforma l’edificio di Jean Nuvel – che accoglie la Fondation Cartier a Parigi – in forno. Per Mémoires Vives Issey Miyake, insieme al suo Reality lab e Artemide ha immaginato l’installazione luminosa In-Ei, creata ad hoc per la mostra e ispirata alla trasparenza e alla luminosità della costruzione di Nuvel. In-Ei, che in giapponese significa ombra, oscurità, è un’installazione di sculture “d’ombra” realizzate con materiali plastici rigenerati, plissettati come da cifra estetica della sua linea moda, che emergono poeticamente dal giardino e dal soffitto della Fondazione.
Tra gli altri lavori in mostra, di grande impatto l’opera OMG di Alessandro Mendini e Peter Halley, installazione creata ad hoc per la mostra dove al centro del “muro oggetto” di Mendini (OMG, 1997) è collocata Code Warrior di Peter Halley, 1997, acquisita dalla Fondazione nel 1999. Tra le figure più prominenti del design italiano, Mendini (Milano, 1931) condivide con il pittore americano, considerato il rappresentante dell’astrazione Néo-Géo, Peter Halley (NY, 1953), il gusto per i colori vivi e fluorescenti e i geometrismi. Grazie alla complicità dei due artisti OMG appare come una presenza imponente e singolare all’interno nella mostra.
Mémoires Vives ha rivelato una parte inedita e piuttosto segreta della creazione di David Lynch (Missoula, 1946), internazionalmente riconosciuto come regista in ambito cinematografico, nonché importante promotore della meditazione trascendentale. Già nel 2007 la Fondation Cartier aveva presentato la sua mostra personale The Air is on Fire, che riuniva gli aspetti più diversi della creazione artistica lynchiana: opere pittoriche, fotografie, film, disegni, installazioni, rendendo merito alla ricchezza di un’opera polimorfa e onirica, misteriosa, straniante e poetica. Diverse opere di David Lynch sono state acquisite dalla Fondation, tra cui l’insieme di 259 disegni realizzati dal 1970 al 2006 sui supporti più diversi che testimoniano la tendenza dell’artista alla sperimentazione. Proprio alla Fondation Cartier, Lynch è stato uno dei principali protagonisti della mostra Mathématiques, un dépaisement soudain del 2011: un viaggio nel cuore delle scienze con il matematico Misha Gromov, l’artista Beatriz Milhazes, la musicista, poetessa ed artista Patti Smith.
Ambasciatore dell’arte Africana nel mondo, il pittore congolese Chéri Samba (Kinto-Mvuila, 1956) si è avvicinato alla Fondation Cartier nel 1990 in occasione di una residenza d’artista. Nel 2004, la fondazione ha presentato la prima retrospettiva dell’artista facendone conoscere la “griffe sambaïenne” caratterizzata da autoritratti puntellati da testi e associate a colori vivi. Uno stile che Samba sviluppa dal 1975 per una pittura che lui stesso definisce “popolare” e spesso carico di humor, che si inserisce nell’arte impegnata cone tematiche universali o politiche. Nell’opera La Vraie carte du monde, 2011 ad esempio, Samba inverte i rapport tra Nord e Sud e rivisita la cartografia ufficiale secondo la quale l’Europa viene rappresentata al centro del mondo.
All’interno del ricco Film Program della mostra, ha regalato momenti sublimi il video d’archivio di Patti Smith, Tribute to Virginia Woolf, 2008, realizzato durante l’inaugurazione della sua personale Land 250, nel 2008, per la cui occasione l’artista ha consacrato una serata in omaggio alla scrittrice inglese Virginia Woolf, leggendo lunghi passaggi dal romanzo Les Vagues accompagnata dalla figlia Jesse al pianoforte e del figlio Jackson alla chitarra.
Tra le opere esposte al piano basamento citiamo, Moebius, Carnet n.1 e Carnet n. 31, 1999, presentati in occasione della mostra Un monde réel, 1999, in dialogo con la gigante installazione scultorea In bed, 2005, di Ron Muek, creata in occasione della mostra dedicata all’artista nel 2005. L’installazione scultorea di Marc Couturier Il ne reste plus qu’à demander à Dieu, 1987 e quella di Mario Merz, La tartaruga del 1975. Fra le opere nel giardino, invece, quella di César, Le Pouce, 1964-66 e Biforcazione, 1987-1992, commissionata a Giuseppe Penone dalla Fondation Cartier.
Mémoires Vives. 30 Ans pour l’art Contemporain
10 maggio – 20 settembre 2014
Fondation Cartier pour l’art contemporain
261, boulevard Raspail, Parigi
Info: +33 (0)1 42 18 56 50
www.fondation.cartier.com