MILANO | Galleria Giovanni Bonelli | Fino al 5 gennaio 2018
di MATTEO GALBIATI
Ritroviamo con grande piacere le opere di Antonio Trotta (1937) nell’ampia personale che la Galleria Giovanni Bonelli di Milano gli tributa con Marmo canta, titolo perfettamente adeguato a riassumere la forza immaginativa e la suggestione poetica che questo artista sa creare.
Nel grande e aperto ambiente della galleria milanese convivono, in un allestimento fluido, aperto e sciolto, senza un itinerario precisato, né senza impostazioni prestabilite di visita, tanto opere recenti, quanto opere storiche, che lasciano al visitatore proprio la possibilità di interpretare e cogliere associazioni, letture, sensazioni in totale libertà, vivendo, in questo modo, l’esperienza dell’osservazione sempre in modo esclusivo e singolare. La scelta mirata dei pezzi, oltretutto, aiuta ad esplorare anche i momenti iniziali della sua esperienza artistica, favorendo il riscontro della coerenza di una storia che ha sviluppato le modalità e le espressività, radicate e specifiche, del suo carattere.
La ricerca di Trotta ha saputo muoversi negli itinerari della scultura sviluppando una spiccata nota individuale con cui ha concesso al marmo (materiale d’elezione) una fisicità altra, capace di trasferirne l’anima dalla solidità statuaria della pietra ad altre consistenze inspiegabilmente inapplicabili a tale materiale.
Le soluzioni cui giunge Trotta, in tal senso, non si arginano mai alla sola emulazione-replica di altre “cose” in modo mimetico e/o sintetico, ma sa portare oltre i confini dell’immediatezza concreta l’ammirata passionalità con cui le sue opere si offrono a noi. Quello che si osserva non è una simulazione iperrealistica, bensì il presupposto per indagare un grado altro della manifestazione sensibile: la scultura, così avvincente nel suo corpo e nella sua precisione, lascia superare il rappresentato per portare luce sull’ire-rappresentato, sulla presenza occulta che vivifica la concretezza di qualcosa che stupisce, che coglie d’improvviso. Conferisce parola narrante al marmo, facendolo portavoce di nuovi racconti.
Il nostro sguardo, infatti, non si chiude nella simulazione illusoria e non si accontenta di questo dato di superficie, non se lo fa mai bastare, perché l’opera stessa ci suggerisce come oltrepassare l’assunto deducibile nell’immediatezza fino ad assecondare sofisticati e più intimi pensieri che toccano le soglie dell’invisibile. Può allora non stupire la bellezza con cui si osservano non tanto i fogli mossi dal vento, ma si pensi al vento stesso che li muove; nelle carte accartocciate si riflette sul gesto che le ha rese tali, si percepisce il crepitio dell’accartocciamento e si tenta poi di rispiegarli allo stato originario; nelle forme ritagliate poi si gioca ancora il tentativo di combinare la precisa sequenza degli incastri.
I trenta lavori esposti in questa occasione rinnovano, quindi, il patto che Trotta suggella con il binomio materiale-forma, in cui l’evocazione, il richiamo, il ricordo e la memoria insistono sulla traduzione (che sa essere tradizione contemporanea) di un codice espressivo capace di re-interpretare la formalità della realtà in nuove apparenze. Tutto con la purezza di una concettualismo semplice nella sua raffinatissima, sofisticata, complessità.
Antonio Trotta. Marmo canta
a cura di Marco Meneguzzo
16 novembre 2017 − 5 gennaio 2018
Galleria Giovanni Bonelli
via Luigi Porro Lambertenghi 6, Milano
Orari: da martedì a sabato 11.00-19.00
Info: +39 02 87246945
info@galleriagiovannibonelli.it
www.galleriagiovannibonelli.it