PARIGI | Il lato mistico dell’arte contemporanea / Il lato glam del mercato dell’arte | report giugno 2014
di ISABELLA FALBO
Quattro eventi nella Ville Lumière legati all’arte contemporanea si sono certamente distinti all’interno delle proposte culturali di questa primavera/estate parigina, stimolando la mia riflessione sul lato mistico dell’arte contemporanea e il lato glam del mercato dell’arte, tanto da creare un vero e proprio report in più puntate. Le tappe fondamentali di questo viaggio sono infatti: Monumenta 2014 con l’Étrange Cité di Ilya e Emilia Kabakov e la grande restrospettiva dedicata a Bill Viola al Grand Palais – rispettivamente al Nef e alle Galeries Nationales -, i trent’anni della Fondation Cartier pour l’Art Contemporain festeggiati con l’esposizione Vivid Memories e i dieci anni della Maison Rouge con la mostra Le mur, con opere della collezione Antoine de Galbert.
Il lato mistico dell’arte contemporanea
L’étrange cité creata da Ilya e Emilia Kabakov in occasione di Monumenta 2014 dialoga con i 13.500 m2 del Nef del Grand Palais ma, soprattutto, entra in connessione con l’anima dei visitatori. Come una chiesa dell’arte contemporanea, l’opera del duo russo appare un’oasi di contemplazione, un luogo ideale che concretizza l’Utopia. Cosa si intenda per utopia è facilmente comprensibile dopo essere entrati ne L’étrange cité ed aver visitato i 9 spazi che la compongono. L’armonia della musica e il ritmo dei colori di La Coupole si ricollega all’idea dell’opera d’arte totale di Richard Wagner. L’Éntrée dans la cité sono solo le vestigia di un’entrata solenne e trionfale, rovine che conducono al Musée Vide in cui la musica di Jean-Sébastian Bach riempie la sala e diviene la connessione inaspettata con le opere mancanti e rimpiazzate da fiaccole. Addentrandoci ulteriormente all’interno de L’étrange cité, nel quarto spazio chiamato Manas è esposto il modellino di una città leggendaria esistita nel Tibet che si estendeva a un livello terreno e a un livello celeste; il quinto spazio è Le Centre de l’énergie cosmique in cui viene rappresentato il principio per cui l’Energia cosmica arriva sulla terra secondo un angolo di 60°.
La figura dell’angelo è onnipresente nel lavoro dei Kabakov, che sia l’angelo custode o l’angelo caduto che predice la perdita della spiritualità e la dominazione del materialismo. Più che una figura religiosa, l’angelo è nell’arte dei Kabakov l’allegoria alla felicità e alla saggezza. Les Portails dell’étrange cité demarcano l’interno del dominio privato e l’esterno della sfera sociale; La Chapelle blanche, in cui gli affreschi che decorano i muri sono spariti ed al loro posto dipinti che appaiono come frammenti di vita e la Chapelle sombre, che come la Chapelle blanche ricalca le proporzioni di una chiesa del Rinascimento ma l’atmosfera è quella dello studio d’artista con grandi tele rappresentanti scene sovietiche stereotipate, in cui Ilya Kabakov si impegna in nuova e personale avventura. L’Utopia rappresentata dai Kabakov attraverso l’inedita istallazione de L’étrange cité è dunque “la grande visione del progresso, della scienza e dell’elevazione dell’uomo che può condurre al bordo del disastro”; la visita all’interno de L’étrange cité diviene un percorso iniziatico attraverso il quale i Kabakov si interrogano – e mettono lo spettatore nella posizione di interrogarsi – sulla condizione umana.
MONUMENTA 2014
Ilya et Emilia Kabakov. L’étrange citìé
Grand Palais, Nef
254/256 rue de Bercy, Parigi
Info: www.grandpalais.fr